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Politica

Sul Decreto Sostegni Draghi spacca il governo. Un condono di troppo

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L’esordio di Draghi in conferenza stampa per il Decreto Sostegni. Scoppia il caso condono e il governo è già diviso 

Dopo il discorso della fiducia in Parlamento Draghi si è chiuso in un silenzio laborioso. Lo ha interrotto ieri sera presentandosi in conferenza stampa per il Decreto Sostegni affiancato dal ministro dell’economia Franco e quello del lavoro Orlando.

Carico di aspettative quello di Draghi non si può definire un esordio felice. È finalmente caduta la retorica dell’uomo che cammina sulle acque a cui tutto è concesso. Il largo ritardo dell’inizio dell’incontro con i giornalisti ne è la prova. Sul Decreto Sostegni Draghi si è dovuto scontrare, forse per la prima volta, con la politica dei partiti: quella vera fatta di strapuntini e rivendicazioni. 

A un mese dall’insediamento il governo Draghi sembra già diviso. La politica si fa sentire per non annegare nell’aurea del salvatore della patria. Il punto della discordia è stato il condono fiscale sulle cartelle esattoriali del primo decennio del 2000. È finita la concordia fra Destra e Sinistra: Lega e Forza Italia hanno fatto asse su un condono fino al 2015 mentre PD e LeU hanno tentato di opporsi. 

Un tentativo fallito perché Draghi poi ha annunciato il condono per le cartelle per redditi fino a 30.000 euro emesse nel periodo 2000-2011. Promettendo poi un altro condono per quelle fino al 2015. La motivazione è lo smaltimento di cartelle irrecuperabili per efficiente il sistema fiscale. Fine che non è bastato a non fare accendere la polemica sull’ennesimo favore agli evasori anche perché, il periodo di stralcio, non coincide con nessuna crisi particolare. Una scelta politica della quale non si sentiva la necessità soprattutto in un momento in cui gli investimenti statali dovranno aumentare. 

Dopo aver annunciato il condono Draghi ha anche parlato degli 11 miliardi, presenti nel Decreto Sostegni, che saranno immessi entro aprile per le imprese. Somma che rientra nei 32 miliardi dell’ultimo scostamento del governo Conte.
Anche per quanto riguarda il reddito di cittadinanza e il reddito di emergenza il ministro Orlando ha annunciato un rifinanziamento a sostegno di nuove criticità.

Il mondo politico non sta dibattendo solo sul condono. Draghi ieri sera ha sostanzialmente sbugiardato il pretesto utilizzato da Italia Viva per scalzare Conte da Palazzo Chigi. L’ex presidente della BCE ha confermato che il MES in questo momento non sarebbe conveniente. Esattamente quanto sosteneva il ministro Gualtieri di fronte alle accuse di Matteo Renzi. 

Un vero e proprio smacco che rende ancora più evidente come Renzi volesse  aggiornare solo l’album delle decapitazioni politiche. E alla luce del nuovo condono forse, un po’ di nostalgia del passato, è legittimo sentirla.

Federico Feliziani

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Federico Feliziani
Autore e scrittore di prosa e poesie, blogger e consigliere comunale a Sasso Marconi, è da circa un decennio politicamente attivo e dedito alla causa contro le violazioni dei diritti umani. Considera la propria disabilità un’amica e compagna di vita con cui crescere e mantenere un dialogo costante.