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Politica

Trump nega ancora il cambiamento climatico e rassicura: «Inizierà a fare più fresco»

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Il presidente americano, Donald Trump ha recentemente incontrato, in un briefing organizzato nella contea di Sacramento avente lo scopo di fare il punto della situazione dei roghi Californiani, il governatore Gavin Newsom e un gruppo di funzionari incaricati della gestione dell’emergenza.

Nel corso dell’incontro il governatore ha chiesto l’aiuto del governo federale nella gestione della crisi, ma ha anche più volte citato il cambiamento climatico, chiedendo al presidente di riconoscerne la gravità e l’importante impatto che esso ha avuto sugli incendi divampati, non solo in California, ma anche in Oregon e nello stato di Washington.

Fenomeni atmosferici estremi

Se il discorso del governatore è stato seguito da Trump con apparente comprensione e interesse, l’atteggiamento di quest’ultimo è cambiato nel corso dell’intervento del segretario per le risorse naturali, Wade Crowfoot.

Anche Crowfoot ha espresso la sua preoccupazione per il futuro del clima terrestre e ha fornito al presidente alcune informazioni, soprattutto riguardanti l’aumento delle temperature, testimonianti l’eccezionalità dei fenomeni atmosferici verificatisi nel corso di quest’anno.

Gli incendi, che si sono intensificati nel mese di agosto, hanno infatti determinato la morte di più di trenta persone e distrutto milioni di ettari di foreste; mentre la coltre di fumo provocata da essi ha ricoperto i centri abitati, mettendo a rischio la salute di centinaia di migliaia di cittadini.

Comincerà a fare più fresco

Il segretario ha continuato il suo discorso sottolineando l’importanza di avere fiducia nella scienza e di lavorare insieme ad essa, non attribuendo la responsabilità degli incendi solamente ad una cattiva gestione delle foreste, indicata da Trump, al suo arrivo sul luogo dell’incontro, come l’unica causa dei roghi incontrollabili.

Il tycoon ha quindi interrotto e rassicurato il segretario, “Comincerà a fare più fresco, deve solo stare a guardare”. La frase di Trump, priva di ogni fondamento, ha indotto Crowfoot a rispondere in maniera ironica, “Vorrei che la scienza fosse d’accordo con lei”.

Il presidente ha quindi affermato di “non credere effettivamente che la scienza lo sappia”, rendendo ancora più palese la sfiducia che nutre nei confronti di essa, già ampiamente dimostrata nel corso del suo mandato.

Negare l’evidenza

L’atteggiamento scettico, spesso quasi negazionista, di Trump nei confronti del cambiamento climatico non è certo una novità; il “climate change” è stato spesso da lui ignorato completamente o ridotto ad un fenomeno poco importante e del quale non è necessario preoccuparsi.

La decisione, presa da Trump nel 2019, di uscire dagli accordi di Parigi sul clima testimonia questo disinteresse, che però non sembra sconvolgere il suo target di elettorato.

Così, anche a pochi mesi di distanza dalle elezioni, che lo vedono contrapposto al candidato democratico Joe Biden, che è peraltro in vantaggio, Trump non abbandona la sua linea di pensiero. Continua a restare fedele alla sua strategia, che punta tutto sulla “wealth”, la ricchezza prevalentemente economica del paese, a discapito del clima e di tutti i movimenti, soprattutto giovanili, che chiedono una rivoluzione “green”.

                                                                                                                                                                                                                                                            Sara Piccione
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