Martin Eden
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Martin Eden: Pietro Marcello e Luca Marinelli presentano il film alla Cineteca di Bologna

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Venerdì 18 ottobre 2019, ore 19:45. La sala Scorsese del Cinema Lumière di Bologna è gremita. Tutti aspettano con trepidazione l’inizio di Martin Eden, l’ultimo film di Pietro Marcello con protagonista Luca Marinelli, il quale alla Mostra del Cinema di Venezia ha vinto la Coppa Volpi per la migliore interpretazione.

Da San Francisco a Napoli

Il film è liberamente tratto dal romanzo di Jack London, Martin Eden. Infatti, se nel romanzo le vicende sono ambientate a San Francisco all’inizio del XX secolo, nella trasposizione cinematografica ci troviamo a Napoli durante il secolo breve. 

Martin Eden è un giovane marinaio che si innamora follemente di una ragazza proveniente da una famiglia altolocata. Per amore di questa ragazza inizia a studiare e a leggere tutto ciò che può, in modo da colmare il divario sociale tra loro con la cultura. Capisce di voler diventare uno scrittore e comincia ad inviare i suoi lavori a molte riviste, nella speranza di essere pubblicato. 

Martin Eden è la storia di un giovane semplice e di umili origini che riesce a riscattarsi attraverso la cultura. Una volta ottenuto il successo, però, diviene vittima di quel suo stesso successo e dell’industria che lo alimenta. 

Il film è pura poesia

La regia di Pietro Marcello è molto particolare. Preferisce l’utilizzo della camera a mano, meno fluida nei movimenti ma più realistica, e utilizza una tecnica di montaggio particolare, detta montaggio a distanza o a contrappunto, che consiste nell’inserire tra due sequenze collegate una terza sequenza che crea una distanza tra le altre due. Le scene del film sono intervallate da scene di archivio o di repertorio dello stesso Marcello, che contribuiscono ad arricchire di senso il film, rendendolo poetico e quasi onirico. 

L’interpretazione di Luca Marinelli è eccezionale. È entrato nel personaggio, lo ha capito e gli ha dato vita. Il suo sguardo, spesso preso in primo piano, è intenso e coinvolgente. 

Il film è pura poesia. Parla di amore, parla di sogni e parla di politica. Sullo sfondo della vicenda si distendono i movimenti socialisti delle classi operaie a cui si contrappone l’individualismo di Martin.

Un po’ ambigua rimane l’epoca in cui è ambientato. Siamo nel Novecento, ma definire l’esatto periodo è impossibile. Questo a primo impatto può risultare confusionario, ma se ne ricava una riflessione interessante: le vicende di Martin Eden possono essere applicate a qualunque periodo che ha caratterizzato il secolo breve, risultando sempre attuali.

Marcello e Marinelli accolti dagli applausi

Quando i titoli di coda finiscono e le luci della sala si accendono, il silenzio emozionato viene rotto da un applauso fragoroso. Il regista e l’attore raggiungono il palco, accompagnati dal produttore Beppe Caschetto e dal direttore della Cineteca di Bologna Gianluca Farinelli. Farinelli definisce il film “impossibile” e chiede al produttore come sia stato lavorarci. Caschetto afferma che lavorare con Marcello e la sua equipe “Avventurosa”, la casa di produzione del regista, è stata un’esperienza insolita. Abituato ad altri set, dove i conflitti erano all’ordine del giorno, è rimasto sorpreso dalla capacità partecipativa di ogni soggetto coinvolto nel progetto e soprattutto dalle competenze del regista Pietro Marcello. 

La collaborazione tra regista e attore

Prende poi la parola Luca Marinelli, che parla di come ha conosciuto Pietro Marcello. Desiderava lavorare con il regista da quando aveva visto Bella e perduta, scritto e diretto da Marcello. L’occasione di conoscerlo si presenta e la produzione del film comincia. Quando gli viene chiesto come abbia preparato il personaggio lui risponde “Sono stato accanto a Pietro. Mi ha portato lentamente nel suo mondo e io ne sono rimasto affascinato”. 

Anche Pietro Marcello parla dell’incontro con Luca, attore a cui ha pensato ancora quando stava lavorando alla sceneggiatura insieme a Maurizio Braucci. “L’ho dovuto un po’ maltrattare per iniziare questo romanzo. Però poi, quando è entrato nel romanzo, ci è entrato a tutto tondo”. 

La scelta di tradire il romanzo

Farinelli interroga il regista sulla scelta di cambiare la città e l’epoca in cui avvengono i fatti narrati, tradendo in un certo senso il romanzo. Marcello definisce il romanzo di London, scritto nel 1909, quasi profetico di quello che è stato il secolo breve. L’intento, suo e del suo staff, è stato quello di far attraversare a Martin Eden il mare e tutto il Novecento. La volontà di Marcello era di rendere il personaggio contemporaneo. Bisogna poi considerare il lato economico del fare cinema: con il budget che il progetto aveva a disposizione sarebbe stato molto difficile realizzare una ricostruzione storica del romanzo. Ciò che interessava al regista era dare un’anima al film.

La volontà di educare

Marcello conclude il suo intervento sottolineando una questione molto interessante. Il suo obiettivo è portare questo film nelle scuole, fare in modo che i ragazzi lo vedano. È consapevole che il pubblico più adulto potrebbe non apprezzare le critiche che il film fa alla società, soprattutto perché potrebbe rispecchiarsi in coloro che vengono criticati e sentirsi in colpa per scelte politiche e ideologiche passate. Marcello vuole rivolgersi ai giovani ed educarli sentimentalmente attraverso la parabola della vita di Martin Eden.

CONSIGLIATO: Sì

VOTO: 8/10

Sara Tocchetti

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