Edward Mani di forbice
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Edward mani di forbice: recensione della favola senza tempo di Tim Burton

Tempo di lettura: 3 minuti

 


AVVERTIMENTO: Gli spoiler cadono in prescrizione e questa pagina ne è piena!

Prima di Twilight e prima di Edward Cullen c’era solo un Edward nel cuore delle ragazzine: Edward mani di forbice, film del 1990 di Tim Burton con Johnny Depp e Winona Ryder.

“Figlio” di un inventore morto prima di completarlo, Edward è un uomo artificiale con delle forbici al posto delle mani. Destinato ad una vita desolata e solitaria in un castello arroccato, tutto cambia quando una venditrice Avon lo accoglie nella sua famiglia perfetta. 

Ma che bel pastello

Al gotico castello, prima dimora di Edward, il visionario Tim Burton oppone un fittizio sobborgo americano, all’apparenza perfetto, caratterizzato da case tutte uguali, abitate da famiglie tutte uguali che hanno vite tutte uguali. Un’esagerazione, certamente, per evidenziare come la società americana si nasconda dietro le apparenze, dentro le mura di casa color pastello. Gli abitanti di questo paese fittizio vedono l’erba del vicino sempre più verde e sopravvivono grazie ai pettegolezzi, sempre alla ricerca di un nuovo capro espiatorio che ravvivi loro le monotone giornate. Quel capro espiatorio è, ovviamente, Edward.

Un pesce fuor d’acqua

L’arrivo di Edward porta un po’ di novità nel sobborgo e qualcosa di cui sparlare. Nonostante le sue “mani” e le sue cicatrici, Edward viene accolto a braccia aperte dalla comunità, incuriosita dall’aspetto del ragazzo. Eppure la diversità di Edward viene sottolineata in ogni momento dai personaggi che lo circondano, attraverso sguardi o commenti. L’interesse nei confronti di Edward non è spinto da una gentilezza innata, ma da tornaconti personali. La vicina di casa vuole sfruttare il suo talento con le forbici per aprire un salone di bellezza e sedurlo, mentre Jim, il fidanzato di Kim, vuole sfruttare le sue lame per rubare in casa dei propri genitori. Ed è proprio in seguito a questo episodio che la vera natura degli abitanti del paese perfetto viene fuori allo scoperto. Il paese non ci pensa due volte ad accusare di tentato furto Edward, il diverso, l’unica persona capace di fare una cosa simile. 

Edward mani di forbice racconta e denuncia la caccia alla streghe, o meglio, la tendenza dell’uomo a predicare odio nei confronti di ciò che non conosce, spesso per nascondere meglio i suoi scheletri nell’armadio, e in questo senso risulta estremamente attuale (riferimenti a cose o persone sono puramente “casuali”), anzi, senza tempo.

Un amore impossibile

Edward mani di forbice è però innanzitutto una storia d’amore. I protagonisti di questa storia sono Edward, interpretato da Johnny Depp, e Kim, interpretata da Winona Ryder, entrambi all’epoca ancora molto giovani e poco conosciuti, ma destinati a diventare delle icone degli anni Novanta, grazie a questo film e, soprattutto, grazie alla loro breve ma intensa relazione. 

Non c’è niente di particolare nella storia d’amore tra Edward e Kim: lui si innamora di lei, lei sta con un altro, ma poi capisce di essere innamorata di Edward. La bellezza della storia d’amore tra Edward e Kim risiede nella semplicità e nell’intensità con cui è raccontata. Edward, in tutto il film, pronuncia solamente 169 parole. Eppure riusciamo a capire tutto ciò che prova, attraverso le poche parole pronunciate e le sue espressioni, solo in apparenza vuote. Quando Kim gli dice di amarlo e lo abbraccia, Edward chiude gli occhi: un secondo, un gesto semplice, che racchiude contemporaneamente una gioia immensa e un dolore insopportabile.

Infatti il finale è dolceamaro: l’amore c’è, ma non c’è la possibilità di viverlo.

– Stringimi.

– Non posso.

CONSIGLIATO: Sì

VOTO: 9/10

Sara Tocchetti
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