Interviste

Maecenarte: l’app innovativa per il mercato artistico. Intervista ai fondatori

Tempo di lettura: 5 minuti

Il mondo dell’arte contemporanea e il suo mercato hanno messo in campo soluzioni e idee decisamente variegate per cercare di affrontare le restrizioni da pandemia. Nel panorama economico della globalizzazione, il connubio di chiusure e distanziamento è stato infatti mortale per le professioni creative, la cui esistenza necessita del fattore relazionale. Le azioni e le reazioni a cui abbiamo assistito nell’ultimo anno sono state perciò tentativi di individuare la migliore soluzione per offrire un servizio il più simile possibile a quello cui si era abituati. Ma soprattutto, si è cercato un modo per non sprofondare economicamente, con un occhio di riguardo alla situazione di collezionisti, mercanti e artisti.

Nonostante gli sforzi, non sempre i risultati sono stati dei migliori, e hanno spesso rivelato più una paura di scomparire che una capacità di innovazione e di adattamento ai contesti. Ma c’è anche chi ha progettato soluzioni capaci di rispondere al presente, senza dimenticare i pilastri di cui il mondo dell’arte non può fare a meno, e pensando al futuro post-pandemico.

È ciò che hanno fatto Pasquale e Mattia Marino, due giovani fratelli che hanno fondato Maecenarte. Si tratta di un’applicazione che si propone di utilizzare la tecnologia non per annientare la relazione, bensì per potenziarla e incrementarla con nuovi strumenti, rendendola nuovamente motore di sviluppo artistico-economico. Li abbiamo intervistati, per farci illustrare le potenzialità del progetto.

L’app Maecenarte

L’idea è nata nella scena berlinese, ed è stata presentata il 20 dicembre con un talk digitale presso la galleria Kwadrat di Berlino. Secondo i due fondatori, «Maecenarte è una piattaforma online nel quale artisti, gallerie e istituzioni possono ottenere uno sponsor mensile dagli amanti dell’arte in cambio di opere in prestito, che possono essere riscattate in qualsiasi momento. Inoltre, la piattaforma permette agli artisti e alle comunità di arte (gallerie o organizzazioni) di condividere dei contenuti multimediali in modo da tenere aggiornati i mecenati (coloro che li stanno sponsorizzando mensilmente) del loro percorso artistico. Maecenarte è in effetti la combinazione delle parole mecenatismo e arte, in quanto l’idea è quella di rivitalizzare il mecenatismo nel mondo dell’arte attraverso una piattaforma online».

Dunque, Maecenarte potrebbe essere definita come una sorta di “social network” del mondo dell’arte?

P.M.: «Maecenarte tecnicamente è la combinazione di un social network, di un marketplace e di una membership platform. È un social network perché dà la possibilità agli artisti di condividere dei contenuti multimediali, e alle persone di interagire; è una membership platform perché consente agli amanti dell’arte di iniziare una sottoscrizione mensile con un artista o una galleria in cambio di un’opera che è tecnicamente in leasing; ed è un marketplace perché le opere possono essere riscattate in qualsiasi momento deducendo le mensilità date fino a quel momento all’artista dal prezzo dell’opera».

M.M.: «Dal punto di vista tecnico, l’applicazione al momento è una piattaforma web dove le persone possono iscriversi, creare un profilo e condividere contenuti multimediali attraverso cui spiegare il proprio percorso artistico e le proprie opere. Si tratta quindi di una piattaforma multi-side. Da un lato ci sono i nostri partner (artisti, gallerie, musei ecc); dall’altro, gli amanti dell’arte e i collezionisti fruiscono della piattaforma in quanto membri, potendo ottenere un’opera d’arte attraverso una sottoscrizione mensile o utilizzando l’app sottoforma di social, costruendo il proprio profilo con le opere che si hanno in collezione e altre informazione rilevanti»

Come state promuovendo la piattaforma?

P.M.: «La Web App è stata lanciata il 20 di dicembre e stiamo producendo contenuti video come interviste e podcast che pubblichiamo su i nostri canali Instagram, Youtube e Facebook. In questo modo stiamo puntando ad una crescita organica esclusivamente a Berlino, che è dove siamo basati, proprio per incentivare il supporto della scena locale, poi pensiamo di espanderci anche in altre città e Paesi». 

Lanciare questa piattaforma in questo particolare momento di crisi, in cui il mondo dell’arte ha subito moltissime perdite, mi sembra essere un segnale importante…

P.M.: «In questo momento tutto il mondo dell’arte – come anche molti altri settori – si sta prodigando di trovare nuovi canali per raggiungere le persone, soprattutto digitali. Il lockdown ha evidenziato ancora di più quanto l’arte sia un’esperienza che va vissuta fisicamente, e noi vogliamo offrire una connessione con l’opera attraverso l’esperienza di vita dell’artista e la sua testimonianza diretta nello spiegare il significato dell’opera stessa. Si sta andando sempre più verso la realtà aumentata, ma di queste mostre 3D e Viewing Rooms – che sono delle esperienze virtuali dell’arte – la gente ne ha le scatole piene, ed è confermato anche da dati empirici. Maecenarte si pone dunque come uno strumento per poter connettersi con l’arte attraverso la conoscenza dell’artista, e non ha la pretesa di sostituirsi all’esperienza fisica dell’arte, che credo sia insostituibile. In questo senso, differisce anche da piattaforme come Instagram, che democratizzano l’arte solo per coloro che riescono a rientrare in un format ben preciso, limitato all’immagine e poco esplorativo della biografia e il racconto dell’artista».

Nel breve periodo, in cui l’incontro è scoraggiato in ogni modo possibile, come credete che possa inserirsi la piattaforma?

P.M.: «Ci sono vari aspetti da considerare, in quanto comunque Maecenarte ha diverse sfaccettature. Partiamo dalla connessione persona-opera visiva attraverso strumenti digitali. In quel senso, nell’impossibilità di interfacciarsi fisicamente, noi avevamo già considerato prima del lockdown di incoraggiare degli incontri con gli artisti tramite Zoom o Skype, tendendo comunque a un’aspirazione globale. Tuttavia, voglio soffermarmi su un primo punto caratteristico del futuro dell’app: per quanto mi riguarda, parlare direttamente con l’artista è veramente rivelatorio rispetto a qualsiasi altra cosa. Il secondo punto, non meno importante, è la possibilità di ottenere l’opera attraverso un contributo mensile, senza alcuna obbligazione temporale: ciò rende più accessibile l’arte fisicamente parlando, anche per opere già quotate. Rende più fluida l’accessibilità all’arte, e riesce a dare l’esperienza fisica in assenza di questa»

Passiamo alle informazioni più tecniche. L’iscrizione, il trasferimento del denaro, la spedizione delle opere, l’assicurazione…

M.M.: «L’iscrizione è gratuita: si procede al pagamento nel momento in cui si decide di voler sovvenzionare un artista o di acquistare/prendere in prestito delle opere. Per il trasferimento di denaro ci siamo affidati all’integrazione di un servizio esterno, Stripe, competitor di Paypal. Dal canto loro, artisti o enti che desiderano essere finanziati settano sul proprio profilo un patronage plan, ovvero una quota base richiesta e i costi di spedizione previsti. La spedizione è affidata direttamente ai nostri partner di artisti e gallerie, che possono decidere di includere o meno questo costo nella sottoscrizione dell’opera, a seconda anche se poi si debba spedire nello stesso Paese o al di fuori. Si può decidere anche di usufruire dell’opzione “pick up in place”, andando a ritirare il prodotto direttamente in loco ed evitando così l’eventuale costo di spedizione. 

Il nostro partner assicurativo, abbastanza noto nel mondo dell’arte, è Zilkens Fine Art Insurance. In questo modo siamo capaci di offrire una copertura assicurativa per ogni possibile danno o perdita, ad un costo extra del 10% sulla quota mensile da versare».

Avete in cantiere altri appuntamenti per presentare il progetto?

«In questo momento stiamo cercando di farci conoscere soprattutto sul panorama artistico di Berlino, per promuovere appunto la scena locale, sicché abbiamo molti appuntamenti con organizzazioni di arte, artisti e gallerie. Speriamo che siano di nuovo possibili al più presto mostre fisiche ed eventi!».

Ringraziamo Pasquale e Mattia Marino per la loro disponibilità e invitiamo gli interessati a visitare la pagina della Web App, per sostenere un progetto innovativo nel contesto di crisi che si sta attraversando.

Sara Maietta
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Sara Maietta
Una vita ascrivibile all'ABCD: aspirante curatrice, bookalcoholic, catalizzatore di dissenso e dadaista senza speranze.