parole italiane utilizzate in inglese
Cultura

Influenze linguistiche: 10 parole italiane utilizzate comunemente in inglese

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Le parole inglesi entrate a far parte del vocabolario italiano sono moltissime, da computer a weekend, passando per business. L’influenza, però, è reciproca.

Nei paesi anglosassoni, infatti, i termini tricolore entrati nel linguaggio comune sono moltissimi e coprono gli ambiti più disparati; basti pensare a “quarantine”, termine di origine italiana eletto Parola dell’Anno 2020 dagli esperti di lessicografia e dizionari presso il Cambridge Dictionary.

Per dimostrarlo, Cambridge Assessment English, che da oltre 80 anni opera come ente certificatore della lingua inglese nel nostro paese, condivide 10 parole italiane utilizzate comunemente in inglese. Da “finale” a “confetti”, passando per “ballerina”, ecco alcuni termini tricolore usati anche nei paesi anglosassoni, tra origini, curiosità e nuovi significati, perché non esiste solo la “pizza”.

Le parole italiane utilizzate in lingua inglese

Finale

Entrata nella lingua inglese nel XVIII secolo, il termine “finale” ha un significato molto simile a quello che ha in Italia, ma Oltremanica viene utilizzato quasi esclusivamente in riferimento alla chiusura o all’ultimo capitolo di un’opera musicale, di un evento o di una serie televisiva, quando, per esempio, si parla di “season finale”, ossia di “finale di stagione”.

Ballerina

Per quanto riguarda le arti, la lingua inglese ha preso in prestito molti termini italiani e tra questi c’è anche “ballerina”. A differenza di quanto accade nel nostro Paese, però, la parola, utilizzata fin dal Settecento, si riferisce esclusivamente alle ballerine di danza classica e, se il suo singolare è identico a quello italiano, il suo plurale è diverso: si forma infatti attraverso l’aggiunta della lettera “s”, “ballerinas”.

Pistachio

Anche la cucina italiana, così come l’arte, ha prestato moltissimi termini all’inglese e tra i più curiosi c’è “pistacchio”, trasformato nei paesi anglosassoni in “pistachio”. Per la storpiatura, però, non bisogna incolpare gli inglesi. Il termine, infatti, è entrato a far parte della loro lingua nel XVI secolo, quando in Italia si usava ancora la parola “pistaccio”.

Riviera

Se in Italia il termine “riviera” si usa per definire un qualsiasi tratto di costa, in inglese la parola ha adottato un significato molto più specifico e, perché no, romantico. Entrato nel vocabolario anglosassone verso la metà del XVIII secolo, oggi “riviera” si utilizza soprattutto in riferimento alla French Riviera (la Costa Azzurra) o alla Italian Riviera (la Riviera Ligure).

Latte

Durante un viaggio in un paese anglosassone può capitare di entrare in un bar e di scorgere “latte” tra le varie proposte. Si tratta però di un falso amico: chi lo ordina, infatti, non berrà un bicchiere di latte, ma una bevanda molto simile a un latte macchiato o a un caffelatte, non adatto ai più piccoli.

Paparazzi

Quando, nel 1960, il film La Dolce Vita di Federico Fellini uscì nelle sale cinematografiche, il termine “paparazzo”, che nella storia non era altro che il cognome del fotografo delle celebrità, entrò immediatamente nel vocabolario comune. Ben presto la parola si diffuse in tutto il mondo mettendo salde radici nell’industria dello spettacolo, da Londra a Hollywood.

Confetti

“Confetti”: una parola, ma due significati opposti. Se in Italia, infatti, il termine fa riferimento ai piccoli dolci di forma ovale o tonda spesso inseriti nelle bomboniere di matrimoni e battesimi, nei paesi anglosassoni si riferisce ai coriandoli. Insomma, nel Regno Unito i “confetti” spesso si lanciano alla sposa, in Italia si regalano agli invitati.

Graffiti

Che ci si trovi in Italia o nei paesi anglosassoni, il termine “graffiti” mantiene lo stesso significato. La differenza si nasconde nel plurale: se lungo lo Stivale esistono sia la forma singolare che quella plurale del termine, Oltremanica e Oltreoceano il termine non cambia e rimane, appunto, “graffiti”.

Pepperoni

Come accade per il latte, anche quando si ordina una pizza “pepperoni” bisogna fare attenzione. Il termine, infatti, non indica le verdure (bell peppers, in inglese), ma il salamino piccante. Pare che la parola sia entrata nel vocabolario inglese nel 1919 grazie a un pizzaiolo italiano emigrato negli Stati Uniti e che sia legata a uno degli ingredienti principali di quella specifica pizza: il peperoncino.

Gelato

Molti credono che, nella lingua inglese, il termine “gelato” si traduca semplicemente con “ice-cream”, ma la realtà è un po’ più complessa. La parola “ice-cream”, infatti, indica la versione preparata con latte, panna, zucchero e, molto spesso, tuorlo d’uovo. La parola “gelato”, invece, indica la ricetta senza uova e con una diversa proporzione tra panna e latte, molto più simile alla versione italiana.

a cura di
Nicola Di Giuseppe
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Nicola Di Giuseppe
Un’anima straniera in un corpo napoletano, sognatore a tempo pieno e artistoide a tempo parziale. Si ciba di parole e arti visive, mentre viaggia, scopre nuove culture e tifa Napoli. Ogni tanto, poi, cerca di vincere il fantacalcio.