Cultura

Piet Mondrian: il grande ispiratore dell’estetica contemporanea

Tempo di lettura: 6 minuti

Anche chi non è mai stato in un museo o ha rimosso le lezioni di arte del liceo conosce Piet Mondrian. Le linee, i colori vividi e il leitmotiv geometrico, segni distintivi dell’artista neoplastico, sono stati la maggiore fonte d’ispirazione per il mondo della moda, del cinema e soprattutto del design per tutto il Novecento e oltre.

Non è una novità che i grandi creatori del mondo delle arti visive si influenzino o omaggino a vicenda, nutrendosi delle reciproche idee, per rivisitarle o criticarle con ironia. Per l’arte contemporanea nello specifico, però, si è dovuto spesso assistere a vere e proprie offese all’ideologia dell’artista e al suo lavoro, in favore solamente di una mera riproduzione estetica e decorativa che scade nella volgarità e nel cattivo gusto (come nel caso del merchandising d’arte: ne abbiamo parlato qui).

A causa della vastissima influenza che suscitò già tra i contemporanei, l’arte di Mondrian non è sfuggita al disastro commerciale, ma ha potuto vantare anche una notevole ispirazione d’autore. Nel giorno del compleanno di questo grande artista, vogliamo perciò proporvi tre celebri esempi di omaggio e rivisitazione del Neoplasticismo, che rivelano anche la fortissima attualità del pittore olandese.

Piet Mondrian…

Innanzitutto, chi era Piet Mondrian? Su cosa si basavano la sua arte e la teoria neoplastica?

Come ogni grande artista, Mondrian fu inizialmente ostacolato nella propria vocazione. Nacque nel 1872 ad Amersfoort, in Olanda, da un padre disegnatore amatoriale ma calvinista praticante, che esigeva dal figlio la massima obbedienza. Per questo motivo Mondrian intraprese la carriera di maestro di disegno, sotto imposizione del padre.

Ma insegnare una pittura naturalistica era assai limitante, e Mondrian lo sapeva bene. Così, dopo aver superato il concorso per l’insegnamento alle scuole elementari, proseguì gli studi accademici alla Rijksakademie di Amsterdam. Iniziò da subito a sperimentare più con la tecnica che con i soggetti. Le sue prime opere rappresentano, infatti, costantemente lo stesso albero, affrontato però sempre con tecniche differenti: prima l’impressionismo olandese, poi puntinismo e fauvismo, la cui forza del colore avrà un impatto fondamentale su tutta l’arte successiva di Mondrian.

Questo sperimentare lo conduce, come molti prima di lui, all’immancabile viaggio a Parigi, per approfondire le lezioni cubiste di Picasso e Braque e quelle fondamentali e precubiste di Paul Cézanne. Mondrian si avvia pian piano ad abbandonare la rappresentazione naturalistica per ragionare sui colori e le forme, in particolare le linee.

Nel 1914 torna in Olanda, richiamato dalla malattia del padre, ed è costretto a rimanervi a causa dello scoppio della Prima Guerra Mondiale. La sua sperimentazione non si ferma: nel 1915 conosce Theo van Doesburg e Bart Van der Leck. Con loro, due anni dopo, fonda il gruppo artistico De Stijl, con annessa rivista.

…e il Neoplasticismo

Con la rivista De Stijl (in olandese, “Lo Stile”), Mondrian diede per la prima volta voce in prosa alla ricerca artistica che stava conducendo su tela. L’intento del pittore era quello di rappresentare la realtà affidandosi alla purezza della geometria, per raggiungere stati di una sensibilità superiore e giungere infine a migliorare l’esistenza dell’umanità. Infatti, da cultore del disegno formale quale era, Mondrian non solo era alla ricerca incessante del perfetto equilibrio – quello rinascimentale, per intenderci – tra le parti della composizione, ma era anche convinto che il valore estetico dell’opera potesse assicurare un beneficio collettivo.

Si tratta ovviamente di un approccio utopico e molto ermetico all’arte: per questo motivo prediligeva una tavolozza di colori primari e si affidava completamente al valore simbolico delle linee. Secondo la teoria neoplastica, infatti, le linee verticali rappresentavano il maschile e l’universale, mentre quelle orizzontali il femminile e l’individuale. Il compito dell’artista era dunque quello di incrociare queste due forze per ridurne le tensioni e trovare un’armonia perfetta tale da agire sull’esterno, e migliorare l’esistenza di ciascuno.

La grandezza dell’arte di Mondrian sta proprio qui, nel reggersi in un equilibrio perfetto tra tecnica storica e astrazione contemporanea, senza mai dimenticare la funzione dell’opera d’arte. Se dovessimo individuare tre principi chiave della produzione mondriana, potremmo ritrovarli nei concetti di sensibilità, beneficio collettivo ed estetica. Tre parole che dimostrano quanto l’arte di Mondrian fosse destinata ad avere un grande impatto sulla società, e che sono stati ripresi singolarmente da alcuni che hanno voluto omaggiare  e celebrare l’arte di Mondrian.

A Clockwork Orange, Stanley Kubrick

Parlando di sensibilità non possiamo non pensare al cinema. È risaputo che la settima arte abbia la capacità, più di tutte le sue colleghe, di smuovere corde, sentimenti e sensazioni. Ed è altrettanto noto che grandi registi si siano ispirati agli artisti per la composizione di scene e settings. Primo fra tutti, Stanley Kubrick.

Il cineasta di capolavori quali Shining e Arancia Meccanica ha sempre sostenuto che il cinema è la fotografia della fotografia della realtà”: al di là del suo genio e talento, l’intento di Kubrick era quello di creare una doppia scrittura all’interno della quale inserire la narrazione, in modo da realizzare visivamente l’inscindibilità delle varie forme d’arte, ma anche per dare enfasi tematica ad ogni scena.

In questo modo, Kubrick non solo ha omaggiato, ma ha rivisitato la funzione artistica di grandi talenti, adeguandola alla propria ricerca, sempre rispettandola. I maggiori riferimenti compaiono in Lolita (1962, con richiami a Domenico Ghirlandaio), in Barry Lyndon (1975, con una scena in particolare palesemente ispirata a L’Incubo di Heinrich Fussli) e nell’intramontabile Arancia Meccanica (A Clockwork Orange) (1971), in cui compaiono i quadri di Van Gogh e Mondrian.

Yves Saint Laurent e l’abito Mondrian

Nell’ambito della moda i richiami a Mondrian si sprecano, ma nessuno è riuscito ad eguagliare la genialità di Yves Saint Laurent.

Siamo negli anni Sessanta, il periodo in cui la contaminazione di generi e di espressioni artistiche raggiunge l’apice. Nel mondo della moda, si crea una profonda scissione con l’Haute Couture, simboleggiata da Dior nel decennio precedente: tutto deve richiamare allo scandalo, alla novità e alla libertà.

Il giovane Saint Laurent era un grande appassionato di arte, e per questo motivo non si limitò a riprodurre delle immagine su degli abiti. Il couturier francese riprodusse l’ideologia mondriana sulla stoffa, presentando degli abiti realizzati con un taglio geometrico, cuciti sulla semplicità delle linee, e solo in ultimo decorati con i colori e le linee di Mondrian. In questo modo Saint Laurent non ha solo riprodotto un’idea in un nuovo contesto, ma ha anche lanciato le basi alla cultura visiva e rivoluzionaria del ’68 e della moda intera.

SMEG: Mondrian e il design

Sin dalla sua nascita il maggior merito di De Stijl è stato quello di favorire il passaggio dell’ideologia di Mondrian dalla pittura all’architettura e al design. Infatti, lo stesso Van Doesburg, il pittore che fondò il gruppo con Mondrian, lavorò ad alcuni progetti architettonici che applicavano le teorie neoplastiche; allo stesso modo, il De Stijl è stato di fondamentale importanza per lo sviluppo del Bauhaus, la vera corrente alla base del design contemporaneo, caratterizzato dalla geometria minimal.

In effetti, il Neoplasticismo si adattava perfettamente ad essere riprodotto sulla scala oggettuale, e di certo l’uso estetico del colore da parte di Mondrian ha conferito un tocco in più. Nel nostro quotidiano, i riferimenti a questo grandioso pittore e al Bauhaus sono immensi, e nemmeno tanto celati. Sicuramente una menzione d’onore va assegnata a SMEG, l’iconica azienda di frigoriferi in stile anni ’50. SMEG rinnova ogni anno il proprio design, collaborando con importanti studi di settore e cercando sempre di rinnovare il modello FAB28. L’azienda non si limita a produrre dei semplici elettrodomestici: rivela, anzi, un grande studio della storia del design; ecco comparire la linea Dolce Stil Novo o il frigorifero lineare Mondrian.

Sara Maietta
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Sara Maietta
Una vita ascrivibile all'ABCD: aspirante curatrice, bookalcoholic, catalizzatore di dissenso e dadaista senza speranze.