La playlist post rottura
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Musica

La playlist post rottura che ti dà il colpo finale – 10 brani tutti da piangere

Tempo di lettura: 6 minuti

Conosciamo tutti la sensazione di quando finisce un amore: ci si sente tristi, delusi, inutili e terribilmente soli. I primi momenti in cui si torna single sono devastanti per tutti, non si scappa, certo; esistono però tre rimedi infallibili per stringere forte un cuore spezzato nel picco del suo dolore: un abbraccio (un caro ricordo, in questi giorni di quarantena), il nostro piatto preferito (o in alternativa molto alcool) e una playlist di canzoni strappacuore.

Le vediamo le vostre facce sbigottite e ci sembra di sentire le vostre voci: “a cosa serve ascoltare canzoni tristi se già sono triste? Perché devo piangermi addosso invece di ascoltare “Hymn for the Weekend” e soffocare i miei pensieri?” Perché il dolore è terapeutico e il pianto è liberatorio. Bisogna piangere e sfogarsi per poi ricominciare più forti di prima. Per questo, cari cuori infranti, vi segnaliamo  la nostra personale playlist di canzoni tristi per affrontare la fine di un amore, da ascoltare a cuore caldo. Dieci canzoni per stare peggio, far sì che il dolore faccia il suo corso e poi ricominciare dopo aver pianto tutto ciò che c’era da piangere.

1. Mille giorni di te e di me – Claudio Baglioni

(Oltre, Cbs, 1990)

Baglioni è un maestro nel far piangere tutti, grandi e piccini. A completare il trittico delle lacrime, insieme ad “Avrai” e “Tu come stai?”, c’è la canzone più triste nella storia delle canzoni tristi, “Mille giorni di te e di me”. Baglioni parla di due persone che si sono amate tantissimo, al riparo dal mondo per proteggere il loro amore così prezioso, e poi hanno visto il loro amore consumarsi quasi senza rendersene conto. È possibile non piangere  al suono di  “Chi ci sarà dopo di te respirerà il tuo odore pensando che sia il mio”? Chiediamo per un’amica.

2. Il posto più freddo – I Cani

(Aurora, 42 Records, 2016)

L’abilità di un buon narratore è quella di far immedesimare chi assiste nella scena che si sta descrivendo. Niccolò Contessa, frontman della band romana “I Cani”, è riuscito pienamente in questo intento. Perciò quando si ascoltaIl posto più freddo” ci si immagina di essere a Roma, in uno squallido appartamento di periferia. Il posto più freddo, che è proprio lì dentro al suo letto, è la sua solitudine esistenziale. Si percepisce il senso di abbandono, di tristezza, di freddo. Un freddo che può essere scaldato solo da lei. Ecco dunque che lui la prega: “ti prego rimani con me ancora un momento. Ti prego rimani con me fino a che mi addormento…”

3. Goodbye my lover – James Blunt

(Back to Bedlam, East West, 2004)

Per farvi comprendere la tristezza atavica insita in questa canzone, vi basti sapere che “Goodbye my lover” ha un singolare primato in Inghilterra, dove risulta la canzone più suonata ai funerali. Delicata e straziante, è un addio all’amata, che, come si evince anche dal video con Mischa Barton (Marissa di OC, ndr) si vede già con un altro uomo.

“I’ve seen you cry, I’ve seen you smile, I’ve watched you sleeping for a while, I’d be the father of your child, I’d spend a lifetime with you”.

Trad. : “Ti ho vista piangere, ti ho visto sorridere, ti ho guardata per un po’ mentre dormivi, sarei stato il padre dei tuoi figli, avrei passato il resto della vita con te”.

Potrebbe davvero non meritarsi un posto in questa playlist?

4. Nessun rimpianto – 883

(La dura legge del gol!, Fri Records, 1997)

In “Nessun rimpianto” Max ci racconta l’ennesima storia andata male, finita con lei che se n’è andata spezzandogli il cuore. Nonostante lui, duro e puro, ripeta più volte di non rimpiangere ciò che erano, interviene un “soltanto certe volte capita che” a sbugiardarlo subito. Insomma, nessun rimorso, ma qualche ferita sì. Nel corso della canzone però Max sembra riappropriarsi della propria dignità, dando la colpa alla donna con cui stava (che aveva detto lo avrebbe amato, ma invece l’ha abbandonato) e decidendo di rifarsi una vita.  La frase perfetta da cantare singhiozzando è “appena prima di dormire mi sembra di sentire il tuo ricordo che mi bussa ma io… non aprirò”. Tristezza a palate, ma con un piccolo riscatto.

5. Tre capelli sul comò – Brunori Sas

(Vol.2 – Poveri Cristi, Picicca Dischi, 2011)

Il cantautore cosentino Brunori Sas in Tre capelli sul comò ci racconta, con un allegro sottofondo di chitarra contrapposto al testo malinconico, una delusione amorosa. In questa canzone, l’amore perduto dà forza alla veemente autocommiserazione del sofferente protagonista. Il protagonista si colpevolizza e si lamenta per la perdita dell’amata: “Dottore non voglio più uscire voglio solo morire da quando non c’è, il suo odore su questo piumone che era un nido d’amore e ora puzza di me”. Rispetto alle altre è meno straziante, ma sicuramente coglie nel segno.

6. Someone like you – Adele

(21, XL Records, 2011)

In questa classifica non poteva mancare lei, l’imperatrice dei cuori spezzati, la reginetta dei lasciati: Adele. Adele infatti è l’unica ad essere stata capace di prendere la sua vita sentimentale di merda e monetizzarla. Le sue canzoni, (quasi) tutte tristissime e piene di rimpianti, scalano le vette delle classifiche mondiali. “Someone like you” è un brano incredibile, soprattutto per la particolare capacità di provocare lacrime e brividi al primo ascolto, e parla ovviamente di una ragazza che è stata mollata e immagina l’ex felice, sposato e con bambini. È una pugnalata. Roba che a confronto la Pausini che aspetta Marco è un carnevale.

7. Quando sarai lontana – Jovanotti

(Una tribù che balla, F.R.I. Records, 1991)

Dalla solitudine di una stazione radiofonica Jovanotti trasmette musica per la gente della notte. La canzone in programma è “Quando sarai lontana” e la dedica del DJ va a una ragazza, che forse sta ascoltando la radio proprio in quel momento e che non smetterà mai di essere speciale nonostante l’amore sia ormai finito. È stato lui a lasciarla. Le chiede scusa di tutte le sue mancanze e le augura tutto il bene del mondo, rendendosi conto di non essersela mai veramente meritata.  Ma la rimpiangerà, anzi,  lo sta già facendo: “ma quando un giorno sarai lontana e vedrai il cielo quando si colora pensami almeno per un momento pensami almeno per mezz’ora”. Vi sfidiamo a trattenere le lacrime…

8. Io vivrò (senza te) – Mina

(Del mio meglio, PDU, 1971)

“Che non si muore per amore è una gran bella verità perciò dolcissimo mio amore ecco quello, quello che da domani mi accadrà… Io vivrò senza te anche se ancora non so come io vivrò”. Questa canzone è una poesia, dalla prima parola all’ultima. Questa canzone parla di ognuno di noi quando finisce un amore: sa che sopravviverà, che c’è di peggio, ma ancora non riesce a capire come. L’originale è di Lucio Battisti, ma consigliamo, per strapparsi i capelli con la giusta disperazione, la sublime versione di Mina.

9. Ridere – Pinguini Tattici Nucleari

(Fuori dall’Hype, Rca Records Label, 2020)

È il frontman della band, Riccardo Zanotti, a spiegare il significato della canzone (già di per sé molto chiaro): “A un certo punto della vita due persone si lasciano, ma il cane che hanno adottato insieme continua ad esserci, così come la cronologia delle ricerche fatte insieme su internet, gli oggetti comprati durante i viaggi, le gag della serie tv sulla quale si rideva insieme fino alle lacrime… Ci sono tante cose che testimoniano l’esistenza di una relazione, e con esse la sua importanza, e che tra i singhiozzi fanno un po’ ridere”.

Ripercorre l’idea del precursore Jovanotti, “Però tu fammi una promessa che un giorno quando sarai persa ripenserai ogni tanto a cosa siamo stati noi”. Un gioiellino dolce amaro.

10. You don’t know what love is – Billie Holiday

(Lady in satin, Columbia Records, 1958)

“You don’t know what love is” è un inno alla tristezza d’amore, nonché canzone simbolo per artisti del calibro di Chet Baker e Dinah Washington; è stata inoltre inserita in quel testamento musicale, spirituale e umano che è Lady in Satin, canto del cigno della divina Billie Holiday, che ne dà un’interpretazione struggente e sublime.

“Do you know how lost heart feels at the thought of reminiscing? And how lips that taste of tears lose their taste for kissing. You don’t know how hearts burn for love that cannot live yet never dies until you’ve faced each dawn with sleepless eyes you don’t know what love is.”

Trad. : “Hai idea di quanta paura abbia un cuore perduto al pensiero del ricordo? E come le labbra che sanno di lacrime perdano il gusto di baciare? Tu non sai come brucia il cuore perché un amore che non può vivere, non muore, e finché non vedrai sorgere l’alba con occhi insonni non saprai cos’è l’amore.”

Nella nostra lista personale ci sono anche moltissimi altri brani, che potete trovare nella nostra “Playlist post rottura tutta da piangere” su Spotify!

Serena Zoe Lombardi
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Serena Zoe Lombardi
Nata nel 1995, curiosa e sognatrice, capisce di voler insegnare vivendo una grande e sofferta storia d’amore con il latino e greco. Laureata in Lettere Antiche tra passione e lacrime, mentre insegue il suo sogno legge, canta, si commuove (spessissimo) e chiacchiera con chiunque le si pari davanti.