Malesia
Società

Malesia: donne, truccatevi per non infastidire i mariti

Tempo di lettura: 2 minuti

Internet è pieno di consigli su come passare le giornate in questo solitudine forzata. Si parla molto di come occupare il tempo, seppur poco delle conseguenze psicologiche che tutto questo può causare. Serie tv, libri, film, attività ricreative, sportive, culinarie e…poi qualcosa di molto più “stravagante”.

La campagna pubblicitaria in Malesia

Gira sul web e spicca, per originalità sicuramente, una recente campagna pubblicitaria del governo della Malesia. Si tratta di una serie di immagini sessiste che dice alle donne sposate come comportarsi in casa coi propri mariti. Devono truccarsi, vestirsi come per uscire fuori e, soprattutto, non devono infastidire i mariti o essere “sarcastiche” nel chiedere a loro di fare qualche lavoro domestico.

Dopo la pubblicazione, la campagna è stata criticata e ridicolizzata e il governo ha provveduto a toglierla.

Il sessismo non va in vacanza, neanche in una situazione così drammatica e difficile per chiunque. No, le donne continuano ad essere discriminate e colpevoli. Guai a trascurarsi e venire a meno al proprio dovere femminile di essere in ordine e disponibili.

Ancora una volta si dice alle donne come devono comportarsi. Non interessa se stanno male, l’importante è che non diano fastidio al marito. Perché si sa: è colpa delle donne se i mariti si arrabbiano o usano la violenza.

Intanto in Italia…

La situazione sta diventando drammatica per chi si trova a vivere in una situazione di violenza: non sono pochi i casi di femminicidio denunciati e portati agli onori della cronaca in questi giorni di clausura forzata.

C’è da dire, però, che la narrazione di questi continua ad essere fuorviante ed errata: non si tratta di “raptus”, “esasperazione” o dramma da convivenza forzata.  Il femminicidio non è una conseguenza di questa convivenza forzata, ma è la conseguenza del ciclo della violenza. Qualcosa di deviante che esisteva tra quelle quattro mura già prima.

Basta con la romanticizzazione e la minimizzazione delle violenza: non è giusto descrivere il carnefice come una persona “esasperata” e “disperata”. Basta giustificare la morte delle donne.

Dietro un femminicidio c’è una vita fatta di violenza.

Articolo a cura di:
Sara Najjar

 

LEGGI ANCHE – 25 Novembre: la violenza contro le donne è un problema maschile
Ti sei perso il Cronache di un Borderlain di questo mese?
CLICCA QUI

 

Leave a Response

Sara Najjar
Nata nel 1996 a Bologna e cresciuta nell'hinterland modenese, è ritornata nella sua città natale da pendolare dove ha studiato prima Educatore sociale e culturale e poi Pedagogia. Si circonda di gatti fin da quando è piccola e, tra le tante cose, si ciba di musica (principalmente indie), serie tv, libri e scrittura.