Cultura

Distanze e dialoghi: torna a Udine il festival Vicino/Lontano

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Lunedì 21 giugno è stato presentato in conferenza stampa il programma della 17ª edizione del festival Vicino/Lontano- Premio Terzani, in programma a Udine, in presenza, dall’1 al 4 luglio con un evento in anteprima il 30 giugno.

Piazza Matteotti, Udine

 

I 70 appuntamenti previsti in calendario coinvolgeranno quasi 200 ospiti dal mondo delle scienze, della letteratura, dell’arte, dello spettacolo e dell’informazione. Il festival si chiuderà con la serata dedicata alla consegna del Premio Terzani allo scrittore, poeta e attivista Andri Snær Magnason, autore de “Il tempo e l’acqua“(Iperborea), coinvolgente e necessario appello a salvare la terra.

 

«Distanze»

Inutile negarlo: c’è un “prima” e c’è un “dopo”. Lo stiamo sperimentando tutti, come singoli e come
collettività. Ed è proprio sulla linea di frattura prodotta dalla pandemia che si colloca il punto di osservazione della 17esima edizione di vicino/lontano, per provare a riprendere le misure           del mondo, a partire da antiche e nuove “distanze”.
Non è facile comprendere la complessità del momento, ma il festival vuole affrontare almeno alcune questioni, tra le tante che il virus ha contribuito a rendere più evidenti. Tutti abbiamo capito che le azioni dei singoli governi non bastano più, servono quelle collettive: la più urgente è la salvaguardia del pianeta, come ci insegna anche il Premio Terzani 2021, opportunamente assegnato ad Andri Snaer Magnason per il suo libro sull’allarme climatico-ambientaleIl tempo e l’acqua“.

Ed è diventato altrettanto necessario, e urgente, chiederci come contrastare, o almeno correggere, l’estrema polarizzazione delle diseguaglianze in un mondo dominato dalla spregiudicatezza del mercato.
E poi, fino a quando l’accesso a posizioni di potere da parte delle donne sarà solo un’eccezione, mentre l’effettiva parità di genere continua a essere una semplice petizione di principio?

Quali i problemi della scuola e dei ragazzi, al di là di ogni retorica, al tempo della Dad?

Come riconquistare una fisicità possibile?

E soprattutto, come può la parola della scienza dialogare con le paure e le inquietudini dei cittadini, che chiedono risposte assolute e inequivocabili indicazioni di comportamento?

E lo stato saprà rispondere alla domanda di sicurezza e di efficienza che viene da una società civile sotto stress senza snaturare la sostanza della democrazia?

Quali i limiti e le incognite dell’intelligenza artificiale che quotidianamente accompagna le nostre vite, e le sorveglia?

E infine, in un quadro di incertezza e di trasformazione delle alleanze e degli assetti geopolitici, qual è il nostro posto nel mondo, mentre non abbiamo ancora risolto lo storico divario tra nord e sud del Paese?
Tutto questo per continuare a ragionare insieme, senza la presunzione di fornire risposte, ma coltivando la convinzione che per cambiare le cose bisogna prima capirle, magari ascoltando anche le voci con cui non siamo d’accordo.

Dopo la pausa forzata dello scorso anno, tornano le presentazioni in città e in libreria, da sempre intenso corollario del programma del festival. Si inizia già il 26 giugno , nell’ambito della collaborazione con Far East Film Festival, con “Big in Japan”, un dialogo tra lo youtuber e scrittore Dario Moccia, autore della guida turistica di Tokyo che viene presentata, con il cultore e traduttore di manga Vincenzo Filosa.

Mostre e installazioni

Torna a essere ricco di proposte anche il cartellone delle mostre e installazioni, che pure avevano subito uno stop forzato lo scorso anno. Tutte incentrate opportunamente sul tema del festival.
Si rinnova con questa edizione la collaborazione con la prestigiosa Stamperia d’arte Albicocco di Udine, dove, dal 25 giugno al 30 settembre sarà visitabile “Punto di fuga”, personale di arte contemporanea di Francesco Poiana. Il giovane artista, che vive tra il Friuli e Londra, costruisce nelle sue opere un gioco di partenze, traiettorie, percorsi orientati al punto di fuga. Un luogo irraggiungibile e misterioso (è lì che le parallele si incontrano), che nel suo orizzonte nasconde l’Isola del tesoro, l’America e, bella più di tutte, l’Isola non trovata. Per mare o per terra è il punto di fuga la meta che annuncia distanze incolmabili e incontri fatti di mostri marini e montagne incantate che raccontano come fuggire valga sempre la pena. A costo di diventare scie luminose che nella notte, seconda stella a destra e poi dritti sino al mattino, inseguono l’Isola che non c’è.

Presso la Libreria Martincigh, negli orari di apertura della libreria, sarà visibile “Esercizi Obbligatori atto III”, installazione d’arte di Marilisa Cosello, artista milanese la cui pratica artistica è caratterizzata dalla partecipazione del corpo e dalla costruzione di performance, che attivano un dialogo tra storia, cultura e strutture sociali. Diviso in tre atti come un melodramma, “Esercizi Obbligatori III” è la rappresentazione archetipica di una società ritualizzata ed emotivamente vuota.

Vattolo Arredamenti espone “The Question of the Distance”, installazione della scultrice Cristina Treppo, che attualmente insegna Arte pubblica e Spazi e pratiche del contemporaneo all’Accademia Albertina di Torino. “The Question Of The Distance” è un’opera scultorea realizzata nel 2014 per la Biennale dello Xinjiang in Cina, ricavando da blocchi di cemento cellulare forme che ricordano vasi e bottiglie. Sottili aste di metallo collegano questi corpi, a suggerire una connessione che si fonda sulla distanza, una struttura in equilibrio e tensione calibrata su pieni e vuoti. Oggi questo lavoro sembra quanto mai profetico, quando inaspettatamente ci siamo trovati costretti a seguire disposizioni legate al distanziamento fisico, circondati da ingiunzioni e indicazioni utili a regolare spazi pubblici e privati.
La Libreria Odòs propone “Hiku. Il volto dei ghiacciai” personale di pittura di Paola Gasparotto. Le opere esposte nascono dalla lettura de “Il tempo e l’acqua” di Andri Snær Magnason, Premio Terzani 2021, che ha trasmesso all’artista l’urgenza di “fare qualcosa” con il linguaggio che meglio conosce, quello della pittura. Sono nate così opere che parlano di un mondo, quello dei ghiacciai – aree inospitali e remote –, che sta profondamente mutando. Nei quadri i ghiacci ci rendono partecipi della forza, ma anche dello stato di sofferenza, di vaste aree della Terra che l’uomo sta inesorabilmente e irrimediabilmente modificando.

Negli spazi messi a disposizione dalla Tipografia Marioni verrà esposta la mostra fotografica What Comes Next.  Il progetto/mostra fotografica vuole essere un documento che segnali le conseguenze che il Covid-19 ha prodotto all’interno di uno dei quartieri di Udine più sfaccettati e vitali –per varietà di attività economiche ed eterogeneità della composizione sociale -, trasformandone l’atmosfera.

Impegno e solidarietà

Nella convinzione che, al di là delle parole di indignazione, sia giusto dare segnali concreti di solidarietà nei confronti di chi subisce la sistematica violazione dei propri diritti, è nato l’importante progetto editoriale “Una voce per Sepideh”: insieme all’associazione “Librerie in Comune” di Udine – libera associazione di librai, nata nel 2017,  vicino/lontano ha realizzato la traduzione dal persiano e la pubblicazione dei “Diari dal carcere” di Sepideh Gholian, giovane reporter e attivista iraniana arrestata nell’autunno 2018, mentre seguiva in veste di giornalista lo sciopero dei lavoratori di una raffineria di zucchero. Dopo essere stata detenuta in varie prigioni iraniane, tra cui quella tristemente famosa di Evin, dove le detenute e i detenuti subiscono quotidiani pestaggi e torture di ogni tipo, attualmente è rinchiusa nel carcere di Bushehr.

Condannata in primo grado a 18 anni di carcere e in Corte d’appello a 5 anni, sulla base di una confessione estorta con la violenza, nel giugno 2020 Sepideh Gholian ha rifiutato di inoltrare una richiesta di perdono all’ayatollah Ali Khamenei, Guida Suprema dell’Iran. In un breve periodo di libertà provvisoria, nella primavera dello scorso anno, era riuscita a scrivere e far circolare – tramite IranWire, sito d’informazione con base a Londra gestito da giornalisti e attivisti sfuggiti al regime – le sue memorie del carcere, ed è per questo ora sotto processo anche per “diffusione di propaganda e falsità”.

Sepideh Gholian

Il progetto ha ottenuto il patrocinio di Amnesty International Italia. Il ricavato della vendita del librò sarà destinato a coprire le spese legali di Sepideh Gholian. Una quota verrà devoluta ad Amnesty – che celebra quest’anno i 60 anni di attività e ha contribuito a liberare con le sue campagne oltre 50mila prigionieri di coscienza”. I Diari saranno presentati in anteprima nazionale al festival nella giornata inaugurale con l’intervento di Emanuele Russo, presidente di Amnesty International Italia, Giuliana Borsatti, giornalista esperta di Iran e Fabrizio Foschini, traduttore dei Diari e dottore di ricerca in Istituzioni e relazioni internazionali dell’Asia. Darà voce alla struggente testimonianza di Sepideh l’attrice Aida Talliente, accompagnata dal musicista di origine iraniana Mehdi Limoochi.

Vicino/lontano, tra l’altro, rinnova la sua adesione alla campagna “Siamo tutti Patrick Zaki” dell’Università Alma Mater Studiorum di Bologna. La sagoma che lo raffigura, disegnata da Gianluca Costantini, occuperà – purtroppo – anche quest’anno un posto in prima fila nella chiesa di San Francesco. Vicino/lontano come sempre chiede #VeritàeGiustiziaperGiulioRegeni.

La partecipazione a tutti gli eventi del festival è libera e gratuita, con prenotazione obbligatoria online, sul sito vicinolontano.it.

Irene Ferigo

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