Va bene
Cronache di un BL

Stai tranquilla, che va(i) bene così

Tempo di lettura: 3 minuti

Cara persona,

sono grassa e ad oggi questa parola non mi fa più male.
Mi rende triste, invece, la grassofobia della società e delle persone. Okay, la vita è difficile per tutti: ognuno ha le sue difficoltà, i suoi problemi, la sua storia. Ma è ancora più difficile se appartieni a dei gruppi discriminati. Se, ad esempio, sei una persona grassa e quindi abbatti tutti gli standard sociali del così detto “corpo perfetto”.

La società lancia costantemente messaggi sul dimagrire, stare in forma, essere belli e che il cibo (grasso) è il nostro più grande nemico. Tutto questo, per chi ha un corpo grasso, è impegnativo ed estenuante. È facile sentirsi sbagliati, denigrati, sminuiti. Io ho passato gran parte della mia vita a sentirmi così. E odiarsi è davvero stancante e faticoso. Privarsi del mare, della piscina, piangere dopo una giornata di shopping, sentirsi giudicata sempre e comunque.
Mi sono sentita umiliata, quella volta in cui ero fuori insieme ad un’amica e un ragazzino mi urlò “e magna, magna!!!”, arrabbiata, quando andai dal mio medico per una tosse e un raffreddore molto forte e, prima di darmi degli antibiotici, mi consigliò di dimagrire.

Le persone hanno un problema col grasso: lo odiano e in realtà non vogliono dirlo. Si nascondono sempre dietro la scusa della salute, ma non fanno lo stesso discorso ai fumatori. Di fronte al grasso le persone sono prive di ogni filtro e non tengono conto che quella persona ha una storia e in quel momento può avere altre difficoltà e problemi. I commenti di questo tipo non fanno che aggiungere un altro macigno che si appoggia sul cuore di un essere umano.
Mi ricordo ancora quella volta in cui, nell’ascensore di un ospedale, un signore mi disse che sarebbe stato meglio se mi fossi impegnata a dimagrire ed io in quel momento stavo andando a trovare mio padre malato. La sensibilità non è così difficile, a volte basta solo non parlare.

La verità è che per meritare rispetto io non devo piacerti o andarti bene. Puoi odiare il grasso o non voler mai essere come me, ma questo non ti permette di commentare il mio corpo.

Sai, Persona, gli altri pensano che perdere peso sia facile, ma non è così. E io ci ho provato, te lo giuro. Ma mi sentivo comunque arrabbiata, triste e insoddisfatta perché continuavo ad odiarmi, a sentirmi in colpa verso il cibo e ad usarlo come sfogo. Non bastava perdere qualche chilo per sentirmi bene.
Ma questo l’ho capito solo dopo esserci passata in mezzo. Eliminare il grasso non è facile e non è tutto nella vita.

Noi non siamo solo il nostro aspetto e il peso, siamo tanto altro. Eppure la società vuole convincerci che prima dobbiamo essere magri e solo poi possiamo fare quello che vogliamo. Alla fine, finisci per crederci. E ti odi, ti nascondi e ti precludi per anni tante cose. Succede che i messaggi che la società lancia ti entrano dentro. E ci restano per un bel po’. Ma la vita continua a scorrere e aspettare di essere in un certo modo fa solo soffrire.

Persona, io prima stavo molto male, ma nel momento in cui mi sono approcciata alla Body Positivity ho cambiato atteggiamento verso di me e sto imparando a volermi bene. Conoscere questa realtà mi ha permesso di capire tante cose. Il mio valore non dipende dal mio peso. Io non devo essere rispettata se sono magra, io devo essere rispettata in quanto essere umano.
Vivere in una società grassofobica è davvero pesante, ma era ancora più stancante quando ero io stessa a non volermi bene. Perché se sei tu a pensare quelle cose come fai a fuggire da te stessa? Dai tuoi pensieri e dalle tue critiche? Non puoi farlo e ti logora dentro.

Oggi mi sento più serena ed è un po’ più facile vivere in questo mondo. Certo, le giornate no ci sono ancora e, a volte, i commenti degli altri mi colpiscono allo stomaco, ma ora ho più consapevolezza di prima e ciò mi protegge.
Per anni mi sono sentita fuori posto e distrutta mentalmente, ora mi sono stancata e preferisco venirmi incontro e abbracciarmi.

Tutto questo avrei voluto capirlo prima, da adolescente, per farmi meno male e vivere meglio. Ma non è possibile tornare indietro. Posso solo andare avanti e continuare a volermi bene, a prendermi cura di me.

E a dirmi che va bene così.

Sara Najjar

 

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3 Comments

  1. Grazie per esserti raccontata. Dalle tue parole è evidente un grosso percorso personale che ti ha portata a venirti incontro ed abbracciarti. Continua su questa strada, un abbraccio.

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Sara Najjar
Nata nel 1996 a Bologna e cresciuta nell'hinterland modenese, è ritornata nella sua città natale da pendolare dove ha studiato prima Educatore sociale e culturale e poi Pedagogia. Si circonda di gatti fin da quando è piccola e, tra le tante cose, si ciba di musica (principalmente indie), serie tv, libri e scrittura.