poi vorrei
Società

“Poi vorrei…”: qual è la prima cosa che faremo quando tutto sarà finito?

Tempo di lettura: 5 minuti

Da “Andrà tutto bene” a “Bene, andrà tutto”. Piccoli cambiamenti: una virgola qua, uno spostamento là e il senso di una frase cambia completamente pur non perdendo il suo implicito potenziale di speranza. Il ritorno alla normalità è il desiderio che ci unisce in questo momento ed è un traguardo che si costruisce giorno per giorno, un passo alla volta.

Tutto andrà, passerà, ci lasceremo alle spalle le disposizioni più severe e inizieremo a guardare oltre le finestre e i balconi. Noi lo abbiamo già iniziato: abbiamo desideri e progetti che scalpitano in attesa di poter riconquistare l’agognata libertà.

Qual è la prima cosa che faremo quando tutto sarà finito?

Ce lo siamo chiesto anche noi di Borderlain.it.

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«Poi vorrei… prendere il primo treno e correrti incontro, abbracciarti forte e prenderti per mano per andare a mangiare un gelato da Gianni. Tu che sei sempre nel mio cuore, tu che che sfondi la notte e mi fai sentire ancora in colpa per averti abbandonato, tu che significhi famiglia e ricordi. Non preoccuparti, che ci vediamo presto, mia Bologna. Tornerò lieta nell’abbraccio dei tuoi portici».
(Carlotta)

poi vorrei

«Poi vorrei… rivederti.
Per quanto mi pesi la quarantena, non ho intenzione di correre fuori appena le restrizioni saranno allentate: d’altronde le leggi servono
a tutelare la sicurezza di tutti. Dato che il buonsenso non è sufficiente, io cercherò di mediare tra questo e la voglia che tutti abbiamo
di riprendere le nostre attività. Per prima cosa non vedo l’ora di passare tutto il tempo possibile con la mia ragazza, dato che ora è a
Catania e non ci vediamo da due mesi. Per il resto, mi accontenterò di poter riprendere ad allenarmi al parco, o
comunque fare attività e movimento all’aperto; mi manca molto anche giocare a basket ma, essendo un’attività che coinvolge molte persone a stretto contatto, non è nella lista delle priorità per la nostra sicurezza. Inoltre, spero presto di poter rivedere gli amici per poter
bere una birra insieme e fare un gioco di società per passare il tempo, dato che la normalità totale è ancora molto lontana».
(Giacomo)

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«Poi vorrei… rivedere i miei amici al bar.
A me fa paura pensare al “dopo”. Non fraintendetemi: anche io voglio tornare alla normalità. Ma dopo la quarantena il mondo normale non lo sarà affatto e ci vorrà tempo perché tutto ritorni al “come era prima”. Per questo oggi non vi dirò cosa farò appena finita la quarantena (in verità neanche io lo so) ma vi dirò dove sarò appena tutto sarà ritornato alla normalità. Sarò allo Zenzero caffè, il bar di sempre vicino all’università. Avrò davanti il mio caffè e parlerò con chi ora riesco a vedere solo in video chiamata. E sarà tutto tremendamente meraviglioso perché sarà tutto tremendamente normale»
.

(Miriam)

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«Poi vorrei… riabbracciarvi.
Cosa farò non appena questa quarantena giungerà alla fine? Probabilmente tornerò a casa dalla mia famiglia per riabbracciarla. Passerò con loro un po’ di tempo e ne dedicherò altrettanto per rivedere le mie amiche. E poi tornerò nella città in cui studio per tornare il prima possibile alla normalità, in compagnia delle persone di sempre, tra sessioni di studio di gruppo, caffè al bar a qualsiasi ora del giorno e aperitivi in centro. Abbraccerò tutti, ridurrò al minimo quel metro di distanza. Ovviamente dopo mi laverò le mani»
.

(Sara T.)

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«Poi vorrei… andare al cinema.
Più o meno da un anno ho la fortuna di vivere a due passi da un cinema. E quando dico due passi intendo che letteralmente mi basta attraversare la strada per comprare il biglietto, sedermi sulla mia poltroncina e gustarmi le preziose rarità cinematografiche offerte dal Cinema Teatro Galliera di Bologna. Da due mesi a questa parte ahimè non posso più sfruttare questo mio privilegio, oltre a quello di fare scorta di San Giovese bio ogni martedì pomeriggio agli stand di Campagna Amica, sempre a due passi da casa mia.

Mi hanno domandato quale sarà la prima cosa che farò non appena si potrà ritornare alla “normalità”. La risposta è molto semplice: andrò a vedermi un film e una volta ritornata a casa berrò un calice di San Giovese per brindare alla riapertura dei cinema!».
(Isabella)

poi vorrei

«Poi vorrei… tornare a viaggiare.
La cosa che mi manca di più è poter riempire il mio zaino e la mia valigia per esplorare posti mai visti.
Non vedo l’ora di poter prendere un treno che mi porti a visitare una città italiana, non vedo l’ora di imbarcarmi su un aereo che mi faccia atterrare in un paese straniero. Scoprire culture, imparare cose nuove, guardare panorami inediti e conoscere persone: queste le prime cose che farò appena tutto ciò sarà finito.
Che sia vicino o lontano, Portogallo o Bologna, Irlanda o Stati Uniti, non importa, mi basterà viaggiare»
.
(Nicola)

«Poi vorrei… tornare a guardare il mondo senza mascherina.
Chissà per quanto tempo ci toccherà diffidare ancora l’uno dello stato di salute dell’altro. Come se prima del coronavirus non ci fosse già abbastanza diffidenza tra le persone. Forse mi prendo in giro da solo, ma immagino questo fatidico giorno in cui “è finita” è il messaggio che circola a reti unificate: non più numeri di contagiati, morti e frecciatine tra nord e sud. Mi vesto bene – forse nel frattempo imparerò a stirare le camicie – e esco per fare una passeggiata. Senza alcun motivo serio, senza autocertificazione. Mi incammino sotto i portici di Bologna e mi perdo tra la folla, tra i volti e tra le storie degli altri. Dalla Stazione Centrale fino a Piazza Maggiore. Per sentirmi di nuovo, ancora una volta, parte del tutto».
(Pietro)

«Poi vorrei… un caffè in libreria.
Da napoletana probabilmente stereotipata, mi manca il caffè. Non la bevanda in sé, che trangugio almeno 5 volte al giorno anche in casa, bensì il rituale dell’andarsi a prendere un caffè. Il mio desidero più grande, al momento, è quello di tornare al tavolino di un bar, non importa con chi. L’importante è che ci sia quel momento a scandirmi le giornate, quel “fermiamoci al bar a prendere un caffè!”.
Ancora meglio se questo bar è in vista piazza, circondata da libri, come il bellissimo The Spark Creative Hub. La prima tappa dopo questa quarantena che mi farebbe davvero respirare libertà e alleggerire il cuore».
(Sara M.)

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