lockdown
Racconti Brevi

Storia di una pedalata ritrovata post lockdown

Tempo di lettura: 2 minuti

Il piè veloce spinge sul pedale e piega in curva mentre il sole tramonta augurando il futuro atteso. Un respiro ed ecco il tuffo dalla discesa del ponte in quel cielo azzurro blu che si srotola all’orizzonte. Ritrovare un presente tornato dopo un passato di quasi tre mesi. No, forse mentalmente un po’ di più, sai. Si ci vorrà un po’ di più. Ma per ora esiste una breve ritrovata libertà del fresco di fine primavera che dice addio al lockdown. Chiudere gli occhi un attimo per vivere una pedalata sospesa. Non esistono ancora, meno male, porta pacchi per le paure.

Didnt’i, dindn’t, didnt’I love you?

Lockdown. Lock and down. Lock come bloccare i progetti, opprimere i sogni, chiudersi in casa, mettere in pausa la vita per salvarla. Smettere di pedalare per non morire, che ossimoro mostruoso, vero? Down come cadere nell’abisso di paure, affondare i ricordi nel dimenticatoio per non soffocare, cercare annaspando qualcosa per non affogare nel futuro incerto. Le sensazioni ancora lì a raffreddare il cuore, ma la brezza le butta via mentre il fruscio delle foglie apre il sipario alla bici errante nel vento. La libertà dell’essere, per una volta dopo tempo, leggeri dalle preoccupazioni. Ci pensano le ruote a farti correre.

4 a.m. and raisin’ hell…

Finalmente i pedali rivivono il fresco fuori e ritrovano parole all’aria, rendono l’amaro in bocca solo amaro da bere. Quand’è stata l’ultima volta che hai riso. Quand’è stata l’ultima volta che hai pedalato. Quando è stata l’ultima volta che. Lasciati andare e allenati a dimenticare. Il lockdown è finito, puoi andare in pace tra i vicoli di una notte scura che finalmente non fa più così paura. Ci si abitua, lo sapevi. La città è con te e tu con lei, non hai niente da temere, ormai. Devi solo fidarti di lei. E di te come non hai mai fatto prima.

Damn, I knew you so well…

La normalità è così bella che si tende a dimenticare, come la tranquillità del silenzio tra le case e gli scuri socchiusi mentre la bici rallenta per godersi la solitudine. Forse è questa la vera felicità. Tranquillo che i tuoi sogni sono ancora lì, dietro l’angolo. Il lockdown non li ha rubati tutti, basta trovare quello giusto e crederci. Imboccare una direzione per tornare, un respiro e continuare a pedalare. Un respiro e continuare a sognare. Un respiro e basta. Perché chi si ferma è perduto. Fatti accompagnare dai pedali, se hai sbagliato non importa, si riparte. Non importa, tu continua a pedalare. Non esistono ancora, meno male, porta pacchi di sensi di colpa.

Tell me why good things have to die.

Carlotta Cuppini

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Carlotta Cuppini
Fondatrice di Borderlain, le piace organizzare persone e progetti con sorridente serietà. Based un po' in MIlan un po' Bologna, beve caffè amaro al mattino e vino rosso la sera. Colleziona edizioni di 'JF è uscito dal gruppo' che tiene sul comodino insieme a manuali di project management.