Politica

Recovery plan: ecco il terremoto che arriva dopo il temporale del MES

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Il MES in confronto è stato un gioco da ragazzi. Sminare il governo sul tema del Recovery plan sarà il vero ostacolo 

Il tentativo di Conte nel rassicurare sulla coesione della maggioranza non trova sponde nella realtà. Se è vero che il governo ha incassato il sì sulla riforma del MES è altrettanto vero come il Recovery plan metterà a soqquadro la maggioranza.

È l’atteso intervento del senatore Matteo Renzi a far scoppiare il nuovo scontro. Mentre rassicurava sul voto di Italia Viva alla risoluzione del MES, ha letteralmente minato il governo. Il tema su cui il leader di Italia Viva ha bastonato Conte è il Recovery plan: sia riguardo al metodo sia riferendosi al merito. Renzi infatti non voterà il bilancio 2021 se Conte inserirà un maxi emendamento per introdurre il Recovery plan. 

Sostiene Italia Viva come sia sbagliato affidare la gestione di 209 miliardi di euro a una squadra di tecnici. Per il senatore di Scandicci sarebbe un’esautorazione del Parlamento; quindi chiede un dibattito politico sui progetti a cui quelle risorse saranno destinate.

Anche perché nel documento redatto dalla squadra tecnica compaiono cifre non proprio adeguate al contesto in cui si trova il Paese. Il numero più eclatante è quello sulla sanità: di 209 miliardi solo 9 sarebbero stati destinati a questo tema. Una cifra ben lontana dai 55 miliardi chiesti dal ministro Speranza. E non è tutto. Italia Viva critica anche il non coinvolgimento degli enti locali e delle parti sociali su un piano che rappresenta un importante investimento per il futuro.

Mettendo da parte la critica e l’ultimatum renziano, il problema del Recovery plan è stato forse sottovalutato. Dai toni trionfalistici per l’ottima conquista di Conte a trascurare il tema facendolo uscire dalle agende della politica. Non è un argomento secondario: è un aspetto strategico che per propria natura è politico. Affidarlo a tecnici crea più di un’interferenza.

La prima è essenzialmente pratica. Il potere decisionale rimane in capo ai ministeri con ministri che avranno sicuramente qualcosa da eccepire rispetto alle proposte dei tecnici. La seconda, quella più politica, riguarda il rapporto fra chi decide dove allocare il Recovery plan e i cittadini. Si perderebbe quindi la capacità di attribuire responsabilità politiche su decisioni che di tecnico non hanno niente.

Se lo scopo di Conte fosse quello di decidere in fretta andrebbe contro al settore in cui è impegnato. La politica vive un tempo diverso, fatto a posta per consentire il confronto. Se si tratta invece di ego sovrumano non ha considerato l’altro ego, difficilmente arginabile, che siede nella sua maggioranza.

A tutti sembrava che la giornata più complessa per il governo fosse quella del voto sul MES. In effetti ha creato un po’ di turbolenza. Niente a che fare però con il terremoto che si potrebbe scatenare nel passaggio all’anno nuovo.

Federico Feliziani

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Federico Feliziani
Autore e scrittore di prosa e poesie, blogger e consigliere comunale a Sasso Marconi, è da circa un decennio politicamente attivo e dedito alla causa contro le violazioni dei diritti umani. Considera la propria disabilità un’amica e compagna di vita con cui crescere e mantenere un dialogo costante.