Whitney Houston
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Musica

Whitney Houston, “la voce dell’amore” in 5 canzoni

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L’11 febbraio 2012, Whitney Houston venne trovata morta nella vasca da bagno della sua suite al Beverly Hilton hotel, a Beverly Hills. La notizia si diffuse in pochi minuti ovunque: il mondo aveva appena perso una delle voci più belle di sempre, portata via dalla droga e dalla depressione.

Benedetta da una qualche luce divina e poi condannata dalla vita, Whitney aveva tutto: cugina di Dionne Warwick e pupilla di Aretha Franklin, ricevette un’educazione musicale di primo livello che le permise di raggiungere un successo straordinario, con oltre 200 milioni di copie vendute, 6 Grammy e 22 American Music Awards. Poteva avere tutto e tutto aveva avuto. Poi il declino, la depressione, le droghe e il ritorno alla fine del 2009, con quel grido disperato a Dio che è “I Look To You” che la riportò ai primi posti delle classifiche. Poi la morte, in quel febbraio del 2012, che spazzò via tutto quanto e lasciò l’amarezza per una vita spezzata.

Whitney Houston: la voce dell’amore

Nel corso della sua carriera, la Houston ha sperimentato vari generi musicali, rimanendo però quasi sempre fedele ad un tema, che ha sviscerato nelle sue canzoni e del quale ha mostrato tutte le sfumature: l’amore. Questo è infatti il tema prediletto da Whitney Houston, che è stata e continua ad essere la voce dell’amore per eccellenza. Nel corso della sua carriera, la Houston ha fatto sognare il mondo con canzoni in cui tutti, almeno una volta nella vita, si sono rispecchiati: prima fra tutte “I will always love you”, la ballad più famosa di sempre che si configura come una vera e propria dichiarazione d’amore eterno.

Whitney Houston non canta però solo l’amore perfetto, senza fine e totalizzante come questo, ma diversi momenti e sfumature dell’amore: la paura che l’amato non ricambi, il desiderio di essere amata da una persona sincera, la delusione dopo un tradimento, l’amore per un uomo sposato e quello per sé stessa.

In occasione dell’anniversario della sua scomparsa, vi proponiamo una selezione di 5 brani di Whitney Houston esprimenti le più diverse sfumature dell’amore.

• How will I know

(Whitney Houston, Artista Records, 1986)

How Will I Know è il terzo singolo estratto dall’album di debutto di Whitney Houston. Il singolo è stato pubblicato nel febbraio 1986. La canzone è stata scritta da George Merrill e Shannon Rubicam del gruppo Boy Meets Girl ed inizialmente il brano era stato pensato per Janet Jackson, ma poi venne assegnato alla Houston, al tempo ancora sconosciuta. I cori sono cantati dalla madre di Whitney, Cissy Houston.

Si tratta di una canzone molto innocente, che bene si sposava all’immagine della giovane Whitney in via di debutto. La ragazza a cui Whitney presta la voce in questo brano è molto innamorata e ha paura di non essere ricambiata. Si percepiscono tutta l’euforia e la spensieratezza dell’innamoramento, che sono però mitigati dal timore che l’amato non corrisponda il sentimento.

 

• I wanna dance with somebody (who loves me)

(Whitney, Artista Records, 1987)

Il brano è stato scritto da  Merrill e Rubicam del gruppo Boy Meets Girl (che aveva già collaborato con la Houston in “How Will I Know”, ndr) e parla del desiderio di incontrare qualcuno che sollevi il proprio spirito, che la faccia sentir bene e che sappia portarle il meglio. La donna che Whitney impersona in questo brano sembra voler soltanto rallegrarsi e dimenticare le preoccupazioni portate dal rapporto con un uomo che non la fa sentire amata.

Il singolo debuttò in vetta alla classifica dei singoli Billboard Hot 100 il 27 giugno 1987, contemporaneamente con l’album “Whitney”, che rimase per tre settimane in cima alla classifica degli album. Il brano divenne una hit in tutto il mondo, il più grande nella carriera della Houston fino a quel momento. È soprattutto grazie a “I Wanna Dance with Somebody (Who Loves Me)”, che la Houston diventò una delle cantanti più popolari al mondo.

• It’s not right, but it’s ok

(My Love Is Your Love, Artista Records, 1999)

“It’s Not Right, But It’s Okay” è il secondo singolo estratto dall’album “My Love Is Your Love” del 1999.

In questa canzone, la donna impersonata da Whitney Houston impazzisce quando scopre che suo marito l’ha tradita. Per la maggior parte della canzone sembra accettare il tradimento, ma alla finisce per buttarlo fuori di casa, perentoria, convinta di meritare amore rispettoso e sincero e non falso e mentitore.

• Saving all my love for you

(Whitney Houston, Artista Records, 1986)

“Saving All My Love for You” è una canzone scritta da Michael Masser e Gerry Goffin, ed originariamente registrata da Marilyn McCoo nel 1978. Il brano però diventa popolare con Whitney Houston, che lo rende il secondo singolo, rilasciato il 13 agosto 1985, del suo album di debutto. Il presidente dell’Artista Records, Clive Davis, era contrario che la Houston ricantasse il brano. Si convinse soltanto dopo averla ascoltata e disse che la sua interpretazione era identica a quella che avrebbe eseguito Aretha Franklin.

Il testo parla di una relazione con un uomo sposato, e la cantante conserva il proprio amore per lui: per quasi tutta la durata del brano sembra che lei sia convinta della veridicità di questo amore e della volontà dell’amato di lasciare sua moglie per lei, ma in una strofa la cantante sbotta e si lascia prendere dallo sconforto, ammettendo che sa che l’idea che lui lasci la moglie per lei sia solo una “vecchia fantasia”, bella ma irreale.

• Greatest love of all

(Whitney Houston, Artista Records, 1986)

Originariamente interpretato da George Benson, nell’aprile 1986 fu invece ripreso da Whitney Houston, che lo pubblicò sia come singolo che come brano del suo primo album eponimo, “Whitney Houston”.

Quando la compositrice Linda Creed scrisse il testo, era nel mezzo della sua lotta contro il cancro al seno: il brano parla dell’amore “più grande di tutti”, l’amore per se stessi.“The Greatest Love of All” è una delle canzoni migliori e più potenti mai scritte sull’autoconservazione e sulla dignità. Il suo messaggio universale attraversa tutti i confini e instilla in ognuno la speranza che non sia troppo tardi per migliorare noi stessi. Poiché è impossibile in questo mondo in cui viviamo entrare in empatia con tutti, possiamo sempre entrare in empatia con noi stessi. 

 

Articolo a cura di

Serena Zoe Lombardi

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Serena Zoe Lombardi
Nata nel 1995, curiosa e sognatrice, capisce di voler insegnare vivendo una grande e sofferta storia d’amore con il latino e greco. Laureata in Lettere Antiche tra passione e lacrime, mentre insegue il suo sogno legge, canta, si commuove (spessissimo) e chiacchiera con chiunque le si pari davanti.