sciopero a rovescio
Società

La dignità dei dimenticati: oggi lo sciopero a rovescio dei lavoratori della terra

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In Italia siamo abituati a immagini, a storie, a comportamenti che, per gentilezza, definiamo discutibili, anziché deplorevoli.
Si pensi – tanto per citare i più recenti – a deputati della Repubblica trascinati, di peso e con la schiuma alla bocca, fuori dalla Camera. Si pensi ai negazionismi, al vandalismo fatto passare per protesta, ai fascismi che si celano dietro quelle violenze. Ci siamo così abituati che quasi non ci si fa più caso, e anche gli episodi più deplorevoli, appunto, si dimenticano nel giro di qualche settimana.

A volte, però, dall’oscurità dell’oblio, lontano dalla luce dei riflettori, emergono notizie di atti di coraggio e di speranza che rinfrancano i cuori di chi spera ancora in una cultura civica. Esempi di dignità, che faremmo bene a notare un po’ di più e dimenticare un po’ meno facilmente.

Oggi sciopero

È il caso dello sciopero a rovescio, attualmente in corso, indetto nella giornata di ieri dal sindacalista e attivista Aboubakar Soumahoro.

 

Questo il video pubblicato su Twitter dal sindacalista ivoriano naturalizzato italiano.

I rappresentati da Soumahoro appartengono alle fasce più  deboli della popolazione; i cosiddetti “ultimi”. Lavoratori di tutte le nazionalità che sono alla base della indispensabile filiera agricola ma che vengono privati dei propri diritti di lavoratori e di uomini. Invisibili, inascoltati e dimenticati.

Oggi, tuttavia, queste persone, questi esseri umani, dalla politica e dalla società bellamente ignorati, ci offrono una grandissima lezione di civiltà. Una lezione di fatti e di parole, di teoria e, soprattutto, di pratica.

Nei fatti, indicendo “all’unanimità” e attuando lo sciopero a rovescio. Uno sciopero, cioè, compiuto continuando a lavorare ma rinunciando alla propria paga. Cercando di far sentire la propria voce pur non facendo venir meno il proprio essenziale contributo alla società, dimostrando, anzi, sensibilità e responsabilità in un momento così complicato.

Nelle parole, con l’appello di Soumahoro: “Confermiamo lo sciopero del 12, ma sarà uno sciopero a rovescio. Vale a dire che continueremo a raccogliere gli agrumi, continueremo a zappare la terra, continueremo a raccogliere l’uva per dimostrare che, mentre dal palazzo vi è indifferenza rispetto al nostro grido, noi non abbandoneremo e non saremo mai indifferenti nei confronti della popolazione in questo momento drammatico”.

Grandezza, umana e politica

Da settimane assistiamo alle continue doglianze di diverse categorie di lavoratori e cittadini che lamentano presunte ingiustizie e dittature; lamentele poi sfociate nelle violente e facinorose manifestazioni che sappiamo.

In risposta al vittimismo egoista e interessato di chi vorrebbe vedere prevalere su quelle altrui la propria già ben tutelata ragione e dei discotecari vari, arriva un grande esempio di grandezza proprio dai “bassifondi dell’umanità” (come dice Soumahoro), laddove l’isolamento è uno stato perpetuo e non solo dettato dalla pandemia.

“Laddove il confinamento è un privilegio, laddove i braccianti non hanno le mascherine, laddove i braccianti e i lavoratori della terra vengono schiacciati dai giganti del supermercato, noi siamo dalla parte della popolazione […], per manifestare solidarietà e dire che vivere nella miseria del fango non vuol dire smarrimento dal punto di vista umano“. 

L’esempio di una grandezza umana che la maggioranza sordamente egoista della società, in Italia, sembra aver dimenticato, per ignoranza o malafede. Un esempio di Politica e attivismo che si battono per i diritti di tutti e dei più deboli soprattutto, non per gli interessi economici dei pochi privilegiati.

Storie che dovremmo avere il coraggio di raccontare. Esempi che dovremmo smettere di ignorare.

Enzo Panizio
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