Pinocchio
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Pinocchio: il burattino della Disney compie ottant’anni

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Era il 7 febbraio 1940. Mentre il secondo conflitto mondiale devastava il mondo intero, nel sale cinematografiche statunitensi usciva Pinocchio, il secondo classico d’animazione firmato Walt Disney. Sono passati ottant’anni. La guerra è finita, altre ne sono cominciate e la Disney ha continuato a sfornare successi che l’hanno resa una delle multinazionali più potenti del mondo.

Eppure Pinocchio ad oggi rimane uno dei classici più amati e più apprezzati, specialmente dalla critica. A cosa è dovuto questo successo? 

Un successo arrivato con il tempo

Quando Pinocchio arrivò nei cinema non ebbe il successo sperato. Biancaneve e i sette nani, uscito 3 anni prima, aveva segnato una svolta nel cinema di tutto il mondo e il successo al botteghino spinse Walt Disney a investire nella realizzazione di altri lungometraggi animati. Così arrivò Pinocchio. 

Walt Disney affidò la produzione a Ben Sharpsteen e Hamilton Luske, mentre lui era impegnato nella realizzazione di Fantasia, lungometraggio che sarebbe uscito poco dopo. Lo scarso successo ottenuto al botteghino di Pinocchio fu causato dalla seconda guerra mondiale che ne ostacolò la distribuzione a livello internazionale (in Italia arrivò solo nel 1947). La Disney dovette aspettare la prima riedizione del 1945 per ottenere i risultati sperati. Le riedizioni di Pinocchio furono numerose e fruttuose: la più interessante fu quella del 1992, quando il film venne restaurato digitalmente. 

L’opinione della critica

Mentre il box office non diede i risultati sperati immediatamente, la critica del tempo elogiò il classico. Il suo punto di forza venne riconosciuto nell’animazione, che a distanza di soli tre anni da Biancaneve e i sette nani, si era evoluta notevolmente, specialmente nel dare movimento ai vari agenti atmosferici. 

Ad oggi Pinocchio è ancora considerato uno dei migliori lungometraggi di animazione mai realizzati. Su Rotten Tomatoes, un sito che raccoglie le opinioni sui film da parte di critica e audience, ha tutt’ora una valutazione del 100%.

Una colonna sonora da Oscar

Alla cerimonia degli Oscar del 1941 Pinocchio vinse ben due statuette, divenendo il primo film d’animazione a ricevere l’ambito premio. Vinse nelle categorie di miglior colonna sonora e di miglior canzone a Una stella cade (When you wish upon a star). La canzone fu un successo: ad oggi si contano più di cento cover realizzate da numerosi artisti. Inoltre la Disney la scelse come sua canzone ufficiale e ancora oggi il logo Disney è accompagnato dalle sue note. E non potrebbe essere altrimenti: When you wish upon a star parla di speranza, di desideri e di sogni; insomma, di tutto ciò che la Disney ha portato e porta al suo pubblico.

“When you wish upon a star

Makes no difference who you are

Anything your heart desires will come to you”

La storia di Carlo Collodi

Il motivo principale del successo continuo di Pinocchio è sicuramente la storia senza tempo, liberamente ispirata al romanzo per ragazzi di Carlo Collodi. L’immortalità di Pinocchio risiede nella sua duplice interpretazione. La storia può essere vista come una fiaba per bambini, il cui scopo è fornire una morale o insegnamento, ricalcando la funzione pedagogica delle fiabe popolari. Ma è anche vero che le avventure del burattino possono essere lette come una allegoria della società, particolarmente quella ottocentesca, ma anche quella contemporanea all’uscita del lungometraggio e, perché no, anche la nostra attuale. 

Le differenze tra il romanzo e il cartone animato sono molte: la versione di Walt Disney è stata parecchio edulcorata, sono stati aggiunti personaggi e ne sono stati eliminati altri. La Disney non fu l’unica ad adattare le pagine di Collodi per il grande schermo: ad oggi sono sedici i lungometraggi che hanno ripreso le avventure del burattino. La versione animata Disney, però, pur non essendo la più fedele al libro, rimane tutt’oggi una delle più apprezzate e più riuscite.

La speranza non muore mai

Pinocchio, a distanza di ottant’anni, ci insegna ancora a sognare. In una società come la nostra, dove il materialismo e l’avidità ci accecano, il classico d’animazione permette una piccola evasione dalla realtà. Infatti riesce a trasportare lo spettatore in un mondo dove la speranza non muore mai e basta guardare una stella per far avverare i desideri più sinceri.

Sara Tocchetti

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