Juventus Allegri bis
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Allegri bis: ritorno al futuro. Come giocherà la nuova-vecchia Juventus

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Dopo l’impresa titanica di aver conquistato 9 Scudetti di fila la Juventus ha appena chiuso una stagione complicatissima.
Complicatissima, anomala e, sotto alcuni aspetti, fallimentare, per gli standard del club torinese, ma comunque condita da due trofei nazionali; Supercoppa e Coppa Italia, oltre che la qualificazione alla prossima Champions League agguantata in zona Cesarini.

La Juve, però, ha abdicato troppo presto in favore dell’Inter (difatti a marzo era già fuori dalla corsa Scudetto), risparmiando alla grande stagione dei nerazzurri un reale scontro al vertice che avrebbe potuto essere certamente più agguerrito. A preoccupare l’ambiente sono stati evidenti lacune strutturali nella costruzione del team; incongruenze notevoli che potrebbero limitare l’esplosione di un progetto molto valido.

Ritorno al futuro

E allora? Allora è intervenuto l’ormai famoso decisionismo di Agnelli.

Con mosse al limite del rivoluzionario ha cambiato nel giro si una settimana metà dell’assetto societario, con un vero e proprio restyling per la Vecchia Signora.
Così Paratici non ha rinnovato il contratto in scadenza e approderà a Londra, sponda Tottenham (vedremo se porterà con se qualche pupillo). Per l’area tecnica responsabilizzato Cherubini, che pure ha terminato il suo periodo di gavetta all’ombra di due veri e propri top player del settore come Marotta e lo stesso Paratici. Nuovo AD importato dalla Ferrari – a breve l’ufficialità – Maurizio Arrivabene, uomo di fiducia della famiglia Agnelli.

Ma soprattutto, fuori Pirlo (che forse ha pagato un po’ l’inesperienza in una stagione difficilissima, concesse tutte le attenuanti del caso) e dentro Massimiliano Allegri.

Juventus Allegri bis

Un ritorno clamoroso, ma non troppo.

Allegri bis

Che il tecnico toscano fosse rimasto in ottimi rapporti col presidente Agnelli, infatti, è cosa nota. I due vantano una solidissima amicizia, oltre che idee di calcio molto simili. E pure si sapeva che i colloqui tra i due negli ultimi tempi si erano fatti sempre più intensi.

Una scelta del genere, però, è tutt’altro che dettata da semplici ragioni affettive; e non potrebbe esserlo in nessun caso.

Allegri, infatti, oltre che essere uno degli allenatori più stimati al mondo e aver avuto una prima esperienza alla Juventus che definire vincente sembra riduttivo (11 trofei e due finali di Champions sotto la guida del buon Max) è sicuramente una figura eccezionale cui affidare lo sviluppo di un progetto ambizioso come quello juventino.

Tattica e gestione

Solidità tattica ma grande versatilità nell’affrontare gli eventi sono il credo e le caratteristiche che Allegri riesce a trasmettere alle sue squadre. Forse proprio quello che è mancato alla Juventus in questa stagione.

Il tecnico toscano, oltre al proverbiale carisma, può vantare una grande comprensione dei momenti di una partita (che egli stesso definisce come cosa a sé stante rispetto all’allenamento settimanale); il che, con i 5 cambi a disposizione del recente regolamento, può offrire soluzioni importanti a squadre con una rosa corposa e di qualità come quella juventina.

Altro plus degno di nota nel curriculum allegriano è l’eccellente capacità di gestione dei giocatori. Non è un caso che – tanto per citarne qualcuno – gente come Pogba, Cuadrado e lo stesso Dybala si siano affermati come campioni indiscussi proprio sotto l’accurata gestione del livornese.

Fatto considerevole se in rosa si conta materia grezza del calibro di Chiesa, Kulusevski, Arthur, Bentancur, McKennie, Fagioli, Demiral e De Ligt.

Insomma si mette nelle mani di Allegri un progetto fondato su giovani e sostenibilità, con una fiducia pressoché totale; e a dimostrarlo sono le annualità di contratto e gli ampi poteri accordati in termini di mercato.

La domanda, dunque, sorge spontanea: come giocherà la Juventus nella stagione 2021/2022?

Criticità

Innanzitutto alla Continassa dovranno risolvere i due nodi centrali che condizionano qualsiasi ragionamento su come impostare rosa e mercato: il centrocampo e Cristiano Ronaldo.

Il centrocampo è, ad oggi, il vero grande problema della squadra. Nella passata stagione si è dimostrato non all’altezza degli altri reparti e, tanto meno, in grado di competere con le linee mediane delle squadre che compongono l’élite europea. In poche parole, manca qualità.

Gli uomini mercato bianconeri sono alla ricerca di un regista, un metronomo che possa scandire i tempi di gioco e i momenti tra le diverse fasi. Il colpo Locatelli – dato in dirittura d’arrivo da fonti autorevoli – non può bastare da solo a risolvere un problema di tutto il reparto. Saranno necessari altri  innesti di grande qualità che possano sopperire alla poca consistenza in mezzo al campo patita dalla squadra negli ultimi anni.

Cristiano Ronaldo

Cristiano Ronaldo rappresenta la contraddizione più evidente del progetto.

Il campione portoghese, nonostante le indiscutibili capacità (la carriera, anche italiana, parla chiaro), rappresenta una presenza troppo ingombrante a livello tattico e di bilancio. Pensare di sviluppare pienamente la linea verde (e innestarla adeguatamente) con i limiti economici, ma anche puramente calcistici (inamovibilità dal ruolo e dal campo), imposti dalla presenza del campione di Madeira è impensabile.

Considerata poi la conferma di Morata e la richiesta di Allegri di mettere Dybala al centro del progetto si può capire come mai si siano fatte più consistenti le voci del divorzio di Ronaldo dalla Vecchia Signora.
Divorzio che sarebbe comunque rimandato al post-Europeo, ammesso e non concesso di trovare società disposta e in grado di sostenere l’ingaggio monstre del cinque volte Pallone d’oro.

La cessione di Ronaldo, infatti, alleggerirebbe il bilancio bianconero – tra ammortamento, ingaggio e oneri accessori – di circa 80 milioni; cifra ancora più considerevole se paragonata al contesto di pandemia. Va da sé che pensare a grandi operazioni di mercato finché sono a bilancio numeri del genere rasenta l’utopia.

Insomma, finché non si avrà la certezza di dove giocherà la prossima stagione il fenomeno portoghese la sua presenza inibirà notevolmente l’attività sul mercato della dirigenza bianconera.

Nuova vecchia Juve

In più, sul piano tattico, non dover fare i conti con l’immancabile presenza sul campo di CR7 aprirebbe la pista al modulo che ha costituito forse l’apice del percorso vincente di Allegri e Juventus. Modulo, per altro, tornato in voga nell’Europa che conta.

Stiamo parlando proprio del 4-2-3-1 dell’ultima cavalcata europea che portò alla amara finale di Cardiff 2017. Un modulo offensivo ma solido, che garantisce profondità e spinta sulle fasce.

 

Nella prima esperienza Allegri lo tirò fuori dal cilindro adattando esterno sinistro l’infaticabile Mandzukic. Operazione impossibile da ripetere con Ronaldo, che non garantisce sufficiente copertura in fase di non-possesso. Per questo, la sua partenza potrebbe liberare il posto allo scalpitante Federico Chiesa.

L’ex Fiorentina (così come Kulusevski) durante quest’annata ha sperimentato anche il ruolo di esterno nel centrocampo a quattro. Così un modulo pur offensivo come il 4-2-3-1 potrebbe facilmente scalare, in fase di copertura, a un più solido e canonico 4-4-2.

In più, è proprio in quel ruolo che Dybala ha espresso il suo miglior calcio in stagioni fantastiche. Indimenticabile, tra tutte, la doppietta al Barcellona nei quarti di finale nell’edizione 2016/2017 della Champions League.

La rosa e il mercato – Retrovie

In porta, sfumata l’opportunità Donnarumma, a difesa dei pali rimarrà sicuramente Wojciech Szczęsny. Il polacco, d’altronde, ha sempre goduto di piena fiducia da parte di Allegri. Nessun indizio, invece, su chi sarà chiamato a rivestire il ruolo di secondo portiere dopo l’addio del leggendario Gigi Buffon.

In difesa, al netto della possibile partenza di Bonucci, ci sarà spazio per i giovani. Al centro sarà la coppia De LigtDemiral a dominare la scena, con Chiellini a fare il  veterano e Dragusin pronto a subentrare.
Sulle fasce, invece, qualità ed esperienza con Cuadrado, Danilo e Alex Sandro ma per portare freschezza e corsa potrebbe essere richiamato Pellegrini (attualmente in prestito). Molti rumors circondano da mesi anche il nome di Emerson Palmieri, più volte accostato alla Vecchia Signora. Lecito aspettarsi rinforzi sulle fasce, dunque, se consideriamo pure il fatto che Cuadrado nell’originario 4-2-3-1 allegriano rivestiva il ruolo di esterno alto e che, se opportunamente sostituito, sarebbe da considerare pedina utile anche lì davanti.

La rosa e il mercato – Incognita centrocampo

A centrocampo, come si diceva, è buio pesto. E non può bastare la rondine Locatelli (ammesso che arrivi) a far tornar primavera; anche se promette bene per una mediana a due interpreti. Servirà, comunque, almeno un altro innesto di notevole caratura tecnica.

Aspirazioni massime?  Il figliuol prodigo Paul Pogba o il laziale Sergej Milinković-Savić, ma entrambi comportano dei costi attualmente insostenibili.

Il Pogback rappresenta sicuramente l’ipotesi più suggestiva (forse anche per il campione francese). La tifoseria non l’ha certo dimenticato e lo stesso Polpo del Manchester United non è sembrato brillante come quello ammirato alla corte di Madama. L’operazione, tuttavia, è molto complicata e sarebbe possibile solo in scambio con Cristiano Ronaldo ma, per ora, nulla si è mosso.

Quanto a Bentancur, McKennie e Rabiot c’è molta fiducia sul fatto che possano vivere almeno un’altra stagione all’ombra della Mole; idem per Fagioli, molto stimato dall’allenatore toscano che verso la fine della prima esperienza aveva potuto ammirarne le capacità. Discorso diverso per Arthur il cui futuro appare incerto e Rovella che potrebbe essere inserito nell’affare Locatelli come contropartita.

In uscita, o quantomeno sul mercato, sicuramente Ramsey, il cui rendimento ha decisamente deluso le aspettative, ma che l’ingaggio elevato (cifre che viaggiano intorno ai 7 milioni netti) rendono difficile da piazzare. Il gallese però gode, per via del suo trascorso all’Arsenal, di ottima stima in Premier League e potrebbe rientrare anche lui in qualche operazione di scambio.

La rosa e il mercato – Fantasia all’attacco

Venendo all’attacco, anche qui si darebbe spazio ai giovani con la Joya a illuminare tutta la fase offensiva, sempre che arrivi questo benedetto rinnovo. Lo stesso Dybala forma con Morata una coppia collaudata; i due – oltre che aver già giocato insieme – sono ormai giocatori esperti, oltre che molto versatili. Chiesa e Kulusevski sono in rampa di lancio e con l’aiuto di Cuadrado, un Bernardeschi forse ritrovato e magari adattando McKennie (considerato come si sia rivelato un giocatore più offensivo rispetto alle attese), i quattro posti là davanti non sarebbero difficili da coprire.

Certo, con la partenza di Cristiano Ronaldo sarebbe necessario (ma lo era nelle scorse sessioni di mercato) reperire un’altra punta che possa fare reparto con Morata. Nomi più battuti sono Dzeko (ma l’ingaggio e l’età non sarebbero certo compatibili con la nuova linea metodica di svecchiamento) e Maurito Icardi (anche questo in scambio con CR, qualora Mbappé approdasse al Real). Attenzione poi all’idea Memphis Depay che apporterebbe una buona dose di carisma oltre che la capacità di ricoprire tutti i ruoli del reparto avanzato. Di certo, comunque, c’è solo che Ronaldo, muovendosi, creerà un effetto domino nel mercato oppure che si muoverà solo in conseguenza di un valzer d’attaccanti di lusso nell’élite europea.

Insomma, sistemati centrocampo e CR7, i presupposti per un 4-2-3-1 tutta corsa e fantasia ci sarebbero tutti. Poi, tra il dire e il fare, c’è un  campionato Europeo e un’intera sessione estiva di calcio mercato.
E non è poco, soprattutto coi bilanci sofferenti dell’era Covid.

Enzo Panizio
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