Hugh Grant
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Buon compleanno Hugh Grant: i 5 film che (non) lo hanno reso romantico

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Si scrive Hugh Grant, si legge “cuore in brodo di giuggiole per cotanto amore e tenerezza”. L’attore britannico di Quattro Matrimoni e un funerale (1994) e Notting Hill (1999) è stato tra gli uomini più sognati e desiderati dalle donne millennials; complice, ovviamente, l’aver dato vita a quel prototipo d’uomo tanto maldestro e insicuro quanto sensuale.

Perfetto (ma non troppo) sullo schermo e alquanto irrequieto, per contrasto, nella vita reale, il re delle rom com è tuttavia un attore che ha rivelato di essere degno di tale definizione anche al di fuori del ruolo romantico, cucitogli addosso fin dagli esordi della sua carriera. L’interpretazione del carino e fascinoso cui cadono tutte ai piedi – siano esse avvocati (Due settimane per innamorarsi), segretarie (Love Actually) o famosissime attrici (Notting Hill) – non ha infatti sempre soddisfatto Grant. Anche nel momento in cui il suo faccino grazioso fece lievitare la sua carriera alle stelle, Hugh Grant non perse occasione per lamentarsi delle continue proposte di lavoro in commedie romantiche. Da qualche anno a questa parte sembra averle abbandonate completamente, ma già in passato l’attore britannico ebbe modo di interpretare personaggi variegati, riscattando le proprie doti recitative.

Oggi, il bel Hugh Grant compie 60 anni, e forse sarà contento di essere ricordato per quelle pellicole che lo hanno messo davvero alla prova come attore, sin da giovanissimo. Qui ve ne presentiamo cinque: siete pronti a guardare all’altra faccia del sex symbol dell’ultimo secolo?

1. Sirene (1994)

Nel 1993 (1994 in Italia), un giovanissimo Hugh Grant interpretò un altrettanto giovane prete anglicano, Tony Campion, inviato dall’Inghilterra nelle terre selvagge australiane per prendervi dimora. A seguirlo, sua moglie Estella (Tara Fitzgerald). Prima di partire, viene chiesto alla giovane coppia di fare una pausa durante il viaggio presso la dimora del pittore Norman Lindsay, noto artista locale accusato di dipingere temi blasfemi, e per questo rifiutato da ogni luogo d’arte delle colonie.

La permanenza nella dimora dell’artista, immersa nel verde dell’Australia e popolata da splendide modelle nude, porta la coppia ad esplorare i propri orizzonti e repressioni sessuali, fin tanto a rivalutare la propria vita di coppia. In questa pellicola, Grant di sensuale ha davvero ben poco, al di fuori del fascino donatogli da madre natura. Tony Campion cerca di lottare con tutto se stesso, dall’inizio alla fine del film, contro la promiscuità delle abitanti della mansione, contro i discorsi fortemente antiteologici – il film è ambientato negli anni Trenta -, contro i palesi cambiamenti della moglie sempre più attratta dalle modelle e dallo stalliere, oscillando tra il dovere morale e la rabbia repressa.

Sirene è un film da definire “strano” di diritto: onirico, a tratti disturbante, porta alla ribalta un attore completamente diverso da come lo si era abituati a vedere in quel decennio.

2. L’inglese che salì la collina e scese da una montagna (1995)

Il titolo di questa pellicola, particolare e dimenticata, è particolare tanto quanto la trama. Tutto ruota intorno a due cartografi britannici che giungono in una piccola cittadina del Galles per misurare una montagna, ma scoprono che non è alta abbastanza, e che si tratta solamente di una collina.

Siamo nel 1917, la Prima Guerra Mondiale imperversa così come l’urbanizzazione sfrenata, e il cartografo George Garrad (Ian McNeice), insieme al suo apprendista Reginald Anson (Hugh Grant), giunge nel paese di Taff’s Well, il cui orgoglio cittadino è proprio il promontorio Ffynnon Garw. Con grande oltraggio della popolazione, i due cartografi decretano che la montagna è appunto unicamente una collina, dato che non raggiunge i 1.000 piedi di altezza. Segue un artificioso impegno da parte di tutti gli abitanti del villaggio per cercare di aumentare l’altezza della collina tanto quanto basta, sabotando il rientro dei due cartografi e costringendoli a prolungare la loro permanenza. E tra i tanti piani messi in atto, c’è quello di sedurre l’apprendista Grant, probabilmente per corromperlo, perché dopotutto «I giovani che tornano distrutti da una guerra non meritano di essere anche privati dell’orgoglio di vivere vicino alla prima montagna del Galles».

L’interpretazione di Grant è esilarante tanto quella della storia in sé, e rivela un altro modo di fare commedia ugualmente calzante a pennello per l’attore.

3. Extreme measures – Soluzioni estreme (1996)

Uno tra i pochissimi thriller interpretati dall’attore, Extreme measures vede Hugh Grant nei panni di un medico inglese, Guy Luthan, di stanza a Manhattan. Una sera giunge al suo ospedale un paziente con sintomi gravi e inspiegabili, che muore di lì a poco. Colto dalla stranezza della situazione e dalla propria professionalità, il giovane dottore si mette alla ricerca della causa scatenante della morte, zeppa di misteri dall’inizio alla fine in ospedale, e al corpo che non vedrà mai l’obitorio. Si tratta di un thriller avvincente, incentrato sulla sperimentazione sugli esseri umani; gli sguardi languidi del William Thacker di Notting Hill lasciano spazio a una recitazione forte e ad un personaggio ricco di tenacia.

4. About a Boy (2002)

Prima di essere un film interpretato alla perfezione da un Hugh Grant già maturo, About a Boy è un bestseller della letteratura contemporanea inglese. Il libro, scritto da Nick Hornby, vendette più di un milione di copia in Inghilterra nel 1998, ed è diventato uno dei libri più venduti di sempre nel Paese.

Abouy a Boy è a tutti gli effetti una commedia romantica, ma di un romanticismo diverso da quello a cui siamo abituati a pensare quando si parla di Hugh Grant. In questo film, l’amore esplorato è quello tra un padre e un figlio adottivo. I tratti tipici del personaggio di Grant – Will nel film -ci sono tutti: ricco, scapolo, rigorosamente londinese; frequentatore di caffé e luoghi alla moda e intrattenitore di relazioni brevi con un’infinità di donne. Proprio per questa sua volontà di relazione breve, Will individua le madri single come il campo di caccia perfetto: sono sempre loro, ad un certo punto, ad abbandonare la nave.

Ad intralciare ogni suo piano di conquista di Susie, la mamma single individuata, è Marcus, figlio dodicenne di un’amica di Susie. Marcus entra prepotentemente nella vita di Will, anche per superare il trauma del tentato suicidio della madre e avere lungo la giornata una piccola parentesi che lo escluda dalle pressioni quotidiane. Il rapporto che si instaura tra Will e Marcus farà rendere conto a Will della piattezza e monotonia della sua vita precedente, mentre permetterà a Marcus di crescere e accettarsi.

Candidato all’oscar per miglior sceneggiatura non originale e ai Golden Globe per miglior attore – proprio con Grant -, About a Boy è una pellicola che gli amanti dell’attore britannico non possono lasciarsi scappare, e che dimostra come lo Hugh Grant dello schermo sia capace di amare a 360°.

5. Paddington 2 (2017)

Paddington è un film che non necessita di presentazioni: la famosa storia del personaggio della letteratura inglese per bambini, trasposta cinematograficamente da Paul King nel 2014, ha avuto un grandissimo ed immediato successo. Nel sequel del primo film, giunto nel 2017, si è aggiunto al cast il nostro Hugh Grant. Non poteva quindi che essere un altro grande successo: grazie alla sua recitazione e alla sua performance comica la pellicola è stata candidata ai British Academy Film Awards e al San Diego Film Critics Society Awards.

Questa rassegna di buon compleanno ad uno degli attori britannici più importanti degli ultimi anni non poteva che terminare con un film del genere, che mette tanto in luce la poliedricità di Hugh Grant e il suo talento. Che non ci resti male, però, il nostro Hugh, se per molte continuerà ad essere sempre e solo l’affascinante sbarbatello venditore di guide da viaggio.

Sara Maietta
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Sara Maietta
Una vita ascrivibile all'ABCD: aspirante curatrice, bookalcoholic, catalizzatore di dissenso e dadaista senza speranze.