I cambiamenti climatici sono il tema che avrebbe dovuto pervadere la politica questa settimana, invece è iniziato il solito prevedibile derby all’italiana fra chi si è schierato con Ultima Generazione e chi li considera pericolosi criminali da punire.
Ultima Generazione e l’errore strategico di un gesto che nasconde la sostanza
L’anno è iniziato con il botto: la vernice rossa che Ultima Generazione ha spruzzato sulla facciata di Palazzo Madama ha scaldato il primo dibattito politico dell’anno. Chi come Ignazio La Russa ha impartito l’ordine di blindare il Senato e chi si è schierato apertamente con il gesto eclatante.
Due posizioni assolutamente inutili giuste solo ad accompagnare il pandoro di inizio anno. Sì perché, sia chi si è affrettato a chiedere una punizione esemplare per gli attivisti e chi li ha appoggiati appieno, ha fatto solo chiasso invece di parlare meno e riflettere di più.
Non è possibile avvallare quello che Ultima Generazione ha fatto, non è possibile tuttavia neanche fingere di non vedere la questione politica che quella vernice rossa ha evidenziato.
Una maldestra richiesta di rappresentanza, messa in scena senza considerare come sarebbe stata percepita e raccontata. Errore imperdonabile a chi pensava di stimolare un dibattito e invece ha stimolato solo la discussione su quale pena infliggergli.
Era assai prevedibile come la narrazione della maggioranza di governo spazzasse via la flebile traccia di contenuto che si nascondeva dietro la forma.
Non aver considerato il contesto è l’errore fatto da Ultima Generazione che, sebbene avesse un messaggio da comunicare alla politica, ha scelto il mezzo più sbagliato di tutti, quello che non coinvolge ma anzi allontana perché facilmente stigmatizzabile.
Se però si separa la forma dal contenuto, Ultima Generazione ha posto un problema che la politica dovrebbe affrontare: sia in termini di rappresentanza, sia in termini di politiche pubbliche. Vernice a parte, quello del cambiamento climatico è un tema urgente non più rinviabile.
Autonomia e riforme istituzionali. Ecco su cosa la maggioranza potrebbe scricchiolare
Già con la legge di bilancio la maggioranza di governo è apparsa senza un minimo comun denominatore, adesso però sta per arrivare al pettine un’altra questione su cui non sembra esserci accordo.
L’autonomia regionali e le riforme istituzionali potrebbero essere infatti gli scogli più difficili per la coalizione di governo composta da sensibilità molto diverse. L’unità nazionale di Meloni e il secessionismo annacquato di Salvini potrebbero fare reazione rallentando di molto il raggiungimento dell’obbiettivo.