Terra dei Fuochi
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Terra dei Fuochi, accertata la relazione causale tra rifiuti e tumori. Per gli attivisti è “scoperta dell’acqua calda”

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Quella del Covid-19 non è l’unica emergenza sanitaria che l’Italia si trova attualmente a fronteggiare.
Ne esiste un’altra, più localizzata, mai davvero dichiarata ufficialmente e molto più silenziosa: le malattie e le morti legate allo smaltimento illecito dei rifiuti.

Di ciò che succede nella Terra dei Fuochi si è parlato molto (anche se spesso male) sui media.
In quest’area, che comprende la provincia a nord di Napoli e quella a sud di Caserta, c’è da decenni una vera e propria guerra mediatica, quella tra coloro che vogliono urlare al mondo l’ingiustizia che stanno vivendo e quelli che, puntualmente (ignoranza o faziosità?), provano a sminuire o, addirittura, a negare ciò che accade.

Oggi, per tanti attivisti, è stato il giorno della verità.
Un report, prodotto grazie all’accordo tra la Procura di Napoli Nord e l’Istituto Superiore di Sanità, ha attestato che il nesso tra l’insorgenza di alcune malattie gravi (in particolare asma, tumore al seno, varie forme di leucemia e malformazioni congenite) e lo smaltimento illecito dei rifiuti è una cosa reale. Un fatto, non un’opinione.

Così viene a cadere una delle critiche principali di tanti “riduzionisti”, ovvero che la relazione causale tra tumori e rifiuti non fosse mai stata accertata.

Una “scoperta dell’acqua calda”

Tuttavia, per i tanti attivisti contro il biocidio nella Terra dei Fuochi, ciò che è emerso è null’altro che un’evidenza tardiva.
Secondo Gabriel Aiello, portavoce del movimento casalnuovese “Ci Avete Ucciso La Salute“, è «una notizia scontata. molti di noi l’hanno definita la “scoperta dell’acqua calda”. Per anni ci hanno chiamati allarmisti, purtroppo abbiamo sempre saputo di avere ragione.
Adesso nessuno potrà più negare. Ci sono voluti 5 anni per questo studio, che comprende solo i 38 comuni della Procura di Napoli Nord. Si dovrebbe estendere a tutti i comuni della Terra dei Fuochi”».

Terra dei Fuochi
Gabriel Aiello, portavoce del movimento giovanile “Ci Avete Ucciso La Salute”

Una delle vicende passate più dolorose, per gli attivisti, è quella che vede l’ex Ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, sminuire il problema: «dovrebbe come minimo scusarsi. Per anni ha detto che in Campania ci si ammala per gli stili di vita sbagliati».

Anche il Presidente della Regione, Vincenzo De Luca, ha talvolta manifestato una certa tendenza riduzionista: «adesso non potrà più nascondersi dietro un dito».

Quando partiranno le bonifiche?

Fate presto“.
È quanto emerge dal report.

Per il presidente dell’Iss Silvio Brusaferro:è necessario sviluppare un sistema di sorveglianza epidemiologica integrata con dati ambientali nell’intera Regione Campania e in particolare nelle province di Napoli e Caserta, così come nelle altre aree contaminate del nostro Paese, in modo da individuare appropriati interventi di sanità pubblica, a partire da azioni di bonifica ambientale“.

Secondo il Procuratore di Napoli Nord Francesco Grecole bonifiche devono partire immediatamente per contrastare l’emergenza più importante per Caserta e Napoli dopo il Covid“.

Lo Stato, come per il coronavirus, sembra aver scelto la strada della convivenza”, ci ha detto Aiello.

L’Italia, come tutto il mondo, sta giustamente impegnando tutte le proprie forze nel contrasto alla pandemia da Covid-19.
In Campania, tuttavia, si continua a morire non soltanto a causa di questa.
Le bonifiche, la mappatura dei casi di tumore collegati ai rifiuti e dei roghi tossici, sono operazioni che dovrebbero partire il prima possibile.
Gli abitanti della Terra dei Fuochi le aspettano da tutta la vita.

Pietro Colacicco
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Pietro Colacicco
Responsabile Editoriale di Borderlain.it. Laureato in Scienze Politiche, Sociali e Internazionali e Giornalista pubblicista dal 2017. Scrive per non implodere. Conosce a memoria la tabellina del 9.