Conte leader del M5S
Politica

Perché Giuseppe Conte leader del M5S è una buona notizia

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Sarà sotto l’ala di Giuseppe Conte che il Movimento Cinque Stelle affronta la sua terza evoluzione. Quella verso la sinistra italiana 

La settimana non si può non aprire con la svolta del M5S che porterà Giuseppe Conte, rientrato solo venerdì scorso nel ruolo di docente, a ricoprire un ruolo di “primo piano” nel Movimento Cinque Stelle.

Beppe Grillo infatti ha dato seguito a quanto immaginava da tempo: un momento zero nel quale ripensare totalmente il Movimento Cinque Stelle per dargli la veste che di fatto sta già indossando. Un partito liberal riformista capace di governare e di stare nelle istituzioni. La linea Di Maio insomma.
Per farlo Grillo ha pensato a Conte: volto nuovo ma soprattutto con un considerevole gradimento dell’elettorato e non solo. D’altra parte se il Movimento Cinque Stelle tiene davvero all’alleanza con PD e LeU, che sono partiti strutturati, deve provare a lasciarsi alle spalle l’anima movimentista e entrare in uno stato mentale nuovo.

Dal VDay al RifondationDay

Domenica 28 febbraio 2021 potrebbe essere ricordata come il “RifondationDay”. Lontano anni luce dalla Piazza Maggiore di quattordicenni fa. Un tempo relativamente lungo nel quale il Movimento Cinque Stelle ha attraversato moltissime fasi alcune delle quali immotivatamente criticate.
Dall’aprire il Parlamento come una scatoletta di tonno ne è passato del tempo. Forse anche per una disabitudine alla fondazione di nuovi progetti politici, tutto quel “chiasso” sembrava fuori luogo. Il Movimento Cinque Stelle dovette caricarsi sulle spalle l’etichetta del populismo prima ancora che questa parola diventasse la più citata dalla politica. Fu pesantemente criticato per il modo di presidiare il Parlamento con eletti selezionati da una piattaforma online.

Un metodo assolutamente inedito che cancellò la classica gavetta politica e fece arrivare sulla scena nazionale personaggi non abituati all’istituzionalismo. Il Movimento Cinque Stelle si meritò poi il premio per un’opposizione veramente insidiosa e pressante. Tant’è che, parallelamente alla critica populista, si sviluppò un secondo filone di pensiero che riconobbe al Movimento Cinque Stelle di aver istituzionalizzato la rabbia sociale prodotta dalla crisi economica del 2008 e da una classe politica che non si fece mancare scandali degni di questo nome.

Diversi elementi portarono il Movimento Cinque Stelle a essere la scelta di tutti coloro che non riponevano più fiducia nei partiti politici. Il post ideologismo costruito per negazione rispetto alle ideologie tradite dagli stessi esseri umani che sostenevano il loro valore irrinunciabile.

Dobbiamo però ricordare come il Movimento Cinque Stelle ebbe da subito un grande estimatore. Pier Luigi Bersani fu fra quei pochi visionari a percepire il valore di quel nuovo soggetto. Il primo che accettò di fare le consultazioni in streaming. Lo fece perché convinto di come in quel movimento ci fosse materia politica, non solo sentenze approssimative.

Nel 2013 il M5S scelse l’opposizione: il ruolo che si addiceva di più a quell’anima rivoluzionaria incarnata da Grillo e Casaleggio.
Poi però arrivò il boom del 2018 che costrinse alla prima vera mutazione. Non più un pregiudizio verso le coalizioni ma una predilezione verso accordi di programma ben chiari e garantiti da un avvocato: Giuseppe Conte. Ecco come il Movimento Cinque Stelle si ritrovò al governo con la Lega di Salvini con cui scrisse un programma non amalgamato nel quale però il popolo era il minimo comune denominatore. 

La bulimia di potere di Matteo Salvini lo portò a sfilarsi dal governo un anno dopo convinto che si potesse andare alle elezioni. È qui che comparve il vero stile di Giuseppe Conte, in un’arringa in Senato nella quale diede prova del suo essere di sinistra. Di lì a poco il Movimento Cinque Stelle fece la sua seconda capriola scegliendo di mettere Conte a capo di un governo con PD, LeU e Italia Viva inaugurando di fatto una nuova era: una super strada che ci porta dritti al summit fra Grillo e Conte di ieri mattina. 

Giuseppe Conte: riformatore del Movimento e della Sinistra?

È ancora presto per dirlo. Quello che però Grillo sembra aver intuito è come a Sinistra ci sia una prateria incolta con tanti piccoli casolari isolati. Conte potrebbe riuscire a costruirne uno più accogliente al quale anche gli altri potrebbero legarsi formando un agglomerato più solido.
Per farlo però Giuseppe Conte dovrà riuscire a adattare il Movimento Cinque Stelle verso dinamiche interne più simili a quelle presenti nelle due forze a cui guarda per il futuro. Il ridimensionamento di Rousseau sembra una scelta già presa. Magari sostituendolo con un radicamento fisico sui territori.

Potrebbe essere questa la nuova giravolta del Movimento Cinque Stelle che ha bisogno di essere un po’ più offline per intercettare le sensibilità di strutture politiche abituati al confronto faccia a faccia.

Forse adesso è il momento di parlare di rivoluzione politica. Il Covid- 19 non può essere interpretato solo come un incidente di percorso a cui la politica deve rimediare utilizzando le stesse logiche. È uno spartiacque importante fra un prima e un dopo.
E se nel dopo Matteo Renzi potrebbe finalmente abbracciare Forza Italia, Giuseppe Conte potrebbe riuscire a impiantare il Movimento Cinque Stelle nella sinistra italiana. 

Federico Feliziani

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Federico Feliziani
Autore e scrittore di prosa e poesie, blogger e consigliere comunale a Sasso Marconi, è da circa un decennio politicamente attivo e dedito alla causa contro le violazioni dei diritti umani. Considera la propria disabilità un’amica e compagna di vita con cui crescere e mantenere un dialogo costante.