a window to the world
Cultura

A Window To The World: l’arte in quarantena parla attraverso la finestra

Tempo di lettura: 2 minuti

In questo periodo di lockdown forzato causato dal coronavirus, siamo costretti a casa per proteggerci l’un l’altro. L’unico modo che abbiamo per relazionarci quotidianamente con l’esterno sono le finestre: un mezzo che è diventato anche un luogo per comunicare fisicamente col mondo.

Da questo presupposto parte l’idea di A Window To The World, un progetto che nasce dalla collaborazione tra KesselsKramer – agenzia di comunicazione indipendente con sedi a Londra, Amsterdam e Los Angeles -, lo sceneggiatore Efthimis Filippou e 62 artisti da tutto il globo.

Cari esseri umani, questo è un messaggio da parte delle vostre finestre

Mentre siamo a casa e guardiamo fuori ci chiediamo: cosa ci direbbero le finestre se potessero parlare?

Da Amsterdam ad Atene, passando per Tokyo, Città del Messico, Parigi, Zurigo, New York e Nairobi, le immagini create insieme (ma distanti) dagli artisti – in meno di due settimane -, vengono a plasmare una collezione di finestre e un cortometraggio che ci parla.

Di seguito il video che mostra la fantastica sequenza delle opere su vetro.

Seppur perda gran parte della connotazione simbolica che il testo ha in lingua originale, segue una traduzione in italiano:

«Cari umani,
Molti di voi pensano che non siamo capaci di parlare. Ma vi sbagliate.
Sappiamo parlare. Sappiamo anche aprirci. Ogni volta veniamo toccati dalle vostre mani morbide, lasciate impresse immobili su di noi con le impronte.
Oh, le vostre impronte…
E di certo possiamo provare sia tristezza che allegria, Ma soprattutto tristezza. Dopotutto una singola lettera ci separa dall’essere vedove.
In ogni caso, siamo sempre state accanto a voi. E lo saremo sempre. Aiutandovi a vedere svariate cose. Capite?
Con affetto, le finestre»

Per dare un’occhiata e guardare nel dettaglio tutto ciò che fa parte di questo progetto, potete visitare il sito ufficiale di A Window To The World. Qui troverete, oltre le singole finestre che compongono la collezione, anche i nomi e i luoghi di tutti gli artisti che hanno partecipato coordinati dalle parole di Efthimis Filippou, oltre che dal concept di Maartje Slijpen e Brenda Waegemaekers.

Un medium artistico – e comunicativo – che ha echi già noti (nei motivi della maggior parte dei dipinti di Hopper, o alcune opere di Magritte, Friedrich e Caillebotte, giusto per citarne qualcuno) ma che viene esplorato sotto una veste diversa, in isolamento forzato.

E allora scopriamolo attraverso il messaggio diretto dei “protagonisti” dedicato agli esseri umani.

Nicola Di Giuseppe
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Nicola Di Giuseppe
Un’anima straniera in un corpo napoletano, sognatore a tempo pieno e artistoide a tempo parziale. Si ciba di parole e arti visive, mentre viaggia, scopre nuove culture e tifa Napoli. Ogni tanto, poi, cerca di vincere il fantacalcio.