Mobilità e Fase 3
News

Mobilità e Fase 3, Jojob: “Aziende e governo non lascino soli i dipendenti”

Tempo di lettura: 2 minuti

Linee guida, prese di posizione e responsabilità. Sono questi gli ingredienti fondamentali per una ripartenza che guardi al futuro con lungimiranza secondo Jojob, il principale servizio in Italia che offre alle aziende uno strumento completo di welfare aziendale dal punto di vista della mobilità.

 

In tutta Italia l’interruzione, spesso improvvisa, dello smart working e il ritorno al lavoro in presenza sta avvenendo senza fornire strumenti concreti ai mobility manager e senza nessuna direttiva da parte del management delle aziende, costringendo i dipendenti ad organizzarsi in autonomia. Ne consegue il ricorso immediato all’utilizzo privato dell’auto, con grande esborso di denaro e un importante aumento di inquinanti atmosferici e climalteranti.

 

“Il traffico nelle grandi città non è ancora tornato ai livelli pre-Covid, grazie a tante aziende lungimiranti che continuano a mantenere i propri dipendenti in smart working, ma la situazione è davvero preoccupante e si prospetta un futuro non roseo per le tasche dei dipendenti e l’aria che respiriamo”, commenta Gerard Albertengo, CEO & Founder di Jojob. “La Fase 3 sta infatti portando moltissimi lavoratori abituati a spostarsi con i mezzi pubblici a scegliere l’uso privato dell’auto, in assenza di proposte alternative per compiere la tratta casa-lavoro da parte del Governo o delle aziende stesse. Il ruolo degli incentivi a supporto della mobilità dolce è davvero importante, ma non può che tamponare una parte del problema: aziende in ogni parte dell’Italia, senza una guida da parte delle istituzioni che le metta al sicuro da eventuali problemi legali, hanno preferito deresponsabilizzarsi azzerando gli incentivi di welfare alla mobilità (navette e carpooling aziendale, per esempio)”.

 

Secondo Jojob  navette e carpooling aziendali, gestiti in modo corretto e rispettoso di tutte le regole atte a ridurre il rischio di contagio, rappresentano una modalità sicura, economica e rispettosa dell’ambiente e costituiscono una concreta soluzione di mobilità casa-lavoro soprattutto fuori dall’ambito urbano.

 

“Mettendo in atto le dovute precauzioni per ridurre il rischio di contagio, le soluzioni di mobilità condivisa come il carpooling aziendale permettono infatti di circoscrivere il numero di persone con cui si entra in contatto, a differenza di quanto accade anche con un solo viaggio in metropolitana o in treno. Dovremo probabilmente convivere con il virus per molto tempo e non è pensabile immaginare un futuro basato sull’utilizzo privato dell’auto, le cui emissioni nocive causano la morte prematura in Italia di 66.000 persone ogni anno”.

 

“I vertici delle aziende e le istituzioni hanno un ruolo decisivo: dovrebbero prendere subito decisioni coraggiose e responsabili come sta accadendo in altri paesi europei, fornendo regole e linee guida che incentivino modelli di mobilità sostenibile, che vadano incontro alle esigenze dei dipendenti salvaguardandone la salute ed evitando di compromettere l’ambiente”, conclude Albertengo.

Viaggio annullato per Covid: i consigli di IONONCICASCO.IT
Ti sei perso il “Cronache di un Borderlain” di questo mese? CLICCA QUI

Leave a Response