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L’Ulisse di James Joyce e i grandi classici consigliati da Borderlain.it

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Nel giorno del suo quarantesimo compleanno, il 2 febbraio 1922, James Joyce pubblicò il suo Ulisse, considerato uno dei capisaldi della letteratura modernista.

L’Ulisse moderno di Joyce

Era il 1915 quando Joyce, povero e disoccupato con moglie e figli da mantenere, iniziava la stesura delle vicende di Leopoldo Bloom, il moderno Ulisse. Vittima di censura, il capolavoro di Joyce si collocava nel mirino delle autorità con il suo linguaggio esplicito e ricco di riferimenti sessuali. Inizialmente era stata la rivista americana Little Review a pubblicarne le parti a puntate e l’interesse suscitato confermò la necessità della pubblicazione, contro ogni bando delle autorità. Il caos dell’Ulisse moderno, trova voce nell’opera che descrive le ventiquattro ore del protagonista, con una prospettiva realistica, aumentata dall’uso del flusso di coscienza.

L’Ulisse di James Joyce è stato inserito nei 100 libri da leggere almeno una volta nella vita secondo il sondaggio del 1999 di Fnac e Le Monde. E forse lo avrete anche già letto. Vediamo, insieme, allora quali altri grandi classici possiamo consigliarvi in alternativa.

  1. Cent’anni di solitudine di Gabriel Garcia Marquez – consigliato da Margherita

    Con cinquanta milioni di copie vendute dal 1967 – anno della sua pubblicazione -, l’opera del Nobel alla letteratura, Gabriel Garcìa Marquez, rappresenta una delle letture a cui bisogna dedicarsi una volta nella vita. L’opera racconta le vicende della famiglia Buendìa, a partire dalla fondazione dell’immaginaria Macondo in Colombia da parte del patriarca José Arcadio fino a sviluppare la storia delle successive sette generazioni. È un’allegoria della storia colombiana, attraverso la rappresentazione dell’elemento familiare. Tutte le vicende riportano ad un destino di solitudine che accomuna i personaggi. Netflix ha acquisito i diritti per farne una serie tv.

  2. Dracula di Bram Stoker – consigliato da Margherita

    È il vampiro più famoso di sempre ed ha ispirato numerose trasposizioni cinematografiche, teatrali e musicali: il conte Dracula, personaggio nato dalla fantasia di Bram Stoker. Quest’ultimo, irlandese come Joyce, trasse ispirazione per la sua creatura dall’attore Henry Irving di cui Stoker era impresario. L’attore era dotato di imponente presenza fisica e vocale e lo scrittore aveva intenzione di comporre per lui una pièce teatrale. Irving non era convinto del progetto e Dracula divenne un romanzo pubblicato nel 1897. È in forma epistolare, con stralci di diario, lettere ed articoli di giornali.

  3. Se questo è un uomo di Primo Levi – consigliato da Margherita

    Rifiutato dalla Einaudi, Se questo è un uomo venne pubblicato, per la prima volta, da una piccola casa editrice di Torino, la De Silva, nel 1947. Circa dieci anni dopo, la Einaudi si rese conto della portata dell’opera di Primo Levi e ne fece una ristampa con traduzione in dieci lingue. Il titolo scelto da Primo Levi è esso stesso espressione di quel senso di annientamento inflitto alle vittime del nazismo. I ricordi dell’esperienza vissuta in prima persona dall’autore sono la voce della violazione della dignità umana patita nei campi di concentramento durante la Seconda Guerra Mondiale. Crudo, urgente, vero: più che un classico è una lettura necessaria.

  4. 1984 di George Orwell – consigliato da Nicola

    “Era una luminosa e fredda giornata d’aprile, e gli orologi battevano tredici colpi”, con queste parole veniamo trasportati nello stato totalitario Oceania. È il 1948 e il dilagante pessimismo social-politico del Secondo Dopoguerra alimenta la penna di George Orwell, che attraverso il genere letterario della distopia vuole sensibilizzare e combattere ciò che più angoscia il pubblico: i totalitarismi.
    Tra Grande Fratello, bipensiero, psicopolizia e Ministero della Verità, nella Londra distopica è il protagonista Winston Smith a cercare di ribellarsi al regime con piccoli atti di trasgressione, tra cui coltivare il suo amore per Julia.
    A oltre settanta anni di distanza, un capolavoro contemporaneo, tra controllo del pensiero, questioni politiche, potenza dei mass media e alienazione quotidiana della società. 1984 è manuale, più che un libro, che ci mostra un mondo da incubo per educarci a riconoscere il male nella deriva malata della società.

  5. On the Road di Jack Kerouac – consigliato da Nicola

    Pubblicato nel 1957, On the Road è il manifesto della Beat Generation, simbolo di una generazione e di un movimento la cui potenza artistica e vitale si sente tutt’oggi. Due ragazzi e i loro sogni, la loro gioventù e la loro fame di vita e di esperienze sfrecciano su un’auto veloce. Sullo sfondo, le interminabili highway dell’America e del Messico.
    Attraverso il lungo viaggio si raccontano le amicizie, le difficoltà dell’amore, della ricerca di sé, del desiderio di appartenenza e dell’impossibilità di rinunciare al bisogno di rivolta, ma su nulla ci si ferma mai troppo a lungo: tutta la narrazione è spinta dall’ansia di un andare senza fine, che cancelli l’ombra della noia e quella più grande della morte.
    Tradotto in italiano con il titolo Sulla strada, il romanzo non dà solamente corpo a tutti i miti dell’America, ma evoca un percorso di vita che ognuno di noi, bene o male, si trova ad affrontare.

A cura di
Nicola di Giuseppe e Margherita Sarno
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