Politica

Patrimoniale. Un buon inizio bruciato subito da una ritrovata compattezza

Tempo di lettura: 2 minuti
Ad un certo punto un principio costituzionale fa capolino da un emendamento 

Mentre dibattiamo sulla possibilità di anticipare alle 21 la messa di Natale in Parlamento si sta discutendo la legge di bilancio. Ed è proprio in questo contesto che ci stiamo perdendo un’affascinante discussione sulla patrimoniale.

Un vecchio e ampio tema della Sinistra riproposto da Nicola Fratoianni (LeU) e Matteo Orfini (PD) considerata la difficile situazione in cui versa il Paese. Secondo l’emendamento proposto la patrimoniale dovrebbe essere costruita con una progressività a scaglioni tenendo in considerazione l’intero patrimonio nel quale rientrerebbero anche i titoli finanziari.
Lo 0,2% per redditi compresi fra 500 mila euro e il milione, lo 0,5% fra un e 5 milioni, l’1% per redditi fra 5 e 50 milioni arrivando poi al 2% per i redditi superiori. Inoltre l’emendamento prevederebbe un prelievo unico solo per l’anno 2021 del 3% per i patrimoni superiori al miliardo. 

Con il gettito prodotto da questa patrimoniale -stando a quanto dichiarato dai firmatari dell’emendamento- sarebbe possibile detassare le seconde case e abolire il bollo sugli investimenti finanziari. Recuperando così le risorse per gestire l’emergenza Covid in una logica di redistribuzione della ricchezza.
L’osservazione che potrebbe venire spontanea è rivolta alle casse degli enti locali che si vedrebbero sottrarre una delle poche risorse su cui far vivere i propri bilanci, ovvero l’IMU sulle seconde case. Anche a questi risponde il testo dell’emendamento. Il mancato gettito verrà risarcito direttamente ai comuni attraverso fondi di solidarietà. 

Sembrerebbe tutto perfetto. Pensando poi come, introducendo la patrimoniale, andremmo incontro al suggerimento del Fondo Monetario Internazionale non ci sarebbero più dubbi. Se non fosse per…
È l’italica allergia al termine “patrimoniale” che ha fatto immediatamente alzare i fucili a PD, Italia Viva e Movimento Cinque Stelle che hanno improvvisamente trovato compattezza al grido scandalizzato di “Mai le mani in tasca agli italiani”. Un fronte comune contro il solo concetto della patrimoniale.
Si perché, nessun contribuente di questa ipotetica tassa si accorgerebbe di versarla considerata l’esigua percentuale sui patrimoni complessivi. È semplicemente il fastidio nel dare qualcosa alla collettività salvo poi pretendere di avere tutti i servizi perfettamente efficienti.

Ma proviamo per un attimo a sostenere che questo emendamento sia sbagliato. Ci restano poche fonti di finanziamento per alimentare lo Stato. Sempre che non pensiamo che lo Stato sia un sistema a energia solare. Il debito pubblico che schifiamo ignorando come sia invece un elemento fisiologico. Lo strumento del MES che non vogliamo. Il Recovery Fund che non si conosce se e quando arriverà. Su tutti una Costituzione che ci dice come ognuno debba contribuire al benessere della collettività in proporzione alla propria ricchezza.
La scelta sembrerebbe facile. 

Federico Feliziani

Leggi anche: “Scuola in presenza: verso il via. Ma nessuno rassicura sulla reale fattibilità

Non hai letto l’ultimo Cronache di un Borderlain? Clicca qui

Leave a Response

Federico Feliziani
Autore e scrittore di prosa e poesie, blogger e consigliere comunale a Sasso Marconi, è da circa un decennio politicamente attivo e dedito alla causa contro le violazioni dei diritti umani. Considera la propria disabilità un’amica e compagna di vita con cui crescere e mantenere un dialogo costante.