Cultura

Goya, il sonno della ragione genera mostri. Ancora oggi

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El sueño de la razón produce monstruos. Questo il titolo dell’opera più famosa, celebrata e conosciuta dell’artista spagnolo Francisco Goya, morto oggi 16 aprile nell’anno 1828.

Bella, misteriosa, con una citazione perfetta per il prossimo post Instagram, questo lavoro nasconde ben altro: Goya ci aveva visto lungo sul funzionamento della ragione nella gente, e ha una lezione importante da impartirci. Soprattutto oggi.

L’opera

Se il compito dell’arte è promuovere idee e messaggi attraverso le immagini, possiamo affermare con certezza che Francisco Goya ci è riuscito perfettamente. Pittore spagnolo del XVIII secolo, riporta crudamente sulle sue tele episodi di guerra, problemi sociali e psiche umana.

La sopracitata incisione fu realizzata dall’artista nel 1797 all’interno di un più ampio progetto intitolato Los Caprichos: 80 fogli su cui Goya, attraverso una pungente satira sociale, denuncia ogni tipo di superstizione e ignoranza, svelando il lato grottesco dei vizi umani.

Aperto alle idee dell’illuminismo europeo, Goya è lucidamente consapevole dello stato di regressione in cui vive il proprio Paese, arretrato e reazionario. L’arte è la sua forza, e con questa depreca oscurantismo e superstizioni. Con audacia e trasgressività cerca perciò di scuotere le menti dei propri osservatori. La scena rappresentata è infatti drammatica – a tratti spaventosa: un uomo dorme piegato su un tavolino, con la testa coperta dalle braccia conserte. Dietro di lui, si stagliano ombre di uccelli sinistri e notturni, con volti dai ghigni inquietanti e lo sguardo allucinato.

Se non vi fosse stata apposto questo famoso titolo, avremmo potuto pensare alla semplice rappresentazione di un incubo. E invece no, Goya vuole proprio comunicarci qualcosa: vuole mostrarci un uomo vittima della paura e della tirannia (soprattutto psicologica) altrui, che lo sopraffà talmente tanto da fargli perdere i lumi della ragione. Questa perdita può provocare un’enorme reazione a catena: accettazione della privazione dei propri diritti, delle proprie passioni. E se lo si accetta, continuando a dormire, il sonno/sogno non può che generare mostri dentro di noi – o renderci mostri.

Disarmante attualità

La tecnica utilizzata dell’incisione, che permette di delineare linee scure e zone d’ombra, ci mostra un uomo privato della capacità di sognare e di guardare al futuro. C’è davvero bisogno di andare avanti nella descrizione di quest’opera per sentirne l’immediata e sconvolgente attualità?

Si parla sempre più di un 2020 che sa tanto di 1920. Crisi economica e ideologie nazionalistiche che spuntano come funghi nei quattro angoli del globo hanno portato alla luce l’arretratezza mentale di tre quarti della popolazione mondiale. Non solo in riferimento alla gente comune, ma anche ai grandi della politica che, soprattutto negli ultimi due mesi, più che mai hanno abusato dei loro poteri per pressare psicologicamente e terrorizzare – anche se avrebbero dovuto fare l’opposto.

Si sa, la mente umana è malleabile, e in alcuni soggetti ancor più. È talmente malleabile che di quello che ci viene insegnato da bambini spesso non riusciamo a liberarcene per il resto della nostra vita. Quest’occlusione riecheggia oggi in tutto il suo splendore nelle fake news, nei messaggi inoltrati sulle chat private, al supermercato tra la gente. E colui che non ha ceduto al sonno della ragione, è semplicemente il povero stupido che non si rende conto della manipolazione dei poteri forti e non vuole accettare la realtà dei fatti. Il bue che dà del cornuto all’asino.

Non dormiamo, ancora oggi

Francisco Goya più di 300 anni fa ha dichiarato allo spettatore che l’assenza di autonomia di pensiero porterà gli uomini ad uno stato di brutalità e di paura. Forse dovremmo rispolverare questa piccola lezione di storia dell’arte per svegliare svegliarci e allontanare quei pipistrelli stagliati sullo sfondo.

Ogni volta che ci allarmiamo per una notizia inoltrata su WhatsApp. Ogni volta che corriamo ai ripari perché sotuttoio.it ci ha detto di farlo. Ogni volta che ascoltiamo la nostra vicina, che è sicura della notizia riferitale dal marito della figlia che lavora nei servizi segreti.

Il sonno della ragione genera mostri, ricordiamocelo ogni volta. Soprattutto oggi.

Sara Maietta
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Sara Maietta
Una vita ascrivibile all'ABCD: aspirante curatrice, bookalcoholic, catalizzatore di dissenso e dadaista senza speranze.