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“Scuola a distanza zero”: Flash Mob virtuale contro la didattica antidemocratica

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Questa mattina migliaia di utenti del web tra insegnanti, genitori e alunni hanno unito la loro presenza in rete per un flash mob virtuale contro i limiti educativi della scuola digitale.

L’evento è stato organizzato dall’Assemblea SCUOLA A DISTANZA ZERO, nella riunione telematica del 16 maggio scorso. L’assemblea unisce negli intenti e nelle rivendicazioni diverse soggettività, tra cui il gruppo di genitori SCUOLA E BAMBINI AL TEMPO DEL COVID-19, diversi collettivi studenteschi e i Cobas Scuola Napoli.

I rischi della Scuola Digitale

Si sono raccolte migliaia di immagini inviate da docenti e studenti che, relegati nella asfittica dimensione virtuale, hanno affidato a cartelli di protesta l’urlo della Scuola insostituibile e insurrogabile, quella dei corpi che interagiscono, sperimentano e si relazionano in uno spazio democratico, dialettico e inclusivo.

L’iniziativa ha inteso denunciare i limiti e i rischi educativi, operativi e  sociali della “Scuola digitale”, sponsorizzata dai colossi del Big Tech e da un Ministero intenzionato a “normalizzarla”, il che determinerebbe il passaggio definitivo dalla Scuola del pensiero critico e delle conoscenze a quella del pensiero unico e delle competenze immediatamente “spendibili” sul mercato, già avviato dalla contestatissima e pessima Legge 107 (“Buona Scuola” dell’epoca Renzi).
Per archiviare definitivamente questo improponibile e fallimentare surrogato della scuola viva e vera, si è deciso di palesare la netta contrarietà del mondo della scuola alle ipotesi di “didattica mista” (metà in presenza e metà in video) che si stanno prospettando e che inquietano non poco.

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Insegnare non è assegnare

Gli slogan più frequentemente usati da quelli che si sono scattati foto collettive o in piccoli gruppi, esibendo cartelli, sono stati “Insegnare non è assegnare; imparare non è cliccare”; “Fine della trasmissione. Questa non è lezione!” e “Per uscire dai loro schemi, usciamo dai nostri schermi”. Il tutto anche con riferimento polemico al fatto che la decretazione d’emergenza della Fase 2 si sta occupando di riaprire le attività produttive e non i luoghi della conoscenza, della ricerca e della cultura, e sta ancora limitando il fondamentale diritto all’espressione del dissenso.

Priorità alla Scuola

L’assemblea, inoltre, aderirà domani, sabato 23 maggio, all’iniziativa “Priorità alla Scuola”, che si svolgerà in diverse città d’Italia, nel pieno rispetto delle misure di sicurezza vigenti. Si chiedono investimenti adeguati per l’edilizia scolastica, scorporo delle classi-pollaio, sospensione del pagamento del cosiddetto “contributo volontario”, incostituzionale e reso più oneroso dalla crisi, pensionamento dei docenti che hanno raggiunto i 60 anni d’età e assunzioni in numero adeguato rispetto alle esigenze effettive.

La scuola non è un costo da tagliare, ma la garanzia di un futuro all’insegna del progresso vero, quello, cioè, che la distanza la riduce a zero, facendo uguaglianza.

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