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Io viaggio da sola con Maria Perosino

Tempo di lettura: 2 minuti

Viaggiare da sole è stranamente bello, ma bisogna un po’ imparare a farlo.

Maria Perosino ha pubblicato queste parole nel 2012 da Einaudi nelle prime pagine di Io viaggio da sola, romanzo divertente e profondo al tempo stesso. Parole sobrie e veloci che rigettano chi guarda con pena o tristezza quelle donne che per motivi personali, divertimento o lavoro, viaggiano da sole.

Già dalle prime pagine, però, Maria non descrive i milleuno modi di sopravvivere all’estero e nemmeno meccaniche istruzioni in caso di viaggio in solitaria. Al contrario, Io viaggio da sola dà la sensazione di trovarsi a tu per tu con la scrittrice per una chiaccherata a senso unico. Un dialogo intimo sulle esperienze passate che potrebbero essere d’aiuto, come se quelle righe si trasformassero in consigli di un’amica mai conosciuta ma fidata.

Poiché il libro è rivolto soprattutto alle donne anch’io mi rivolgerò direttamente a loro: prima o poi capita di affrontare un viaggio sole. Volenti, nolenti o dolenti. Capita anche di vivere una sensazione sgradevole per non avere qualcuno con cui dividere il peso della valigia, dei pensieri e del jet lag (o no?). Ecco, una volta letto questo libro, questa sensazione odiosa sparirà. Perché viaggiare da sole non è una sfida o una scommessa sulla propria sopravvivenza: il viaggio in solitaria è un viaggio in solitaria e basta. La morale? In viaggio (come nella vita) bisogna cavarsela da sole non perché si è scompagnate o per spirito di rivalsa, bensì per pura realizzazione personale.

Maria è brava a spiegare con semplicità e determinazione ciò che ha vissuto sulla propria pelle in giro per il mondo. Ciò per evitare che le sue lettrici si piangessero ancora addosso e provassero la sensazione di solitudine, avvilimento o lontananza dalla propria quotidianità. Perché diciamoci la verità, è così che la maggior parte delle donne si sente quando viaggia da sola: sola. Che sia turismo, viaggio di lavoro o una fuga da qualcosa o qualcuno, c’è sempre un motivo per cui partire e ritrovarsi sole. È più forte di noi.

E Maria non fa eccezione: lei per prima ha cominciato a viaggiare dopo la morte del compagno del quale era innamoratissima. Essere più forte della morte, l’ha portata a creare sia una house sia una home in ogni luogo che non fosse Torino, sua città natale. Inoltre, tra le righe si leggono confidenze dalle quali scaturiscono i suoi insegnamenti e incoraggiamenti. Coraggio di prendere e partire, che ormai si è abbastanza grandi e vaccinate per cavarsela da sole senza piangersi addosso, per rinascere e ricominciare.

Maria non ha ricominciato solo dopo la morte del compagno, ma anche dopo la propria. Infatti, il suo secondo romanzo, Le scelte che non ho fattoè uscito il giorno dopo la sua scomparsa. Non tanto per scelta della casa editrice, piuttosto per circostanze della vita (o del destino). Ciò a testimonianza della sua forza interiore che non si è piegata nemmeno di fronte alla malattia.

Consiglio a tutte di tenere nel trolley Io viaggio da sola di Maria Perosino poiché essendo testamento di vita vissuta ne trarrete sicuramente vantaggi pratici e logistici. Inoltre, vi sembrerà proprio di viaggiare in compagnia di un’amica e una grande donna di nome Maria.

E ricordatevi che per mangiare le ostriche sarebbe meglio essere in due, ma in fondo la scelta peggiore è non mangiarle affatto”.

 

Carlotta Cuppini

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Carlotta Cuppini
Fondatrice di Borderlain, le piace organizzare persone e progetti con sorridente serietà. Based un po' in MIlan un po' Bologna, beve caffè amaro al mattino e vino rosso la sera. Colleziona edizioni di 'JF è uscito dal gruppo' che tiene sul comodino insieme a manuali di project management.