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Interviste

Intervista ai Borgonauti, i “passeggiatori” di borghi inesplorati

Tempo di lettura: 4 minuti
N.B. Questa intervista si è tenuta in via telematica, nel rispetto delle norme in materia di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da COVID-19 e del loro allargamento all’intero territorio nazionale.

A causa dell’emergenza sanitaria dovuta al coronavirus, l’estate degli italiani di quest’anno sarà con molta probabilità tutta all’insegna del turismo di prossimità. Vietati i musi lunghi: abbiamo la fortuna di vivere in un paese che offre una varietà naturale, culturale e paesaggistica che poche altre nazioni al mondo possono vantare. E poi ci sono i borghi, dei veri gioielli sparsi dal nord al sud dello stivale: ameni e spesso dimenticati, da soli valgono metà bellezza del nostro territorio. Perché non approfittare di queste vacanze “forzate”per visitarne qualcuno e immergerci in piccoli mondi inesplorati?

Accorrono in nostro aiuto i Borgonauti, l’associazione di Aversa (CE) che promuove passeggiate inesplorate in luoghi del territorio campano. Abbiamo avuto il piacere di chiacchierare con loro, e farci dire di più in merito al progetto.

Borgonauti… come gli argonauti, i celebri viaggiatori? Perché la scelta di questo nome?

«Come gli Argonauti, noi intraprendiamo un viaggio verso mete, a volte anche impervie, che ha come obiettivo la scoperta e la riconquista delle meraviglie del territorio: il nostro vello d’oro! Raccontando i dettagli di questo percorso, ci auguriamo di spingere altri a condividere la nostra missione».

“Sognatori” e “viaggiatori di borghi”: vi definite un po’ così. Vi va di illustrarci questo parallelo?

«Il parallelo è da ricercarsi nel desiderio di scoprire e di immergersi in mondi inesplorati, abbandonarsi completamente ad essi ed accogliere tutto ciò che possono donare. Per, infine, provare l’ebbrezza di perdere se stessi per riscoprirsi sotto una nuova luce».

Ai vostri tour organizzati avete affiancato un vero e proprio blog, una serie di articoli in cui raccontate le vostre visite nei borghi e nei paesi di Italia. Perché non limitarsi ad organizzare tour?

«I nostri non sono da considerarsi tour organizzati, ma passeggiate collettive, libere e aperte a tutti coloro che, come noi, hanno il desiderio di scoprire luoghi sconosciuti. L’obiettivo è mostrare ed evidenziare le bellezze del nostro territorio, soprattutto quelle cadute nell’oblio, e di raccontare le emozioni che ci hanno suscitato. Ci auguriamo di trasmettere ad altri lo stesso desiderio di scoperta, la stessa curiosità e sete di conoscenza, che ci anima».

Con la crisi dovuta all’emergenza sanitaria il turismo, sia interno che esterno, è in serio rischio. Si parla sempre più di un “turismo all’italiana” per la prossima estate: cosa ne pensate? Pensate che possa essere una scelta sostenibile, che i nostri borghi riescano a rispondere ad una domanda unicamente interna?

«Il nostro turismo nella fase di ripresa sarà oggetto di profondi cambiamenti: l’emergenza sanitaria sarà determinante e la ripartenza sarà disomogenea, poiché sarà più rapida nei territori in cui i rischi di contagio saranno minori, oppure in quelli che si mostreranno più pronti a reinventarsi. Molto probabilmente si preferiranno modalità di viaggio concentrate sul territorio locale e nazionale, privilegiando le mete meno note e affollate. Con ogni probabilità, il turismo sarà più povero e di durata più breve, a causa della crisi generalizzata della nostra economia.

I nostri borghi si troveranno di fronte a una sfida difficile ma diversa da luogo a luogo: i borghi più noti risentiranno molto più negativamente della presenza del turismo esclusivamente italiano, rispetto a quelli meno conosciuti, che erano già lontani dal flusso internazionale e che, al contrario, potrebbero avere nuove opportunità di sviluppo, ponendosi all’attenzione di chi preferirà il turismo nazionale e locale, rispetto a quello estero, come nuova meta e risorsa».

Avete in mente un diverso tipo di approccio ai tour dopo quest’emergenza?

«In realtà l’approccio di noi borgonauti alle passeggiate non richiede molte modifiche, anche in seguito all’emergenza: già in origine prevedeva itinerari all’aria aperta, alla scoperta di luoghi poco gremiti, meta di un turismo centellinato e non oggetto di attenzione da parte di grandi folle. Ci auguriamo che, anzi, questo approccio sia condiviso anche da altri, affinché ci sia un modo differente di pensare e vivere il turismo dal punto di vista economico e culturale, che risponda al desiderio di scoprire luoghi dimenticati di inestimabile bellezza».

Non ci resta che prenotare: diteci passo per passo come fare!

«Non siamo guide e quindi non possiamo parlare di prenotazioni, ma chiunque abbia voglia di partecipare alle nostre passeggiate trova sul nostro sito un indirizzo mail e un numero di telefono, attraverso cui contattarci per definire i dettagli organizzativi.  Sulle nostre pagine social facebook e instagram daremo informazioni sulle mete che abbiamo in progetto di visitare, per dare la possibilità a tutti coloro che lo desidereranno di condividere con noi la scoperta dei luoghi oggetto di futuri tragitti».

Ringraziamo i borgonauti per la loro gentilezza durante l’intervista e gli auguriamo buon lavoro.

Sara Maietta

 

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Sara Maietta
Una vita ascrivibile all'ABCD: aspirante curatrice, bookalcoholic, catalizzatore di dissenso e dadaista senza speranze.