Non ho mai recensione
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Non ho mai…: recensione della serie teen di Netflix – RecenSara #3

Tempo di lettura: 3 minuti

Benvenuti ad un nuovo appuntamento con RecenSara, la rubrica di cinema a base di recensioni che esplora il mondo delle piattaforme streaming alla ricerca di prodotti, vecchi e nuovi, da consigliarvi (o sconsigliarvi).

La protagonista della recensione di oggi è una serie teen la cui seconda stagione è uscita da poco su Netflix. Stiamo parlando di “Non ho mai…“, creata da Mindy Kaling e Lang Fisher. La serie segue le vicende dell’adolescente Devi Vishwakumar: da poco orfana di padre e appena guarita da una paralisi psicosomatica, la ragazza si prepara ad un nuovo anno scolastico, nella speranza di risollevare il suo status sociale.

Una serie teen credibile

I prodotti teen televisivi ci hanno abituato da anni a dinamiche drammatiche assai lontane dalla verosimiglianza. Per il pubblico serie teen significa vedere attori quasi trentenni nei panni di sedicenni alle prese con abusi di alcol, droghe, omicidi e chi più ne ha più ne metta. Sono poche le eccezioni che sono riuscite a non sfociare in drammi al limite del paradossale. Il problema principale? Trovare una via di mezzo tra storie troppo adulte e storie troppo infantili sembra difficile, se non addirittura impossibile.

L’arrivo delle piattaforme streaming sembra aver dato però nuova linfa vitale alle serie teen che negli ultimi tempi stanno esplorando in maniera più massiccia i generi comedy e dramedy. “Non ho mai…” ne è un esempio: toni leggeri, uno stile che ricorda le ormai defunte sit-com (senza quelle odiose risate finte in sottofondo) e ultimo, ma non per importanza, attori coetanei ai loro personaggi (almeno nell’aspetto). Tutto questo affrontando in maniera intelligente e per nulla infantile tematiche di una certa importanza: il lutto, i contrasti famigliari, l’amore e la sessualità, l’amicizia, la salute mentale…

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La follia di Marissa Cooper e le sue fiaschette di vodka nascoste negli armadietti sembrano ormai acqua passata. Finalmente (forse) gli showrunner si sono resi conto che i grandi problemi degli adolescenti risiedono in dinamiche più semplici. Perché tra il sentirsi adulti, grandi e indipendenti ed esserlo veramente ci sono in mezzo porte in faccia, delusioni e altre mille esperienze. Perché a sedici anni è molto più probabile cercare su internet a cosa servano gli esercizi di Kegel piuttosto che avere un rapporto occasionale con uno sconosciuto in un bar (Aria Montgomery di “Pretty Little Liars” docet).

Un narratore d’eccezione

A narrare le avventure di Devi c’è il campione di tennis John McEnroe nei panni di se stesso, giocatore amato dal padre della ragazza. McEnroe dà voce ai pensieri della ragazza senza tuttavia sovrapporsi ad essa: con lei condivide la personalità ribelle, spesso esagerata nelle reazioni, che il più delle volte le si ritorce contro.

La scelta narrativa di utilizzare come voce narrante la lingua tagliente di McEnroe contribuisce sicuramente a rafforzare il lato comico della serie, già ben curato dalla penna di Mindy Kaling. Inoltre spinge lo spettatore a chiedersi chi sarebbe il narratore famoso della propria storia, aumentando in un certo senso il coinvolgimento emotivo.

Due stagioni da guardare tutte d’un fiato

Nonostante la serie sia dedicata ad un target specifico, le due stagioni di “Non ho mai…” risultano comunque godibili e di intrattenimento, anche per chi adolescente non lo è più. Tralasciando qualche superficialità e alcune risoluzioni un po’ affrettate, la serie è il prodotto perfetto per chi cerca qualcosa di poco impegnativo, dal ritmo incalzante e con una durata di episodi non infinita.

Alternando momenti più spensierati a momenti più intimi e patetici, “Non ho mai…” vi farà ridere, commuovere e riflettere. Provare per credere!

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VOTO: 3/5

L’appuntamento con la prossima puntata di RecenSara è, come sempre, fra due settimane. Alla prossima!

Sara Tocchetti
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Illustrazione in copertina di Francesca Cammarata

 

 

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