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Politica

Salvini dà una lezione a tutti: di incoerenza però

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Come è giusto che accada quando è in corso una guerra che rischia di avere sviluppi poco rassicuranti, la politica interna si fa meno evidente. Ma non per Matteo Salvini che questa settimana ha conquistato una figuraccia internazionale. Poi però i fatti di casa, seppur con meno eco, continuano e nel Movimento Cinque Stelle le cose non vanno bene soprattutto dopo la riconferma del tribunale di Napoli sull’azzeramento delle cariche interne.

Imparare la coerenza in guerra: la figuraccia di Matteo Salvini a Prezmyail

La coerenza in politica è importante. Lo sentiamo spesso citare come mantra che puntualmente in Italia viene smentito; e invece è davvero importante. Ad esempio potrebbe impedire a un politico, che quattro anni prima apprezzava la sicurezza e la pulizia di Mosca, di andare al confine con l’Ucraina ed essere respinto dal sindaco della città polacca.

Sarebbe bello se fosse solo un esempio teorico, invece è la recentissima biografia di Matteo Salvini. Trasformatosi per due giorni in pacere il leader della Lega ha trovato ostilità nel sindaco di Prezmysil per il quale uno che vestiva una maglietta con la faccia di Putin non rappresenta un interlocutore accettabile in questo momento.

Sta tutto nella coerenza: principio che probabilmente Matteo Salvini non aveva considerato nel quando ha deciso di andare sul confine fra Polonia e Ucraina. Non si ricordava forse come, sul suo curriculum politico, avesse una foto con la faccia di Putin stampata su una delle sue tante magliette.
O forse più semplicemente, la domanda che avrebbe dovuto farsi Salvini, è: “Che cosa vado a fare io in un terreno di guerra?”. Perché un conto è suonare il citofono al Pilastro di Bologna come fossi l’ispettore Coliandro, un conto è andare in una guerra credendo di trovarne la soluzione.

E magari Salvini avesse creduto di poter portare davvero la pace fra Russia e Ucraina. Più probabilmente invece ancora una volta ha voluto giocare sulla propaganda: lo ha fatto non calcolandone però il contraccolpo a livello nazionale e internazionale mettendo in scena così uno scivolone inenarrabile.

A livello nazionale Salvini è tornato a mai vuote non avendo ovviamente raggiunto l’obbiettivo che, con un pizzico di megalomania, si era proposto. A livello internazionale poi ha fornito un’immagine pessima di un politico in gita scolastica mentre a pochi chilometri piovono bombe. Uno spettacolo davvero povero, per nulla divertente e soprattutto assolutamente inopportuno per chi aspira a Palazzo Chigi.

Istanza bocciata: per il tribunale di Napoli Conte non è il capo politico dei Cinque Stelle

Lasciando il tragico terreno di guerra, in Italia il Movimento Cinque Stelle prosegue il travagliato percorso verso la forma partito.

Il tribunale di Napoli, che aveva dichiarato non valida l’incoronazione di Conte a capo politico del Movimento, ha rigettato anche l’istanza presentata subito dopo la pronuncia. Così Giuseppe Conte per la legge non è il leader dei Cinque Stelle. A quanto pare però la questione si può risolvere facilmente con una nuova votazione già in programma. 

Una situazione comunque delicata considerata la lotta interna per la leadership fra governasti e movimentasti: un’occasione ghiotta per chi è schierato fra le fila di Di Maio che potrebbe tentare di imporre la sua linea. 

Federico Feliziani
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Federico Feliziani
Autore e scrittore di prosa e poesie, blogger e consigliere comunale a Sasso Marconi, è da circa un decennio politicamente attivo e dedito alla causa contro le violazioni dei diritti umani. Considera la propria disabilità un’amica e compagna di vita con cui crescere e mantenere un dialogo costante.