Only Murders in the Building
Cinema & Serie tv

Only Murders in the Building: recensione dei primi episodi della serie Star Original – RecenSara #7

Tempo di lettura: 3 minuti

Benvenuti ad un nuovo appuntamento con RecenSara, la rubrica di cinema a base di recensioni che esplora il mondo delle piattaforme streaming alla ricerca di prodotti, vecchi e nuovi, da consigliarvi (o sconsigliarvi).

La protagonista della recensione di oggi è una serie tv del catalogo Star di Disney+. Stiamo parlando di “Only Murders in the Building“, creata e interpretata dal genio comico Steve Martin.

Quando all’interno di un palazzo di New York viene trovato il cadavere di un uomo, tre insoliti condomini, uniti dalla passione per il true crime, iniziano ad indagare sulla misteriosa morte. L’obiettivo? Realizzare un podcast.

Un inizio intrigante

Only Murders in the Building” ha fatto il suo debutto su Disney+ il 31 agosto e ad oggi sono tre gli episodi disponibili sulla piattaforma. I prossimi sette usciranno in streaming ogni martedì fino al 26 ottobre.

L’inizio è intrigante: un giallo in stile comedy condito con del pungente dark humor. L’atmosfera ricorda molto “Misterioso omicidio a Manhattan” di Woody Allen. Il merito è tutto della scrittura di Steve Martin e John Hoffman. L’idea è intelligente. Visto il successo dei podcast true crime nell’ultimo periodo, realizzare una serie che ha per protagonisti dei fan del genere è una scelta vincente. Dargli un taglio comico è la ciliegina sulla torta. Il contrasto tra il macabro del delitto e le battute taglienti è sicuramente il punto di forza della serie.

Generazioni a confronto

L’elemento comico, oltre ovviamente al dark humor legato al delitto, è dato sicuramente dal confronto generazionale tra i tre protagonisti. Steve Martin e Martin Short sono rispettivamente un attore e un regista sulla settantina. La loro carriera ha ormai intrapreso il viale del tramonto. Nostalgici e pieni di rimpianti faticano ad accettare il tempo  che passa e i relativi, inevitabili cambiamenti. L’incontro con la giovane Mabel (Selena Gomez) porta un po’ di pepe nella loro monotona e solitaria vita. Non solo un escamotage per ottenere la risata, ma anche una riflessione sul rapporto tra due generazioni molto distanti. In questo caso si può sicuramente vedere la mano di John Hoffman, che già con “Grace & Frankie” ha saputo raccontare in maniera divertente i nonni di oggi alle prese con le novità del nuovo millennio.

Steve Martin e Martin Short alle prese con il podcast e le loro indagini

Un trio esplosivo

Steve Martin e Martin Short sono due pietre miliari della comicità americana, nonché amici di lunga data. Vederli insieme sullo schermo non può che essere una gioia per gli occhi: i loro stili, il primo più composto e tagliente, il secondo eccentrico e sguaiato, si sposano perfettamente, rendendo impossibile trattenere le risate. La grande sorpresa è, invece, Selena Gomez nei panni di Mabel, che con il suo cinismo da millenials riesce a placare gli animi esuberanti dei suoi compagni di avventure. I tre personaggi insieme funzionano, aiutati da una scrittura che decide di svelare pian piano gli scheletri che si nascondono dentro i loro armadi.

Only Murders in the Building
Selena Gomez nei panni della cinica e misteriosa Mabel

Nella prossima puntata…

Per quanto tre episodi siano ancora pochi per poter giudicare complessivamente la serie tv, “Only Murders in the Building” si presenta come un bellissimo prodotto, interessante e, soprattutto, godibile. Quindi, non ci resta che aspettare i prossimi episodi, per poter approfondire i misteri che si racchiudono all’interno dell’Arconia Building e per farsi un paio di risate. RecenSara tornerà sicuramente per tirare le somme, una volta conclusa la serie.

Nel frattempo vi do appuntamento alla settimana prossima, con una nuova recensione. Alla prossima!

Sara Tocchetti
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Illustrazione in copertina di Francesca Cammarata

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