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Cultura

La cultura in tasca: Gli uomini e lo stereotipo della mascolinità

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Gli uomini sono il “sesso forte”? Nell’immaginario comune sono descritti come forti, virili e che non devono dimostrare debolezze. Stereotipi di genere alimentano queste credenze: basti pensare alla comune espressione “non piangere, sii uomo”. Dunque gli uomini non devono piangere. Perché?  L’uomo deve essere forte: è la colonna portante, non può mostrarsi debole o vulnerabile. E, di conseguenza, non può subire violenza. Un uomo che subisce dolore o bullismo è qualcosa di inconcepibile.
Se ne parla poco e chi è vittima non viene quasi mai allo scoperto, perché immagina che non sarà creduto.

Uomini abusati: donne punite

Al di là del sesso, è sempre di esseri umani che stiamo parlando, tutte con emozioni, problemi e vulnerabilità. Facendo riferimento ad un fatto di cronaca recente, pensiamo alla principessa saudita, Hasa bin Salmane, che è stata condannata a 10 mesi di carcere con la condizionale e a 10.000 mila euro di multa per le violenze e umiliazioni che ha fatto infliggere ad un idraulico, suo dipendente. I fatti risalgono al settembre 2016 quando, sul cantiere di una delle residenze reali, la donna ha accusato l’idraulico di aver carpito delle sue foto nel riflesso dello specchio, mentre, in realtà, l’operaio era intento a scattare fotografie agli impianti effettuati.

Il documentario The mask you live in.

Sul tema, è di grande interesse il documentario The mask you live in, che analizza gli stereotipi maschili e i messaggi contraddittori riguardo il concetto di  mascolinità che i ragazzi ricevono dai media, dal gruppo dei pari e dagli adulti. Nel documentario, esperti in neuroscienze, psicologia, sociologia, educazione e media spiegano l’impatto di tali stereotipi sui ragazzi, le relative conseguenze e come poter cambiare questa rappresentazione della virilità. Il documentario illustra, inoltre, come noi, in quanto società, possiamo crescere una generazione più sana di ragazzi.

Stereotipi maschili e l’impatto sui giovani.

Gli stereotipi maschili esistono e provocano una pressione sociale sui ragazzi. La mascolinità e virilità sono spesso associate al successo lavorativo e alla conquista sessuale: nella nostra cultura, l’uomo è sempre stato raffigurato come l’elemento forte, dominante, imponente. L’uomo lavora, si occupa di portare a casa il pane, riscuote successo lavorativo, reprime le proprie emozioni per non mostrarsi debole e vulnerabile. Il tutto accompagnato da un carico di  responsabilità che pesa sulle spalle dei ragazzi: dimostrare agli altri di essere abbastanza uomo.

The mask you live in rivela che la mancanza comunicazione porta a covare di nascosto i propri sentimenti e, spesso, sopportare tutto in silenzio con conseguenti esplosioni di rabbia e violenza, verso se stessi e verso altri, e a sviluppare depressione e altri disturbi.
È necessario smantellare tali stereotipi: le caratteristiche che abbiamo etichettato come femminili (empatia, comunicazione, espressione dei sentimenti, piangere) in realtà non sono solo femminili, ma sono umane. Appartengono a tutti ed è sano che ognuno esprima le sue emozioni.

Il ruolo mediatico.

I media contribuiscono ad alimentare stereotipi e sottopongono le masse ad una perenne esposizione a contenuti violenti aumentando la probabilità che si impari ad utilizzare e rispondere con la violenza.
Ne conseguono atti di bullismo: prendere di mira il soggetto più debole perché “diverso” dalla maggioranza o infastidire e molestare con battute a sfondo sessuale, provocatorie o toccate indesiderate. Spesso questi comportamenti vengono minimizzati e fatti passare per scherzi o bravate. Bisogna, invece, preoccuparsi e far capire ai ragazzi che questi atteggiamenti violenti sono sbagliati, prendendo la situazione seriamente.

Crescere una generazione sana di ragazzi è possibile.

È possibile insegnare ai ragazzi l’importanza della comunicazione delle emozioni e che per essere uomo non bisogna essere per forza potenti, violenti o ricchi. Esprimere i propri sentimenti e dolori è sano e umano per tutti, non solo per le femmine. Abbattiamo gli stereotipi che incasellano le persone in determinati ruoli e le costringono sotto inutili pressioni sociali.

È possibile mostrare ai giovani modelli di uomini e donne positivi e sani e scegliere un’educazione priva di stereotipi, ma che insegni il rispetto, la comunicazione, la parità e la scelta.

Articolo a cura di:

Sara Najjar

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Sara Najjar
Nata nel 1996 a Bologna e cresciuta nell'hinterland modenese, è ritornata nella sua città natale da pendolare dove ha studiato prima Educatore sociale e culturale e poi Pedagogia. Si circonda di gatti fin da quando è piccola e, tra le tante cose, si ciba di musica (principalmente indie), serie tv, libri e scrittura.