Matteo Renzi
Politica

Renzi in seconda fila non ci sta. Così cannoneggia il governo

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Mentre il Paese si trova in una pesante crisi Renzi pubblica e porta in tour il suo contro programma

Alla fine della quarantena la politica ha ripreso le buone e vecchie abitudini. Non ci scandalizziamo ma certamente, in una fase delicata come quella del post lockdow, ci si aspetterebbe tutto tranne una quotidiana precarietà della maggioranza. E l’instabilità maggiore è causata dal più piccolo, ovvero dal senatore Renzi che tutto sembra tranne che fare parte del governo.

Con la sua “Mossa del cavallo” Renzi lancia di fatto un programma politico per la ripartenza che pare poco affine a quello che Conte sta portando avanti con il governo giallo-rosso. Renzi ha messo nero su bianco tutto quello che lo distanzia dal modo di agire dell’esecutivo sembrando quasi un estraneo della compagine governativa.
Mentre recita le presentazioni della sua opera letteraria Renzi -è bene ricordarsi- è il leader di una delle forze politiche della maggioranza. Per di più è la chiave con la quale si è messa in moto l’alternativa al Conte uno. 

Allora la domanda sorge spontanea: perché? Se non c’è quasi nessun punto del programma di governo che Matteo Renzi condivide, perché continua a garantire i voti di Italia Viva alla maggioranza? Ma soprattutto c’è il grande quesito antropologico: perché Renzi sta seduto allo stesso tavolo della forza politica di Bonafede che nei suoi show chiama spregevolmente DJ Foffo evocando il passato del ministro della giustizia?

La storia politica ci insegna come sia normale che in una maggioranza esistano differenze di visione. Tuttavia qualcosa in comune fra gli alleati ci deve essere altrimenti viene meno il collante per cui stare insieme. Nel caso di Renzi e Italia Viva sembra non esserci nessun punto di incontro con PD e Cinque Stelle se non impedire a Matteo Salvini di sedere in un ministero. La questione però si fa delicata quando la sfarinatura nella maggioranza, quella che Renzi sottolinea a ogni occasione, va in scena in un momento economicamente e socialmente complesso. 

Mentre PD e Cnque Stelle sono alla ricerca della calce per tenere insieme il loro rapporto, Matteo Renzi è in garage a preparare la benna migliore per investire Conte, Zingaretti, Di Maio e Dj Foffo. Benna che per la condizione del Paese si abbatterebbe su tutti noi trasformando una crisi di governo in una crisi preoccupante per il futuro italiano.
Tutto molto strano per un leader che ama definirsi anti populista e responsabile. Su anti populista, fino a quando non ci si metterà d’accordo su cosa si intende per populismo, è difficile accennare un giudizio; per quanto riguarda la responsabilità invece Matteo Renzi sta fornendo molti elementi per farci un’idea. E non sembra avere questa qualità. 

Invece della responsabilità, Matteo Renzi sta mettendo in mostra il proprio ego. Un ego talmente grande che, nel momento in cui non gioca titolare, non riesce a trattenere il desiderio irrefrenabile di bucare il pallone. Il problema è che adesso quel pallone, seppur imperfetto, ci serve. 

Federico Feliziani

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Federico Feliziani
Autore e scrittore di prosa e poesie, blogger e consigliere comunale a Sasso Marconi, è da circa un decennio politicamente attivo e dedito alla causa contro le violazioni dei diritti umani. Considera la propria disabilità un’amica e compagna di vita con cui crescere e mantenere un dialogo costante.