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Politica

LA SETTIMANA POLITICA – Centrodestra, Conte e lo sbaglio dei sindaci

Tempo di lettura: 4 minuti

Abbiamo inaugurato questa rubrica con una riflessione quasi filosofica ragionando su quali sono i diritti degli altri e su quanto siamo consapevoli della loro esistenza. Questa settimana politica ci porta invece ad affrontare la politica reale, fatta di partiti il cui unico scopo è il consenso.

Negli ultimi sette giorni abbiamo assistito a due novità abbastanza grandi: da un lato l’annuncio di Matteo Salvini di voler costruire una federazione del centrodestra; dall’altro la nascita del nuovo Movimento Cinque Stelle di Conte dopo la consegna di tutti i dati conservati nella pancia della Casaleggio Associati. Infine non si può non citare la questione della responsabilità penale dei sindaci che è montata proprio nell’ultima settimana politica. 

Centrodestra: ci vogliamo bene ma non troppo

Se succedesse la stessa cosa in economia lo definiremmo “cartello”. Sì perché l’operazione annunciata da Matteo Salvini ha le sembianze di una grande operazione per escludere Fratelli d’Italia che sta conquistando la golden share del Centrodestra. Giorgia Meloni, sola all’opposizione, sta facendo volare il suo partito tanto da fare immaginare come potrebbe essere proprio lei la prossima inquilina di Palazzo Chigi. Infatti secondo una regola non scritta del Centrodestra il capo del partito che prende più voti sarà proposto come presidente del consiglio nel caso la coalizione avesse la maggioranza.

Questa regola che finora è stata motivo di vanto per il Centrodestra, è subdolamente minata da Matteo Salvini. Consapevole di come Fratelli d’Italia potrebbe prendere il comando della coalizione, tenta l’esclusione stringendo un patto con Forza Italia.
Dal canto suo Berlusconi ha riposto ogni speranza di tornare a presiedere la coalizione, di conseguenza non può non rifiutare il braccio offerto da Salvini sul quale far vivere una mal ridotta Forza Italia. 

Quella di Salvini è un’operazione tattica che va ben al di là del solo appoggio a Draghi come invece ha fatto intendere. Una federazione del Centrodestra oggi non gli servirebbe a niente: il suo peso rimarrebbe tale e quale. Gli è molto utile invece in ottica elettorale in modo da rafforzare la propria leadership a scapito di Giorgia Meloni. 

Il riscatto pagato dal Movimento di Conte

Il “cartello” nel Centrodestra non è stata l’unica notizia succulenta della settimana politica. Finalmente potremo vedere nascere il nuovo Movimento Cinque Stelle: il partito ristrutturato da Giuseppe Conte. Sarà possibile perché è stato pagato il riscatto per ottenere da Casaleggio tutti i dati degli iscritti al Movimento Cinque Stelle.
Abbiamo così scoperto che, chi in questi anni ha aderito a una forza politica, in realtà ha fornito i propri dati personali a una società che fino a una settimana fa sosteneva di essere proprietaria di quelle informazioni. Un tema di proporzioni cosmiche che dovrebbe innescare una riflessione profonda sulle modalità di erogazione di servizi ai quali i partiti possono appoggiarsi per la propria attività politica.

In un tempo in cui la politica userà sempre di più piattaforme digitali per le proprie attività servirebbe una regolamentazione per impedire a una società, che offre un servizio di e-democracy, di finire per appropriarsi degli iscritti alla forza politica che usa il servizio.  Si presuppone infatti che i dati personali degli iscritti a un partito siano custoditi gelosamente e usati esclusivamente per il coinvolgimento degli aderenti i quali stringono un rapporto con un partito politico e non con altri soggetti. 

Dovrebbe essere un primo impegno di Giuseppe Conte. Fare in modo, data la presenza di una nuova piattaforma digitale al servizio del nuovo partito, che ogni iscritto abbia relazioni solo con il soggetto a cui appartiene.
Non si spiega come questo tema non abbia sollevato un dibattito politico lo scontro Casaleggio-Conte, ma la disattenzione di solito non si verifica una seconda volta. Che questi dieci anni di promiscuità servano da lezione. 

Quant’è faticoso fare il sindaco: una comunicazione pericolosa

Non possiamo poi non accennare a uno dei temi che è montato proprio in questa settimana politica: ovvero la pressione giudiziaria sui sindaci.

Tutto è partito con l’assoluzione del sindaco di Lodi dopo aver scontato ingiustamente cinque anni di carcere.
Il dibattito inizialmente si è sviluppato sul tema della gogna mediatica che, in alcuni episodi, non trova poi giustificazioni nelle indagini: un aspetto su cui è importante riflettere e su cui la sfera politica ha molti punti da farsi perdonare. Ma la settimana politica è stata poi invasa dal problema delle troppe responsabilità in capo ai sindaci che si vedono di frequente coinvolti da indagini sul proprio operato. Molte voci asseriscono come questo sia il motivo della mancanza di candidati invitando a rivedere le norme.

Un tema assai pericoloso che in questo periodo diventa pieno di insidie. Il Paese si trova in un particolare incrocio di eventi: da una parte la ripresa economica post pandemia, dall’altra un monte di risorse da spendere. Accendere adesso un dibattito su una de-responsabilizzazione dei sindaci potrebbe prestare il fianco a chi vorrebbe una deregolamentazione massiccia che l’Italia non può permettersi.  Non lo può fare per le mille contraddizioni che la investono, per il suo tessuto facilmente penetrabile dalla criminalità organizzata. 

Se si desidera affrontare il tema della responsabilità dei sindaci lo si deve fare senza aprire a facili contrapposizioni e soprattutto tenendo presente che deresponsabilizzare una figura porta necessariamente a responsabilizzarne maggiormente un’altra. Una materia dunque delicata che non può essere affrontata con una riforma della giustizia in divenire: stimolerebbe troppi appetiti. 

Per motivi diversi questi tre temi ce li porteremo dietro per molto tempo. Matteo Salvini non mollerà il tentativo di ridimensionare Giorgia Meloni; Conte avrà un compito arduo nel costruire un nuovo partito da un movimento malconcio; e purtroppo potremmo assistere a una battaglia mal orientata da parte dei sindaci stanchi di finire sotto indagine per futili motivi. 

Federico Feliziani
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Federico Feliziani
Autore e scrittore di prosa e poesie, blogger e consigliere comunale a Sasso Marconi, è da circa un decennio politicamente attivo e dedito alla causa contro le violazioni dei diritti umani. Considera la propria disabilità un’amica e compagna di vita con cui crescere e mantenere un dialogo costante.