peggiori regali natale
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I 10 peggiori regali ricevuti a Natale dalla redazione di Borderlain.it

Tempo di lettura: 6 minuti

Sarà un Natale diverso. Ce lo siamo già detti e ce lo ripetiamo come una litania da quando l’ultimo DPCM ci ha proibito di fare tutte le cose che facevamo gli altri anni durante le feste natalizie.

Con sommo stupore, ci siamo ritrovati ad essere felici di non dover tollerare insostenibili riunioni di famiglia o conviviali incontri di circostanza con fintissimi scambi di auguri.

Sulla scia di questa ritrovata sincerità, permetteteci allora di essere spudoratamente venali: parliamo dei regali di Natale.

Ci sono cose che non dovrebbero mai essere acquistate, impacchettate, messe sotto l’albero o recapitate alle persone che crediamo di amare. Ci sono idee che andrebbero bocciate sul nascere e rinchiuse negli angoli più bui della nostra mente finché non avremo soldi da buttare per fare regali anche a chi odiamo.

Visto che siamo ancora in tempo per dissuadervi da quell’acquisto che potrebbe rovinarvi le feste, vogliamo esservi di aiuto ed evitarvi dei sonori disastri.

Ecco la lista dei 10 peggiori regali che si possano ricevere a Natale secondo i nostri redattori.

 

1) Prodotti per raggiungere il peso forma – Margherita

Abbonamenti alla palestra, buoni per consulenza da dietologo/nutrizionista, libri sulla dieta Keto, Dukan, Sirt… No. Per favore, no. In un momento dell’anno in cui si fanno bilanci sulla vita e come risultato delle tue considerazioni, per consolarti, già pianifichi di mangiarti anche i tronchi di legno che ardono nel caminetto, non puoi aprire un pacchetto e trovarci scritto, in maniera neanche tanto subliminale, quanto sei grasso e quanto hai bisogno di metterti in forma. E non vale mascherare il pensiero con l’idea che “è per il tuo bene”. Al mio bene ci penso io.

Lascio a voi la convinzione che a Natale siamo tutti più buoni. A casa mia, a Natale siamo tutti più buoi.

2) Un animale – Carlotta

Un animale. Di qualsiasi razza, taglia o regno esistente al mondo. Specialmente se cucciolo e se donato all’insaputa del ricevente. Non è questione di essere moralisti, è una questione di principio. Perché regalare un pesce rosso, un gatto, un criceto o uno scoiattolo esaudisce un capriccio nell’immediato, ma lascia a mezz’aria le conseguenze di lungo periodo che spesso sfociano nell’abbandono. Prendere un cane significa diventare genitori. Abbandonereste mai vostro figlio in autostrada perché volete andare in vacanza? Dai.

Piuttosto, se volete donare affetto, regalate un peluche. Quello sì che lo potete mettere in valigia.

3) Maglioni natalizi – Nicola

Renne, fiocchi di neve, il faccione di Babbo Natale, pacchi regalo: qualsiasi cosa essi raffigurino, sono un regalo decisamente poco gradito. State certi che questo dono, anche per chi lo gradisce, finirà presto in fondo al cassetto. Perché? Non sono utili tutto l’anno, sono ingombranti e di solito anche brutti. Se poi hanno batterie e fili, magari con tante palle e addobbi a ornarvi come un albero di Natale, non parliamo della scomodità che vi accompagnerà nell’impersonare una pista d’atterraggio umana. Desistete da questa simpatica tentazione.

Quest’anno, di peggio c’è solo regalare una mascherina… magari a tema natalizio.

4) Set di bagnoschiuma e profumo – Sara M.

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“Notte di fuoco”, “Rituale dello spirito”, “Fiori dell’Amazzonia”: difficile pensare che nomi così altisonanti possano essere abbinati a prodotti così noiosi. Chi di voi non ha mai ricevuto per Natale il set di bagnoschiuma e profumo, racchiuso in una bella confezione caleidoscopica con titoli rimandanti a coccole orientali – il tutto realizzato probabilmente da un team commerciale sotto effetto di sostanze stupefacenti?
Ma il problema è proprio di chi pensa che un regalo del genere possa essere gradito. Perché regalare dei set così anonimi può voler dire solo tre cose: 1) “Lavati più spesso”; 2) “Non ti conosco minimamente e non ho idea di cosa ti piaccia”; 3) “Ho completamente dimenticato di doverti fare un regalo”.

Vi prego, risparmiateci. Se proprio volete regalarci qualcosa di esotico e, ahimè, non potete fornirci una crociera, puntate sulla cioccolata aromatizzata. Ché il bagnoschiuma possiamo comprarcelo da soli.

5) “Niente” – Chiara

Se sei una di quelle persone che alla domanda “cosa vuoi per Natale?” risponde “niente“, allora i tuoi cari potrebbero incombere nell’errore di regalarti QUESTO.
Si tratta di un regalo a dir poco provocatorio: il nulla inscatolato e impacchettato.
In realtà sembra essere concepito come un regalo pseudofilosofico, un inno al minimalismo e all’importanza di non regalare cianfrusaglie. Tuttavia, spendere dei soldi per regalare “il niente” non è proprio sinonimo di minimalismo, in questo caso forse è meglio lanciare il messaggio con regali di seconda mano o fatti in casa. E neanche pensarlo come regalo divertente funziona. Genera piuttosto una grande sentimento di confusione e irritazione nel destinatario. In questo è meglio optare per qualcosa di utile e non cadere nella trappola del “regalo originale”.

6) Biancheria intima – Irene

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Calzini, mutande, ce n’è per tutti i gusti. Un regalo molto anonimo, che non brilla di fantasia, peggio ancora quando è della taglia sbagliata, fluo o con i pinguini sopra. Oppure, immaginatevi di aprire un pacchetto e scoprirvi un completino super sexy, di fronte a nonni, zii, cugini, cane e gatto? No, grazie!

7) I puzzle – Mattia

Mai sopportati. Mai afferrata la dinamica, il meccanismo mentale che dovrebbe rendere divertente o stimolante il rimontare qualcosa che qualcun altro ha smontato in partenza tanto per. I pochi tentativi di opera (ri) compositiva, effettuati giusto perché lasciare i regali in naftalina pareva brutto, hanno finito per generare soltanto un insopprimibile senso di frustrazione tendente all’assoluta misantropia. Un regalo del genere è il più sicuro metodo di garanzia per guadagnarsi irrevocabilmente un posto nel mio Death Note (ce l’ho davvero, preso al Comicon).

8) La ricarica telefonica – Serena

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Vigilia di Natale. Mentre prepara la salsa per l’arrosto per il giorno dopo, la zia Clotilde si ricorda di avere altri tre nipoti (chi li ha partoriti?). Brandendo il mestolo, presa dal panico, urla: “che cosa gli regalo?!?! I calzini no, già regalati lo scorso anno; il bagnoschiuma no, è il regalo fisso per il compleanno; potrei riciclare il deodorante nuovo che ho comprato l’altro ieri, ma me ne servirebbero altre due“. E poi l’illuminazione: la ricarica del telefono – serve sempre, no?

La ricarica telefonica è un regalo che urla: “NON SAPEVO COSA FARTI E VOLEVO SPENDERE POCO”. Che sia utile è innegabile, ma non c’è nulla di più impersonale e freddo di una tesserina per il credito telefonico. Zia Clotilde, per quest’anno ripiega sui calzini.

9) Un oggetto della squadra di calcio per la quale non tifi – Pietro

Pensare a un “peggior regalo” mi risulta piuttosto difficile, perché sono uno di quelli per cui realmente “basta il pensiero”.
Tuttavia ricordo col sorriso a quando, da bambino, mi è stato regalato “Er Lupacchiotto da’  Roma” a giocattolo. Non ricordo bene, ma forse cliccando un tasto diceva pure qualcosa in romanesco. Se devo essere sincero, l’ho amato.
Il problema? Regalare Er Lupacchiotto da a’ Roma a un bimbo figlio di una famiglia partenopea – che per giunta aveva da poco realizzato che la sua squadra del cuore fosse l’Inter – forse è sintomo di non averci capito troppo. Oppure è una provocazione.
Posso dirlo? Almeno non era una zebra juventina.

10) Calzini antiscivolo – Giuseppe

No, la vostra dolce metà non ha paura che possiate inciampare maldestramente sul pavimento. No, non teme che lasciate le impronte delle scarpe sparse per tutta la casa. Rifletteteci un secondo. Cosa avete combinato? Vi siete per caso dimenticati di un anniversario? Non vi siete accorti del nuovo taglio di capelli? Avete detto “passo a prendere io il bambino a scuola” e adesso vostro figlio vi odia perché è tornato a casa, da solo, sotto all’acquazzone? Rifletteteci, dev’essere andata per forza così. Perché nessuno merita davvero di scartare un regalo e trovare dei calzini antiscivolo.

Il che, come pensiero, andrebbe pure bene.

Se avete appena smesso di gattonare.

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