Cultura

Chagall, l’influenza artistica del pittore nato morto che ci ha insegnato l’amore

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Tra i più importanti artisti del Novecento, Marc Chagall è conosciuto e amato per i suoi dipinti fiabeschi, dall’atmosfera romantica e surreale. Il suo stile l’ha reso inconfondibile, non smettendo mai di rappresentare la meraviglia e la bellezza della vita nonostante il clima di tensione in cui nacque e visse (alimentato dall’insorgere della prima guerra mondiale).

«Nelle nostre vite c’è solo un colore che dona senso all’arte e alla vita stessa. Il colore dell’amore.»

Morto nel 1985, il 28 marzo ne ricorre l’anniversario; ma nell’arte di Marc non c’è mai stato spazio per le brutture e la tristezza. Ed è giusto ricordarlo con l’amore che ha professato e che ci ha insegnato, oltre che attraverso l’influenza esercitata in tanti altri domini artistici.

Leggerezza e genuinità nell’arte di Chagall

L’immaginario artistico di Chagall nasce in Russia, suo paese d’origine. Le sue radici ebraiche ne influenzeranno molto l’arte: la danza e il canto, elementi della sua educazione yiddish, sembrano essere visibili ad ogni pennellata. Si è cercato in tutti i modi di avvicinarlo ad un movimento stilistico, ad una corrente. Palesemente vicino al primitivismo e legato alle fiabe russe, è però col suo periodo parigino (1910-1914) che sviluppa quell’esplosione di colori d’influenza fauves e post-impressionista, caratteristica di tutti i suoi dipinti.

Figure stagliate che si librano nello spazio, assenza di gravità, colori vivaci, forme abbozzate: osservare un dipinto di Chagall provoca un inevitabile stupore – a tratti infantile. Come l’occhio del bambino, l’occhio del pittore tende a selezionare e decontestualizzare degli elementi di fondo dandogli evidenza assoluta.

La caratteristica “controcorrente” della sua arte è racchiusa tutta qui, in questa magia infantile che difficilmente si mantiene con l’età adulta e che non si ritrova, di fatti, nemmeno tra i suoi contemporanei più celebri. E cos’è che può far tornare un uomo alla semplicità dello sguardo di un bambino? L’amore, ovviamente, incarnato nella figura della moglie Bella, che in Chagall sarà leitmotiv della sua vita e dei suoi lavori.

Una vita scandita dall’amore e dalla morte

Accanto all’amore, altri temi ricorrenti accompagneranno la vita di Chagall. Il giovedì sembra segnare l’inizio e la fine della vita del pittore. Giovedì 7 luglio 1887 nasce a Vitebsk, in Bielorussia; mentre vedeva la luce, all’esterno della casetta della sua famiglia ebrea si consumava un pogrom, un attacco antisemita: i cosacchi dello zar attaccarono il villaggio mettendo a ferro e fuoco la sinagoga. Con questo evento tragico Chagall sarà solito riferirsi alla sua nascita (e alla sua difficile esistenza d’ebreo), autodefinendosi “nato morto”.

Sarà però un altro evento di morte a segnare più tragicamente la vita del pittore: la morte di sua moglie Bella, musa ispiratrice di tutte le sue opere. Marc e Bella si conobbero nel 1909. Tra lui, studente scapestrato dell’accademia e lei, brillante borsista di San Pietroburgo, fu colpo di fulmine: il loro legame non fu solo una relazione d’amore, ma anche connubio artistico. Sua più grande ispirazione, farà “fluttuare” il genio di Chagall in tutti i suoi dipinti.

Nonostante la tragicità dell’evento che lo getterà in una cupa disperazione, sarà nuovamente l’amore a risvegliarlo. Il sentimento per la figlia Ida e il successivo matrimonio, otto anni dopo la scomparsa della prima moglie, non gli impediranno però di continuare a rendere Bella la protagonista dei suoi sogni d’amore.

Un nuovo giovedì, il 28 marzo 1985, Marc chiude gli occhi a Saint Paul de Vence, in Francia, capace finalmente di riabbracciare la sua amata e circondato, ancora una volta, dall’amore.

Influenze nel mondo del cinema, della musica e della moda

Un immaginario artistico così fervido e “leggero” non poteva che comportare una vastissima produzione – di dipinti, disegni, sculture, acquerelli, illustrazioni – ma anche un’importante influenza in svariati settori artistici. Cinema, musica, moda: nessuno si è fatto scappare l’occasione di sognare con Marc.

1. Notting Hill

Chi non ha sognato con Notting Hill, mente. La commedia romantica del 1999 – che racconta la storia d’amore tra una star del cinema (Julia Roberts) e un libraio inglese (Hugh Grant) – fa viaggiare con la mente tanto quanto un dipinto di Chagall. Non a caso, quello che veramente unisce i due personaggi, al di là di una serie di (s)fortunate coincidenze, è la passione per il quadro del pittore Le Mariée, che appare in sole due occasioni ma che è il motore che metterà in azione gli eventi fino al finale tanto romantico e passionale.

Dipinto nel 1950, alla base del quadro compare una capra che suona il violino. Il dipinto venne scelto perché il regista (Richard Curtis), fan del pittore bielorusso, vedeva nell’opera la rappresentazione della “nostalgia di qualcosa che si è perduto”. I produttori ne fecero una copia per il film, che andò distrutta subito dopo la fine delle riprese.

«- Ti piace Chagall?
Tanto. Ti mostra come dovrebbe essere l’amore: fluttuare in un cielo blu scuro…
…con una capra che suona il violino.
Oh, sì. La felicità non è felicità senza una capra che suona il violino.»

2. Valentino Spring/Summer 2015

Anche il fiore all’occhiello della haute couture italiana non si è fatto sfuggire questa fonte di ispirazione. Nel 2015 Valentino presentò durante la Paris Fashion Week tutta una passerella e una collezione dedicata al pittore e, in particolare, alle varie rappresentazioni di Bella svolazzante nel cielo.

3. Volare di Domenico Modugno

Nel blu dipinto di blu stupì tutto l’8° festival di Sanremo nel lontano 1958 e resta ancora oggi una delle canzoni simbolo della musica leggera italiana. Forse non tutti sanno che questo ritornello e il frac azzurro acceso con cui il cantante si presentò sul palco sono stat’ chiari richiami ed omaggi al pittore russo-francese. Lo stesso Domenico Modugno definiva il suo testo “la canzone blu” e, in una sua biografia, ha affermato di essersi ispirato per la stesura del testo a due dipinti in particolare del pittore, La femme au coq rouge e Le peintre et son modèl.

Grazie Marc, che ci hai insegnato ad amare e sognare nonostante tutto.

Sara Maietta
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Sara Maietta
Una vita ascrivibile all'ABCD: aspirante curatrice, bookalcoholic, catalizzatore di dissenso e dadaista senza speranze.