Che s'impicchi l'indifferenza non le persone
Editoriali

Che s’impicchi l’indifferenza, non le persone

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La notizia del ritrovamento “casuale” di un corpo appeso a 9 metri di altezza in un parco di Milano può destare sentimenti contrastanti. Non tanto per il suicidio, fenomeno purtroppo ricorrente (in Italia si contano circa 4000 decessi l’anno) ma per il contesto in cui è avvenuta la macabra scoperta.

Il parco della Resistenza (per tutti parco Baravalle) è un’estesa area verde in cui alberi e umani vivono in armonia. Giochi per i bambini, campi da basket, tavoli per picnic e grandi aree cani offrono una pausa nel bel mezzo della vivacità milanese. Facilmente raggiungibile perché sito appena dentro la circonvallazione, si può ben capire quanto il parco possa essere frequentato. Com’è possibile quindi che nessuno si sia accorto di quel corpo se non dopo giorni?

Chiunque potrebbe rispondere che chi va al parco non ha certo voglia di scrutare in cielo alla ricerca dell’impiccato perduto. Oppure che non essendo normale farla finita al parco è normale di rimando non aspettarsi nulla di penzolante dagli alberi. Ma se questo episodio fosse solo la conferma del dilagante individualismo sociale dei nostri tempi? La conferma che non siamo più in grado di guardare al di là del nostro io, del nostro essere, o semplicemente del nostro?

Inutile fare i complottisti e dare la colpa agli smartphone: in tutte le epoche ci sono sempre stati i ricchi sapienti e i poveri menefreghisti. La verità è che oggi potenzialmente potremmo essere tutti ricchi data la democraticità della cultura e sconfiggere così l’ignoranza andando al di là del nostro sapere. La curiosità è il vero antidoto alla nebbia dell’egocentrismo ed è nostro dovere nutrirla mediante il sapere. Forse solo così batteremo i leoni da tastiera oggi e le ingiustizie del mondo domani. Che s’impicchi l’indifferenza non le persone.

Intanto, poiché anch’io sono passata per quel parco e non mi sono accorta di nulla, mi giustifico pensando che la natura abbia deciso di accogliere quel corpo, proteggendolo con i suoi rami dall’indifferenza della gente e l’abbia cullato fino all’arrivo delle autorità.

 

Articolo a cura di:
Carlotta Cuppini

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Carlotta Cuppini
Fondatrice di Borderlain, le piace organizzare persone e progetti con sorridente serietà. Based un po' in MIlan un po' Bologna, beve caffè amaro al mattino e vino rosso la sera. Colleziona edizioni di 'JF è uscito dal gruppo' che tiene sul comodino insieme a manuali di project management.