il migliore dei futuri possibili
Cultura

Il migliore dei futuri possibili, la distopia nello spazio pubblico dei DustyEye

Tempo di lettura: 2 minuti

Progresso tecnologico e scientifico, social network, internet, il declino ambientale, l’avanzare del populismo demagogico contemporaneo, una pandemia globale: vivere nel secondo decennio del XXI secolo significa confrontarsi quotidianamente con un mondo dal futuro in chiaroscuro.

Se da un lato abbiamo i mezzi e gli strumenti per ambire a migliorare le nostre vite, è pur vero che la distopia – attraverso la sua espressione letteraria e multimediale – ci ha ben insegnato che il passo è breve dal declino negativo della civiltà.

George Orwell, Aldous Huxley, H. G. Wells e Ray Bradbury, giusto per citare quattro autori la cui lettura può chiarire le idee sotto questo punto di vista.

A partire da queste (e altre) suggestioni, il collettivo artistico DustyEye – da sempre attento al connubio tra l’avvenire, l’arte e lo spazio pubblico – ha “infestato” a partire dal 2017 alcune città italiane con Il Migliore dei Futuri Possibili.

Il Migliore dei Futuri Possibili, il progetto

«Niente preamboli, abbiamo viaggiato nel Tempo grazie ad un cronotrasportatore recapitatoci in forma anonima agli albori del 2017.
A quanto pare non abbiamo di che preoccuparci, la Storia continuerà ad offrire un susseguirsi di Medioevi e Rinascimenti, mentre il Sole non sembra così deciso a esplodere come profetizzato. Non troppo in fretta perlomeno.
​Laddove il Domani ha lasciato licenza d’esporto, sono stati recuperati alcuni reperti.
Frammenti dell’Avvenire incastonati nel nostro Presente.»

Così descrivono il progetto sulla sezione del sito ufficiale dedicata a esso, dove è anche possibile passare in rassegna tutte le opere relative a Il Migliore dei Futuri Possibili.

Una serie di targhe in alluminio che raccontano e commemorano gli avvenimenti più significativi di un ipotetico futuro. Sparse tra Roma, Bologna, Milano, Venezia, Padova, Pescara, Revine Lago (Treviso), Civitella D’Agliano (Viterbo), Sentiero della Bonifica (Arezzo) e Berlino (Germania, unica targa “straniera”), un viaggio attraverso versioni di quello che potrà essere.

Androidi emotivamente avanzati, ecoterrorismo per ridurre l’impatto ambientale, apolidia digitale, deportazioni su Marte per violazione della privacy, moti di rivolta maschilisti, la Carta dei diritti universali dei software senzienti e il primo universo parallelo abitabile. Questi solo alcuni dei futuri possibili che le lastre documentano, corredati da reperti recuperati a testimonianza di quanto osservato.

Un ponte verso l’avvenire, attraverso la narrazione, con l’intento di far riflettere soprattutto sul nostro presente. Muoversi con la mente nello spazio e nel tempo per immaginare il migliore dei futuri possibili… o il peggiore?

Il fuoco dell’immaginazione è stato acceso, a voi la scelta.

a cura di
Nicola Di Giuseppe
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Nicola Di Giuseppe
Un’anima straniera in un corpo napoletano, sognatore a tempo pieno e artistoide a tempo parziale. Si ciba di parole e arti visive, mentre viaggia, scopre nuove culture e tifa Napoli. Ogni tanto, poi, cerca di vincere il fantacalcio.