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Società

Marghedì, il bello della settimana: Giornata della Pace

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Per questa volta, il bello della settimana capita di mercoledì, visto che domani 21 settembre si celebrerà la Giornata Mondiale della Pace. Istituita il 30 novembre 1981 dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, la Giornata della Pace nasce dalla volontà di creare un giorno all’insegna della pace mondiale e della non violenza.

L’anno in cui una giornata non basta

Capita, per fortuna, raramente di ritrovarsi in un periodo storico così ricco di eventi sconvolgenti. Gli ultimi anni ci hanno messo a dura prova, sugellando mesi di sacrifici con le vicissitudini strazianti di interi Paesi devastati dalla guerra, con conseguenze impattanti su scala mondiale. E forse quest’anno, più di ogni altro da quando è stata istituita, non basta una sola Giornata della Pace. Per rimettere le cose in pari dovremmo, come minimo, finire l’anno con questo spirito. Lo spirito di chi non trova soluzione nel conflitto ma nel confronto, nella tolleranza e nel dialogo. Ma se il Marghedì è fucina di belle notizie, perché stiamo qua a parlare della guerra?

Educare alla pace

“Tutti parlano di pace ma nessuno educa alla pace. A questo mondo si educa per la competizione, e la competizione è l’inizio di ogni guerra: quando si educherà per la cooperazione e per offrirci l’un l’altro solidarietà, quel giorno si starà educando alla pace”

Maria Montessori

Ciascuno, nel proprio piccolo, può piantare un seme di pace da far fiorire nelle coscienze degli adulti di oggi e di domani. Quel seme può essere piantato attraverso la lettura, che sostituisce la visione scabrosa di programmi tv e bacheche social insanguinate. I libri stimolano le menti a produrre pensiero critico per evitare che gli errori della Storia si ripetano in futuro. Si può educare alla pace portando alla luce le storie di personaggi che con azioni collettive non violente hanno riportato grandi risultati politici e sociali.

Libri per la pace

Se non sapete da dove cominciare, vi diamo qualche consiglio sulle letture che seminano pace.

“We are all humans. 15 parole che non fanno rima con razzismo”, per esempio, scritto da Emanuela Nava e Simona Mulazzani, è un testo adatto a partire dai 6 anni e raggruppa quindici parole che stimolano la riflessione e il confronto sul tema del razzismo. Rispetto, coraggio, immaginazione, ascolto, giustizia: sono queste le uniche armi da usare.

“Favole di pace”, di Mario Lodi, offre invece la possibilità di immaginare un mondo alternativo senza violenza, fatto solo di speranza e fantasia. Sono favole vere, nate nella scuola da idee di bambini, facili da leggere da soli a tutte le età ma anche utili per stimolare un dibattito collettivo.

Per finire c’è Il Bambino Nelson Mandela” di Viviana Mazza, la storia che una nonna sudafricana racconta ai cinque nipoti. La storia di un bambino combinaguai, Nelson – Madiba per il suo popolo- che divenne un grande uomo di pace e vinse il premio Nobel.

a cura di Margherita Sarno
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Margherita Sarno
Nata in una domenica di maggio, dedita agli studi linguistici trasformatisi poi in islamici, dopo la laurea diventa giornalista. Scrive per chi ama l’informazione pulita, per chi vuole ritrovarsi nelle parole che evocano sentimenti comuni e soprattutto per chi cerca la compagnia tra le righe.