Covid- 19
Politica

Covid- 19: ad aprile fine dello stato d’emergenza, salvo la guerra in Ucraina

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Questa settimana politica è molto particolare: sì perché se la notizia più importante è come il prossimo 31 marzo cesserà lo stato d’emergenza contro il Covid, come in uno scherzo del destino ieri ne è iniziato un altro: quello della NATO per l’attacco russo in Ucraina.

Covid- 19: dopo due anni il 31 marzo finirà lo stato d’emergenza

Proprio nella settimana in cui abbiamo celebrato il secondo anniversario dal primo caso di Covid- 19 individuato a Codogno è arrivato l’annuncio a parte del governo sulla fine dello stato d’emergenza il prossimo 31 marzo.

Un atto importante con cui si certifica l’attenuazione del virus che fa sì che possiamo tornare alla normalità: ovvero senza più i vincoli stringenti con cui abbiamo vissuto due anni. Spariranno le zone colorate, i tanto citati DCPM che rientreranno nell’ordinaria attività della presidenza del consiglio, sparirà l’obbligo di mascherina all’aperto e di Ffp2 in classe, il Comitato tecnico scientifico infine si scioglierà.

Queste sono le principali novità che vivremo dal Primo aprile e con le quali ritroveremo un po’ di normalità. L’unica misura che rimarrà in vigore, per essere eliminata gradualmente, sarà l’obbligo di green pass che cesserà prima per le attività all’aperto. 

Un piccolo passo verso il ritorno a una vita sociale soddisfacente. Parallelamente però si continuerà a monitorare l’evoluzione del Covid- 19 per evitare recrudescenze. Probabilmente è anche per questo che il green pass ci farà compagnia ancora per un po’ a ricordarci come non siamo fuori dall’incubo. 

L’Ucraina: la nuova emergenza in cui i valori contano

Di solito ls settimana politica non si occupa di politica internazionale, ma questa volta sarebbe ipocrita eludere il tema. L’attacco russo all’Ucraina apre una situazione storia: l’Europa dopo settant’anni vive un’aggressione militare ad una delle sue capitali. 

Nei due anni passati a lottare con il Covid la parola “guerra” è stata troppo spesso inflazionata. Qualcuno ce lo ricordava e chiedeva di prestare attenzione al linguaggio; aveva sicuramente ragione. Quello che stiamo vedendo avvenire a qualche decina di migliaia di chilometri da noi è guerra: guerra, con una potenza che vuole dissotterrare l’ascia di guerra nei confronti della NATO e così decide di sfondare in Ucraina, nazione che avrebbe potuto essere annessa all’Alleanza atlantica.

Tutto ciò lo stiamo però vivendo con estrema freddezza: le forze politiche italiane fin ora hanno parlato di sanzioni come se fossero queste ad avere sostanza politica. Ma la guerra è prima di tutto un attacco all’etica: materia su cui la politica si dovrebbe esprimere spiegando ai popoli di appartenenza cosa sta accadendo.

Un tempo esistevano i pacifisti che si contrapponevano ai guerrafondai e agli atlantisti. Oggi sarebbe il caso di parlare più di “sanzionisti”. Mancano i valori su cui basare le azioni politiche, manca una spiegazione e una richiesta di mobilitazione agli elettorati di riferimento.

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Oltre alle sanzioni servirebbe parlare di altro, di qualcosa sicuramente di meno concreto ma di politico. La Pace ad esempio.
Sicuramente però ci penseranno gli studenti nelle loro manifestazioni a colmare questo vuoto di valori e a dare l’ennesime alla politica.

Federico Feliziani
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Federico Feliziani
Autore e scrittore di prosa e poesie, blogger e consigliere comunale a Sasso Marconi, è da circa un decennio politicamente attivo e dedito alla causa contro le violazioni dei diritti umani. Considera la propria disabilità un’amica e compagna di vita con cui crescere e mantenere un dialogo costante.