Strage di piazza della Loggia
Cultura

Strage di piazza della Loggia: ricordi di una tragedia bresciana

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A Brescia tutti si ricordano cosa stavano facendo il 28 maggio 1974. A distanza di 47 anni, ricordiamo la strage di Piazza della Loggia, anche attraverso i ricordi di due donne bresciane, che quel giorno se lo ricordano molto bene.

Brescia, 28 maggio 1974

A. il 28 maggio 1974 se lo ricorda molto bene. All’epoca aveva 39 anni. Viveva in città, appena fuori dal centro storico, piuttosto vicino all’ospedale, insieme al marito e al figlio. Il 28 maggio 1974 era un martedì. Come al solito, A. si era svegliata e aveva preparato la colazione, aveva salutato il marito e il figlio che uscivano di casa e si era andata a preparare. Probabilmente si era dedicata un po’ alle faccende di casa.

Un po’ prima delle 10:00 le era venuto in mente che sarebbe dovuta passare dal fotografo, il motivo non se lo ricorda. Forse doveva andare a portare qualche rullino a sviluppare, oppure doveva ritirare degli scatti già pronti. Il fotografo era un amico del marito, aveva il negozio in centro, appena dietro Piazza della Loggia. Lo avrebbe raggiunto a piedi senza problemi, non ci sarebbero voluti neanche venti minuti, almeno si sarebbe fatta una passeggiata. Peccato che quando si affacciò alla finestra del salotto vide che aveva cominciato a piovere. Rinunciò così alla passeggiata. Dal fotografo ci sarebbe andata il giorno dopo. Probabilmente tornò alle sue faccende. Un’oretta dopo squillò il telefono.

Strage di piazza della Loggia
© Francesca Cammarata

Era P., sua cognata. La sua voce era molto agitata: “Hai sentito cos’è successo? Hanno messo una bomba in Piazza della Loggia! Tu non l’hai sentita? C’era la manifestazione, dicono che ci sono dei morti. Tu sai qualcosa? Voi state bene?” A. si ricorda che, mentre ascoltava incredula le parole della cognata, le si rizzarono tutti i peli delle braccia. 

A. il 28 maggio 1974 se lo ricorda molto bene. Sarebbe dovuta passare proprio per quella piazza, ma la pioggia l’aveva convinta a rimanere a casa.


E. il 28 maggio 1974 aveva 6 anni, frequentava la prima elementare dalle Canossiane. Quel martedì lei si trovava a scuola, come sempre. Quel giorno era un giorno particolare. Le suore avevano allestito un cinema nel refettorio per poter proiettare un film. E. ovviamente non si ricorda il film che lei e i suoi compagni stavano vedendo. D’altronde aveva solo 6 anni. Ma una cosa se la ricorda molto bene. Nel buio di quel cinema improvvisato, ad un certo punto le si era avvicinata la suora per dirle che sua mamma era venuta a prenderla.

Strage di piazza della Loggia
© Francesca Cammarata

E. pensò che era molto strano: sua mamma non veniva mai a prenderla in anticipo, anzi. Spesso doveva aspettarla una mezz’oretta dopo il suono dell’ultima campanella, perché la sua mamma lavorava fino a tardi. E. probabilmente nel buio di quella sala, mentre si alzava per seguire la suora verso l’uscita, si sentì un po’ in imbarazzo. Sicuramente non era contenta: sua mamma proprio il giorno del cinema doveva passare a prenderla prima?

La mamma di E. era molto agitata, spaventata. Parlava di una bomba, di un attentato, che probabilmente ce ne sarebbero stati altri. E. aveva solo 6 anni e ovviamente non si era resa ancora conto dellla gravità della situazione.


Quel giorno, il 28 maggio 1974, a Brescia, in Piazza della Loggia, si stava tenendo una manifestazione antifascista indetta dai sindacati e dal Comitato Antifascista. Nonostante la pioggia scesero in piazza tantissimi bresciani per dire no al terrorismo neofascista che in quegli anni dilagava non solo a Brescia, ma in tutta Italia. Alle 10:00 del mattino si aprì il comizio. Tutta la piazza era in silenzio e ascoltava Franco Castrezzati, dirigente della CISL, che si scagliava contro il Movimento Sociale Italiano, il partito nato dalle ceneri della Repubblica di Salò di stampo neofascista.

Alle 10:12 un boato interruppe il discorso del sindacalista. Seguì una fitta coltre di fumo. Una bomba posta in un cestino che si trovava sotto il portico della piazza, dal lato opposto della Loggia, esplose. Sotto quel portico decine di manifestanti avevano cercato riparo dalla pioggia. Il bilancio di quella giornata fu di 102 feriti e 8 morti: cinque insegnanti, un ex partigiano e due operai. Mariti, mogli, genitori, figli. 

Un inviato del “Il Giorno” raccontò così il suo arrivo sul luogo:

“Arrivo a Brescia sotto un’acqua torrenziale. L’asfalto manda su afa e vapore. Anche se una squadra di scopini ha già provveduto a lavare il selciato (raccogliendo, in mucchi di immondizie, vetri infranti, indumenti lacerati, brandelli di carne umana, volantini fradici, schegge), si sente ancora l’odore nauseante del sangue, l’orrore del mattatoio” (Il Giorno, 29 maggio 1974). 

La strage di piazza della Loggia oggi rimane uno degli attentati più devastanti degli anni di piombo, insieme a quelli di piazza Fontana e della stazione di Bologna. Sicuramente fu il più politico, vista la manifestazione che stava avendo luogo.

Taormina, 28 maggio 2015

Era l’ultimo giorno della gita della quarta superiore. Io e la mia classe stavamo visitando il teatro antico di Taormina, ultima tappa prima di recarci all’aeroporto di Catania per tornare a Brescia. Mentre eravamo tutti intenti a fare fotografie, la nostra professoressa di filosofia ci richiamò all’ordine. Erano da poco passate le 10:00 e la professoressa ci ricordò che in quel giorno ricorreva l’anniversario della strage di Piazza della Loggia. Probabilmente senza che neanche ci venisse detto, ci sedemmo sui gradoni del teatro e osservammo un minuto di silenzio.

Ricordo che, mentre fissavo in silenzio il mare su cui il teatro si affacciava, mille pensieri mi si formarono in testa. Ripensai a mia nonna, che quel giorno doveva passare proprio di lì, ma era rimasta a casa per la pioggia, e a mia mamma, che quel giorno era uscita in anticipo da scuola, perdendosi il finale di un film. Ripensai alle commemorazioni degli anni precedenti, così sentite dalla mia scuola, visto che una delle vittime insegnava proprio lì. Mi chiesi il motivo per cui questi fatti violenti sono sempre accaduti e continuano ad accadere, indipendentemente da epoche, luoghi e ideologie politiche. Pensai a quanto è importante la memoria: perché Brescia ogni anno torna in Piazza della Loggia e, ricordando e commemorando le vittime di quel 28 maggio 1974, porta avanti la lotta alla libertà, che quella bomba ha provato, invano, a fermare.

Strage di piazza della Loggia
© Francesca Cammarata
Sara Tocchetti
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