John Keats
Libri

In ricordo di John Keats, il poeta “sensoriale” della bellezza

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Beauty is truth, truth beauty, – that is all
Ye know on earth, and all ye need to know.

Il distico della quinta strofa di Ode to a Grecian Urn va considerato come l’epitome dell’ideale platonico di John Keats, precocissimo e dannato baluardo del Romanticismo poetico inglese. L’identificazione della bellezza con l’etica, e dunque con la scoperta della verità, costituisce la summa del pensiero del poeta che nasceva il 31 ottobre di 225 anni fa.

La vita e la poesia di Keats hanno finito per rincorrersi e ricalcarsi a vicenda: l’esistenza del poeta, durata soltanto venticinque anni, è stata rovente ed impetuosa. Si è consumata in fretta come il fervore incandescente dei suoi versi immaginifici, che tuttavia di fugace hanno avuto poco. Sono rimasti incastonati come diamanti nel gotha dell’eternità letteraria.

Da medico a poeta

Di natali umilissimi e ben presto orfano, il giovane Keats inizia un tirocinio di medicina al Guy’s Hospital. Si rende però ben presto conto che la sua vocazione si aggira dalle parti del calamaio. Il suo punto di riferimento sarà Leigh Hunt, direttore del periodico The Examiner. Sarà lui ad avvicinarlo a un mostro sacro come Shelley, sarà a casa sua che John Keats comporrà il suo primo sonetto: On First Looking into Chapman’s Homer, incluso nella raccolta Poems. Dopodiché sarà la volta del primo poema, Endymion. Pubblicato in quattro libri nel 1818, Endymion è tempestato da pennellate di immagini audaci, affreschi di estetismo fine a sé stesso, sensazioni neoclassiche nel descrivere la vicenda di Endimione, pastore amato dalla Luna. L’opera tuttavia, non soddisferà mai Keats, tanto da generargli addirittura frustrazione.

Gli echi mitici, le odi e la “poesia dei sensi”

Inizialmente avversato dalla critica, che giudica Endymion un fiasco, sarà nelle odi che Keats porterà al culmine la nitidezza, il vitalismo e la carica musicale dei suoi versi. Il cardine della poesia di Keats è l’assoluta egemonia dell’immaginazione. Un’immaginazione senza morale, che rigetta la ragione come fonte di verità. La qualità imprescindibile, per Keats, è shakesperiana. Si tratta della negative capability, ovvero l’abilità di esistere in una condizione di dubbio “laico”, senza rincorrere impazientemente certezze assolute o credenze metafisiche definitive.

Le odi, comprese nella raccolta Lamia, Isabella, The eve of St. Agnes, and other poems, rappresenteranno l’espressione più limpida del genio poetico di Keats. L’accuratezza nella rappresentazione delle immagini è un tratto distintivo della sua poetica, frutto dell’attenzione maniacale per le percezioni sensoriali e la dimensione spaziale degli oggetti. Il continuo scambio di impressioni percettive consente all’immagine di apparire nitida non solo agli occhi di chi legge, ma anche al tatto. Un’impalcatura che conferisce una straordinaria musicalità a versi che sublimano il dualismo eterno tra reale e ideale: l’arte, come il canto dell’usignolo dell’Ode to a Nightingale, è eterna, la vita no. I richiami alla grecità sono continui, in una veste quasi neoclassica. Testimonianza straordinaria del pensiero e della poetica di Keats è l’epistolario, da cui emerge anche la personalità fortemente emotiva dell’autore.

“Qui giace un uomo il cui nome fu scritto sull’acqua”

È l’epitaffio che il poeta volle sulla sua tomba del cimitero acattolico di Roma, dove fu seppellito. Le condizioni di salute di Keats si erano aggravate già intorno ai vent’anni, forse una ragione in più per l’urgenza sempre crescente della sua poesia. A 25 anni la tubercolosi portò via lui, ma non sarebbe mai riuscita a cancellare gli immortali arabeschi dei suoi versi, moniti gentili all’umanità tutta. Voleva il suo nome scritto sull’acqua, forse perché voleva che venisse trascinato verso ciò che aveva cercato tutta una vita: la bellezza e la verità pura, senza necessità di didascalie.

Bright Star

Il film Bright Star, uscito nel 2009 (e il cui titolo si ispira alla poesia Bright star, would I were steadfast as thou art) racconta gli ultimi, tormentati tre anni della vita di Keats (interpretato da Ben Whishaw) e la relazione travagliata ma intensissima con Fanny Brawne. Un amore fulgido, come la sua poesia.

Mattia Passariello
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