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Politica

Sciopero generale: la politica imbarazzata in una critica senza precedenti

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Questa è stata la settimana dello sciopero generale: le otto ore di astensione dal lavoro chiamate da CGIL e UIL per manifestare contrarietà sulla manovra finanziaria del governo Draghi.

Uno sciopero che però ha portato la politica per la prima volta nella storia democratica a stigmatizzarne l’organizzazione. Ma poi l’Italia è stata anche al centro di un piccolo incidente diplomatico: l’Unione Europea infatti non ha preso benissimo le restrizioni anti Covid disposte per gli ingressi dagli altri Paesi dell’Unione.

La peggiore reazione della politica a uno sciopero generale

È arrivato finalmente il giorno dello sciopero generale indetto da CGIL e UIL. Una manifestazione che ha fatto molto discutere la politica. Ma non sulle motivazioni dello sciopero, come sarebbe legittimo, quanto piuttosto sulla scelta di indire uno sciopero in un momento di rilancio economico come quello attuale.

Sebbene la politica affermi di non aver capito le motivazioni dello sciopero generale i sindacati hanno le hanno esplicitate. Infatti CGIL e UIL lamentano la vicinanza del governo nei confronti delle fasce abbienti che dalla legge di bilancio del prossimo anno si vedranno arrivare diverse agevolazioni per intercettare meglio la fase espansiva.

Ed è proprio la non comprensione da parte della politica delle ragioni di questo sciopero generale a far suonare un campanello d’allarme. Non è infatti mai accaduto che ci fosse una levata di scudi di tutte le forze politiche all’annuncio di uno sciopero generale. Come del resto non è mai esistito un governo sostenuto dai due terzi del parlamento.

È del tutto consueto come la politica, specialmente i sostenitori del governo in carica, non concordi con le ragioni di uno sciopero generale. Mia non è normale che venga criticata la scelta politica di indire uno sciopero. Lo spaesamento che abbiamo visto nelle forze politiche racconta l’indisponibilità di ascoltare le critiche che anche un Mario Draghi può ricevere. 

Dobbiamo fare attenzione alla differenza fra le ragioni dello sciopero generale, con le quali si può essere critici, e il gesto politico dello sciopero che invece rimane inviolabile anche qualora sia al governo un’ampia maggioranza. Non è purtroppo solo teoria. Infatti le diverse critiche allo sciopero generale di CGIL e UIL non hanno permesso alla politica di comprenderne le ragioni. E questo è un problema di rappresentatività che la politica potrebbe pagare in futuro.

Draghi e le restrizioni che non piacciono all’Unione europea

La recrudescenza della pandemia ha indotto il governo a prendere provvedimenti verso chi arriva da altri Paesi, compresi quelli parte dell’Unione europea.

Provvedimenti che hanno infastidito l’Unione Europea che ritiene non legittime le limitazioni imposte per l’entrata in Italia in vista del turismo natalizio. Un piccolo incidente diplomatico che però non sembra scomporre il Presidente del Consiglio il quale ha ribadito la scelta nel tentativo di tenere sotto controllo i contagi. 

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Vediamo così ancora una volta un’Unione europea non bene integrata e che ha difficoltà nell’apricare una strategia comune nel fronteggiare la pandemia: un problema globale che non è possibile affrontare solo fra i confini nazionali. 

Federico Feliziani
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Federico Feliziani
Autore e scrittore di prosa e poesie, blogger e consigliere comunale a Sasso Marconi, è da circa un decennio politicamente attivo e dedito alla causa contro le violazioni dei diritti umani. Considera la propria disabilità un’amica e compagna di vita con cui crescere e mantenere un dialogo costante.