Calciomercato Serie A 2021/22
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Tutti fermi (o quasi): lo stallo del calciomercato della Serie A 2021/22

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Estate. Il calcio giocato è in vacanza (ufficialmente da ieri, dopo la finale dell’Europeo) e in Italia lo sarà fino al 22 agosto, data di inizio della Serie A 2021/22. Per gli appassionati, però, fortunatamente esiste il calciomercato, che ha preso il via il 1 luglio scorso e sarà aperto fino al 31 agosto.

Da poco delineate tutte le panchine delle venti squadre che competeranno nel prossimo massimo campionato italiano e confermata la partecipazione della Salernitana, neopromossa insieme a Venezia ed Empoli, non c’è altro da fare che immergersi nel cammino di preparazione alla nuova annata calcistica.

Tutto molto bello. Il problema è che il calciomercato della Serie A 2021/22 fatica a ingranare

L’immobilismo del calciomercato della Serie A 2021/22: perché stenta a partire?

Siamo a metà luglio. Tra poco più di un mese il campionato riparte. Tralasciando esigui, poco esaltanti, movimenti, il calciomercato italiano non è di certo decollato. Eppure in Germania, in Spagna e in Francia qualcosa si muove. Senza contare l’Inghilterra, che è un discorso a parte: la crisi economica sembra non sfiorare minimamente le società della Premier League. Ma a cosa è dovuto ciò?

Negli ultimi anni, subito dopo la Premier, la Serie A è sempre stato il campionato che più si è mosso e ha speso sul mercato, facendosi superare soltanto una volta da LaLiga spagnola (anno 2019/20, fonte Transfermarkt). È vero, il calciomercato è soltanto agli inizi, di tempo ce n’è, ma mai come adesso si è partiti a rilento: rispetto alle scorse stagioni, si contano sulle dita di una mano i pre-accordi o i colpi a zero, visti i soli Calhanoglu all’Inter (costo zero), Maignan al Milan (13 milioni dal Lille) e Nicolás González alla Fiorentina (23 milioni dallo Stoccarda); la maggior parte, se non tutte, delle squadre annunciano di seguire la filosofia “si vende prima e poi si compra”.

Certo, l’Italia calcistica risente degli effetti economici della pandemia di COVID-19, come d’altronde tutti gli altri Paesi. Dopo un anno e mezzo senza spettatori negli stadi, con la più importante entrata (dopo le cessioni) ridotta a zero, e con una situazione finanziaria generale a dir poco da incubo, non si può pretendere che le società siano pronte a spendere fior di milioni per dei botti di calciomercato.

A ciò va aggiunto che, dopo aver vissuto due stagioni (la 2019/20 e la 2020/21) praticamente come un’unica, senza la consueta sosta estiva nel 2020 e con un calciomercato ridotto, molte compagini sono state costrette a spendere più di quanto il momento concedesse per garantirsi una rosa capace di affrontare l’imminente stagione (5 sostituzioni, partite ravvicinate e il pericolo del virus sono solo alcuni dei fattori da considerare).

In più, la situazione sulle panchine e il valzer di allenatori che si è innescato alla fine della scorsa annata non ha aiutato di certo. L’incertezza tattica è regnata nella maggioranza delle società calcistiche italiane fino a qualche giorno fa, soltanto poche hanno avuto il privilegio di una minima programmazione. Tralasciando le squadre la cui guida tecnica è stata confermata (soltanto otto, tra cui Pioli al Milan e Gasperini all’Atalanta) sono ben dodici i nuovi allenatori che siederanno sulle panchine della prossima Serie A: Mourinho alla Roma, Simone Inzaghi all’Inter, Allegri alla Juventus, Spalletti al Napoli e Sarri alla Lazio, per citare i più importanti cambi.

Tali cause, messe insieme, hanno contribuito a uno scoramento generale che ci si augura possa svanire man mano che il calciomercato entrerà nel vivo.

Panoramica sui movimenti (finora)

Non tutto è da buttare, questo è sicuro. Alcune squadre si sono già mosse con qualche ufficialità e interessamenti concreti che si sono trasformati – o a breve lo faranno – in trattative.

L’Inter, Campione d’Italia, è forse la squadra che avrà più potere d’acquisto dopo la cessione di Achraf Hakimi per 60 milioni al PSG, seppur la maggior parte di questi soldi saranno destinati a risanare il debito accumulato dal Biscione. Per riconfermarsi ad alti livelli dovrà certamente puntellare la rosa, soprattutto alla luce dell’addio di Antonio Conte e dell’arrivo di Inzaghi. Calhanoglu è già nerazzurro a costo zero dopo quattro stagioni al Milan; come lui, Cordaz è arrivato per fare il secondo portiere dietro Handanovic in sostituzione di Padelli (ora all’Udinese). Ha salutato anche Young (svincolato e accasatosi all’Aston Villa), obblighi di riscatto per Politano (19 milioni) e Candreva (2,5 milioni) già incassati, mentre restano da capire i destini dei vari rientri: Dimarco, Vanheusden, Nainggolan, Dalbert, Salcedo, Lazaro, Agoume e Pirola, che potrebbero fruttare un bel gruzzoletto oppure rappresentare valide pedine in rosa.

La Juventus, alla cui guida è tornato Allegri, non si è ancora mossa granché: il riscatto di McKennie era cosa fatta già a marzo, Buffon ha salutato direzione Parma e Chiellini ha terminato il suo contratto (ma potrebbe rinnovare); Rugani, Luca Pellegrini, Perin e De Sciglio sono tornati alla base. L’obiettivo dichiarato è Locatelli del Sassuolo. Resta da sistemare la “grana” Cristiano Ronaldo.

Il Milan ha subito rotto gli indugi riscattando Tomori dal Chelsea per 28 milioni e Tonali per circa 7 milioni più bonus; all’addio di Donnarumma (a zero, come Calhanoglu) si è cautelato con Maignan dal Lille. Laxalt l’unica entrata al momento (circa 4 milioni dalla Dinamo Mosca); i rientri dai prestiti di Caldara, Pobega e Conti potrebbero portare liquidità da una futura vendita, così come le cessioni di Hauge o Castillejo.

L’Atalanta è forse l’unica squadra ad aver piazzato un colpo: Musso dall’Udinese per 20 milioni, portiere tra i migliori degli ultimi campionati e ambito anche dall’Inter. Alla voce entrate, troviamo il riscatto di Barrow per circa 14 milioni da parte del Bologna, così come quelli obbligatori di Ibañez (Roma) e Cornelius (Parma) a circa 8 milioni ognuno. Partiranno Radunovic, Kovalenko e Piccoli, ma solo il primo a titolo definitivo. Da capire i destini di Gollini, Sportiello, Ilicic e Hateboer.

Il Napoli è immobile sul mercato, con il neo-allenatore Spalletti che ha chiesto di valutare tutta la rosa in ritiro prima di acquistare o vendere. Politano riscattato a febbraio dall’Inter, terminati i contratti di Hysaj e Maksimovic (quest’ultimo potrebbe rinnovare). Sono rientrati dai prestiti Malcuit, Tutino, Ounas, Luperto, Gaetano e Folorunsho, che potrebbero eventualmente avere mercato come Mario Rui, Fabián Ruiz e Ospina.

Poco altro da segnalare per le restanti squadre della parte sinistra della classifica. La Lazio ha acquistato il giovane Kamenovic, in attesa di ufficializzare Hysaj e Felipe Anderson. La Roma ha acquistato il nuovo portiere Rui Patricio per 11,5 milioni, Under e Pau Lopez via in prestito (con diritto di riscatto) al Marsiglia. Il Sassuolo ha sistemato i riscatti di Traorè, Toljan e López (circa 21 milioni totali) e ha venduto Marlon allo Shaktar per 12 milioni. Stesso discorso per l’Hellas Verona con Barak, Magnani e Ceccherini (13 milioni totali spesi) e per la Sampdoria con Torregrossa, La Gumina e Candreva (sborsati 13 milioni totali).

Nella parte destra, la società che ha speso di più finora è la Fiorentina, con l’ingaggio del già citato Nicolás González e il riscatto di Igor (28 milioni), incassando da Lafont, Ceccherini e Hancko (13 milioni). Bologna molto attivo in questo inizio di mercato: riscattati Barrow (14,5 milioni) e Soumaoro (2,5 milioni), acquistati Bonifazi (6 milioni) e van Hooijdonk (gratuito); potrebbe salutare Tomiyasu. L’Udinese incassa dalle cessioni di De Paul, Musso e Barak (35, 20 e 6 milioni), prendendo il solo Padelli (gratuito). Il Cagliari riscatta Marin e Zappa (13,5 milioni) e prende in prestito Strootman, incassando da Despodov (2 milioni). Lo Spezia conferma Léo Sena e Verde (circa 2 milioni), acquistando Hristov. Al Torino arrivano Warming (1,2 milioni) e Berisha. Nulla di rilevante da segnalare per quanto riguarda il Genoa, in attesa dell’ufficializzazione di Sirigu.

Tra le neopromosse, si è praticamente mosso solo il Venezia assicurandosi Schnegg, Pecile, Heymans, Ebuehi, Don Peretz e Tessmann (spendendo poco meno di 4 milioni). L’Empoli ha preso in prestito Vicario. Fari spenti per la Salernitana.

Un quadro alquanto grigio, che può sicuramente migliorare a breve. La situazione economica non aiuta, ma ciò che più brucia è lo stallo in cui le società di vertice si sono fatte sfuggire alcune occasioni: Junior Firpo dal Barcellona al Leeds per 15 milioni, Nuno Tavares dal Benfica all’Arsenal per 8 milioni e Milot Rashica dal Werder Brema al Norwich per 11 milioni; prezzi alla portata delle tasche della Serie A e profili che avrebbero certamente fatto comodo.

Vedremo se adesso l’Italia, oltre a essere la Nazione calcistica più forte d’Europa al momento (questo il verdetto di EURO 2020), potrà essere anche quest’anno sul podio dei più grandi campionati europei, in campo e sul calciomercato.

a cura di
Nicola Di Giuseppe
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Nicola Di Giuseppe
Un’anima straniera in un corpo napoletano, sognatore a tempo pieno e artistoide a tempo parziale. Si ciba di parole e arti visive, mentre viaggia, scopre nuove culture e tifa Napoli. Ogni tanto, poi, cerca di vincere il fantacalcio.