Movimiento feminista de tango
Cultura

Liliana Furiò e il Movimiento feminista de tango

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L’Argentina infiamma di proteste e manifestazioni contro la violenza di genere e a favore dell’aborto. In questo clima molto caldo ha trovato spazio un movimento specifico: il Movimiento Feminista de Tango.
Una delle tante voci è quella di Liliana Furiò: regista, attivista e femminista. L’obiettivo del Movimiento feminista de tango è quello di rivedere la danza tradizionale argentina.

Ballare il tango in modo diverso.

A guardare questo ballo con gli occhiali di genere risulta fortemente maschilista e machista. L’uomo guida, blocca la partner e la donna esegue. Come dice Liliana, diventa un “bastione del machismo argentino”.

Questo movimento specifico si intreccia con quello del Tango Queer che rivede i ruoli di genere del ballo tradizionale. E se prima si ballava di nascosto, ora invece si conquistano le sale da ballo tradizionali. 

Liliana e le sue socie hanno stilato un rapporto anti molestie, nato dalle osservazioni sul campo. Hanno preso nota dei vari gesti machisti, ormai consueti, del tango. A partire dagli uomini che stringono o fanno scivolare le mani, fino al “cabaceo”, il cenno col capo che fa un uomo per invitare la donna a ballare. Hanno proposto delle alternative e in questo modo, nessuno conduce, ci si invita a vicenda e il ballo diventa più armonico e paritario.

Nessuno stravolgimento del senso del ballo

Molti si chiedono però se questo non vada a snaturare il vero senso del tango. A tal proposito c’è molto dibattito e secondo Liliana la risposta è no: “nel nostro stile tecnicamente non cambia nulla, sono la stessa musica, gli stessi tempi, passi uguali. Semplicemente la connotazione di genere smette di essere così rigida. È un’evoluzione, secondo noi necessaria, del tango.”

Il tango è un ballo tradizionale impregnato di machismo ed etero-sessismo e combattere affinché anche questo diventi uno spazio libero e paritario è importante. Permette di de-costruire la mascolinità tossica, la violenza e gli stereotipi di genere.

 

Articolo a cura di:

Sara Najjar

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Sara Najjar
Nata nel 1996 a Bologna e cresciuta nell'hinterland modenese, è ritornata nella sua città natale da pendolare dove ha studiato prima Educatore sociale e culturale e poi Pedagogia. Si circonda di gatti fin da quando è piccola e, tra le tante cose, si ciba di musica (principalmente indie), serie tv, libri e scrittura.