Sotto il sole di Riccione
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Sotto il sole di Riccione: recensione del nuovo film scritto da Enrico Vanzina

Tempo di lettura: 2 minuti

Il primo film scritto da Enrico Vanzina risale al 1974. Sono quindi ormai più di quarant’anni che Vanzina confeziona storie, tutte costruite e montate in modo che siano un successo al botteghino. Sotto il sole di Riccione, nonostante sia distribuito da Netflix direttamente in streaming, ha anche lui l’intento piuttosto esplicito di piacere, ovviamente al target a cui è indirizzato. Sotto il sole di Riccione è uno di quei film da guardare con gli amici una sera estiva piovosa, quando non si ha di meglio da fare. Fa il suo dovere e centra il suo obiettivo: intrattenere. Queste sono le intenzioni di Vanzina (lo sono sempre state). 

Sapore di mare: quarant’anni dopo

Gli ingredienti usati da Vanzina sono molto semplici: una spiaggia italiana, alcune hit estive, un gruppo di adolescenti e tante storie d’amore. E non bisogna dimenticare di usare il testo di una canzone come titolo. Si shakera tutto e si ottiene la versione 2020 di Sapore di mare. Peccato che Vanzina utilizzi anche lo stesso tipo di umorismo da più di quarant’anni e Sotto il sole di Riccione ovviamente non ne giova, soprattutto a livello di dialoghi, dove spesso alcune espressioni sfiorano la sfera del cringe e tutto ha l’aria di essere un po’ datato. Nonostante ciò però il film scorre in modo abbastanza fluido. 

Un cast fresco ma inesperto

La regia di YouNuts! (due giovani registi al primo lungometraggio cinematografico) è piuttosto anonima nell’accompagnarci lungo tutto il film, assente per quanto riguarda la direzione dei giovani attori, provenienti dall’entourage collaudato da Netflix nei suoi prodotti originali italiani. Esiste di peggio sicuramente, ma la maggior parte dei ragazzi risulta poco naturale e un po’ rigida. La colpa è anche di quei famosi dialoghi, scritti da un boomer che crede di sapere come parlano le nuove generazioni. 

Accanto ai giovani attori intervengono tre volti noti del nostro cinema e della nostra televisione: Isabella Ferrari, una madre single la cui perenne ansia per il figlio le ha impedito di godersi la vita, Luca Ward, un buttafuori di mezza età che si sente ancora ventenne e Andrea Roncato, un affittacamere guru nell’arte del rimorchio delle belle ragazze che vive nei ricordi. Le loro scene sono quelle che funzionano meglio, ulteriore prova del fatto che Vanzina dovrebbe raccontare la sua generazione e lasciare le altre in pace.

A completare il pacchetto ci pensa Tommaso Paradiso, la sua musica e la sua apparizione nei panni di sé stesso nel classico concerto di fine estate.

Nostalgia, nostalgia canaglia

Sotto il sole di Riccione è il classico filmetto che non ha altre intenzioni se non quella di essere un passatempo, piacevole e capace di strapparti un paio di sorrisi. Il suo punto di forza è l’effetto nostalgia, con cui riesce abilmente a mascherare una non volontà di fare un passo in più e provare ad approfondire meglio le dinamiche che da anni caratterizzano questo tipo di pellicole.

CONSIGLIATO: No

VOTO: 5/10

Sara Tocchetti
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