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Editoriali

9 tipi di persone che puoi incontrare ai tempi del coronavirus

Tempo di lettura: 4 minuti

 

Supermercati saccheggiati, milanesi poco imbruttiti all’ora di punta e la D’Urso che dice a Conte in diretta “ti chiamerò premier e ti darò del tu”: quanto è strana la vita ai tempi del coronavirus? Strana certo, ma anche difficile per le popolazioni bloccate da giorni in quarantena domiciliare oggi e per quelle imprese che sentiranno gli effetti negativi sulla propria economia domani. Un domani che sempre più presente spinge la gente al delirio, alla paura incontrollata, al panico e all’egoismo. Un egoismo sottile tradotto in un egocentrismo sanguinante: “prima ci siamo io e la mia incolumità, poi ci sono gli altri”. Non è così? Altrimenti come spiegare le discriminazioni accadute in questi giorni (anzi, ormai mesi) contro i cinesi e gli asiatici tutti?

Un po’ però dobbiamo capirli, questi egoisti: cosa pensare di fronte a programmi tv e telegiornali che per 24 h al giorno trasmettono novità, commenti, opinioni e quant’altro sul Coronavirus? Saranno spinti dalla ricerca del picco di ascolti certo, perché più ne parli, più ne parleresti e più vorresti rimanere aggiornato. E quando vedi chiudere le scuole, le aziende, interi paesi, le fiere internazionali e così via? Una misura preventiva che fa scattare una molla: la certezza dell’inesistenza della fiducia.

Assenza di fiducia e egoismo dilagante sono due pesi uguali e contrari con cui l’Italia ha sempre avuto a che fare, ma con cui purtroppo non ha mai fatto mai realmente i conti. La reazione è semplice, veloce e a catena: se il popolo non ripone fiducia nel proprio governo e nelle decisioni che quel governo prenderà, allora vale la legge del taglione e dell’egoismo, ovvero ognuno deciderà da solo. Un’idea un po’ estrema e che si accartoccia su se stessa, uno stile di vita che se ripetuto fa capire il motivo per cui l’azione del singolo va legittimata anche se a scapito della collettività. Ma tranquilli, ci pensa papà Beppe Sala a mettere tutti in riga: dal video pubblicato sembra proprio che dica “ma cosa state combinando?”

Rimane solo l’attesa e la speranza. Attendere la discesa numerica dei contagi. Sperare che tutto torni alla normalità e al livello di ansia precedente al coronavirus, quello reso dalla vita frenetica che viviamo ogni giorno. Sperare che lo smart working diventi un sistema integrato al metodo di lavoro e non sia solo ausiliario in casi eccezionali – ci voleva per forza un’epidemia per portarlo finalmente nelle aziende e capirne la potenzialità? -Attendere nuove comunicazioni dai comuni e dalle regioni per poter riprendere la propria vita. Sperare che gli errori non capitino più, prevenendo maggiormente invece che curare in ritardo. Attendere e sperare per se stessi e per gli altri, senza selezioni di serie a o di serie b.

Intanto quello che possiamo fare, oltre ad aspettare, sperare e leggere gli aggiornamenti provenienti solo da fonti ufficiali (che vi forniremo in seguito), è trovare un momento di calma tra queste righe, sdrammatizzando un po’ e rievocando con la mente le immagini di quei tipi di persone che potresti incontrare ai tempi del Coronavirus. E forse riusciremo a strapparvi anche un sorriso.

 

Ecco 9 tipi di persone che potresti incontrare ai tempi del coronavirus

  • L’IMPANICATO: è colui che manco finisce la notizia al tg ed è già arrivato al supermercato per riempire 2 carrelli di scorte varie, candeggina, mascherine e Amuchina da lasciare in eredità fino ai pronipoti di 18esimo grado (anzi no, forse meglio la beneficienza come ha fatto Douglas Senior).
  • IL BUNKERIANO: spesso coincide con la figura di cui sopra, con l’aggiunta che quando arriva a casa la trasforma in un bunker tagliando i ponti con la vita sociale esterna (facendo finta di averne una) ed evitando contatti fisici, oculari e mentali con chiunque tranne il gatto. Lui è il gatto, lui può.
  • IL TITUBANTE: per lo più razionale all’esterno, per questo non cede a isterismi della gente comune; tuttavia lo pervade una strana allerta inside, della serie “per ora non c’è da avere paura, PERO’ NON SI SA MAI”.
  • IL RASSEGNATO POSITIVO: resiste (o almeno cerca) al panico, ai programmi tv, ai saccheggi e all’ansia convincendosi che l’emergenza non può durare per sempre e tutto prima o poi tornerà alla normalità.
  • IL RASSEGNATO NEGATIVO: cerca di resistere al panico, ai programmi tv, ai saccheggi e all’ansia pensando che l’emergenza non può durare per sempre perché prima o poi alla fine moriremo tutti.
  • IL MINIMIZZATORE (o menefreghista + bonus del rassegnato negativo): ma cosa vuoi che sia il coronavirus, siamo sopravvissuti a robe peggiori, una malattia come un’altra e che sarà mai, “tanto muoiono sempre prima i vecchi“( e comunque alla fine moriremo tutti).
  • IL DISINFORMATO: da evitare come la peste, altro che coronavirus! Ma almeno lui è fortunello perché mica si deve preoccupare di scorta alcuna chi si nutre di bufale: “oh ma secondo te è una coincidenza che si chiama come la birra?”, “sai che sei infetto solo che hai la tosse secca senza naso che cola?”, per non parlare dell’evergreen “ai migranti che sbarcano mica gli fanno i controlli!”.
  • L’UMORISTA: non si sa se facente parte della sottospecie dell’impanicato o rassegnato o minimizzatore: lui sopravvive a suon di meme che ripropone a rotazione a parenti e/o amici per passarsi il tempo o per scongiurare la sfiga, della serie: “lo sai che l’Amuchina 100 ml se ne prendi due ne paghi mille?”.
  • L’INCAZZATO: se quando vai a fare la spesa normalmente, non trovi più nulla sugli scaffali; se quando compri i biglietti per la partita o lo spettacolo alla Scala, la rinviano fino a data da destinarsi; se devi laurearti, ma il comune ha chiuso le università; se hai prenotato per le Mauritius, ma non ti fanno scendere dall’aereo; se la vita è così effimera che basta un nulla per arrivare alla fine… come fai a non essere incazzato?

 

DI SEGUITO ALCUNI CONTATTI UTILI:

Sito del governo: http://www.governo.it/

Sito della Protezione civile: http://www.protezionecivile.gov.it/home

Sito del Ministero della salute: http://www.salute.gov.it/portale/home.html

Numero nazionale in caso di dubbi o sospetti: 1500

Carlotta Cuppini

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Carlotta Cuppini
Fondatrice di Borderlain, le piace organizzare persone e progetti con sorridente serietà. Based un po' in MIlan un po' Bologna, beve caffè amaro al mattino e vino rosso la sera. Colleziona edizioni di 'JF è uscito dal gruppo' che tiene sul comodino insieme a manuali di project management.