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Società

La rivoluzione dell’eco-web: facciamo chiarezza su Ecosia

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Ecosia, il nuovo motore di ricerca sulla bocca di tutti, nasconde qualcosa che forse non tutti sanno.

Il motore di ricerca ecologico 

In seguito ai recenti disboscamenti della Foresta Amazzonica e ai diversi incendi avvenuti questa estate, molti personaggi pubblici hanno deciso di promuovere il “nuovo” motore di ricerca Ecosia. Ecosia è stato in realtà lanciato nel 2009 con la missione di destinare l’80% dei ricavati delle inserzioni pubblicitarie alla riforestazione delle parti più aride del nostro Pianeta. Vista la grande partecipazione alla causa del cambiamento climatico, negli ultimi mesi Ecosia ha avuto un rilancio molto positivo della sua attività. L’impennata di notorietà è dovuta in parte alla sua nuova missione: stanziare un fondo specifico per piantare un milione di alberi nella parte brasiliana della Foresta Amazzonica. Da qui nasce la leggenda alimentata da un passaparola sfrenato, secondo la quale facendo 45 ricerche su Ecosia si contribuisca a fare piantare un bellissimo nuovo alberello. Ma è davvero così semplice? Cerchiamo di capirlo meglio nelle prossime righe.

Come funziona?

Ecosia si può scaricare gratuitamente su computer e su smartphone ed estenderlo al browser preferito per effettuare delle normalissime ricerche sul web. La grafica della pagina iniziale ricorda vagamente quella di Google ed il procedimento per avviare la ricerca è il medesimo. Ciò che cambia è lo step successivo. Una volta premuto l’invio oltre ai risultati effettivi della ricerca, nei primi posti si trovano una serie di annunci pubblicitari. Sono proprio questi a contribuire economicamente alla missione di Ecosia per la riforestazione. Quello che molti non hanno ancora capito è che le aziende pubblicizzate, pagano Ecosia solo se l’utente clicca sull’annuncio e non per la singola ricerca. Già spiegata in questi termini la storia assume un altro risvolto, diverso da quello raccontato da coloro che hanno pubblicizzato il motore di ricerca ecologico, si spera a fin di bene, senza sviscerare bene la questione.

Il controsenso

Tutto ciò è fuorviante. Gli alberi bruciano per creare spazio all’industrializzazione e il motore di ricerca eco-friendly si basa su inserzioni che conducono l’utente all’acquisto di un qualche bene o servizio. È un cane che si morde la coda. Come se non bastasse le ricerche che vengono effettuate su Ecosia si appoggiano a Bingun motore di ricerca non propriamente attento al rispetto dell’ambiente. Si stima, infatti, che solo il 40%  delle energie che esso utilizza siano rinnovabili. Tutto questo viene ovviamente tralasciato dalla massa di utenti che si sente responsabile del salvataggio del pianeta a suon di click.

Il coinvolgimento degli utenti

La vera forza di Ecosia risiede nella capacità di coinvolgimento emotivo dell’utente. Sulla pagina principale di ricerca, un contatore indicizza il numero di alberi che vengono piantati grazie alle ricerche che vengono effettuate. La cosa che appare strana è che questo contatore non si ferma mai. Il numero  di alberi piantati continua a salire dandoci l’idea che il funzionamento di Ecosia sia davvero una cosa immediata ed efficace. Un altro aspetto innovativo per un motore di ricerca è quello legato alla fidelizzazione degli utenti grazie a forme mirate di storytelling. Attraverso i social network (Instagram in primis) vengono infatti raccontate passo dopo passo le piccole vittorie della riforestazione postando fotografie molto empatiche e curate esteticamente. È così che, tra la foto di un semino piantato nei pendii vulcanici del Nicaragua e quella delle mani  di una donna keniota che lavora la terra, ci si sente eroi superficiali e paladini dell’ecosostenibilità.

Un percorso contorto per un fine nobile

Non vogliamo di certo opporci sistematicamente al lavoro realizzato da Ecosia negli ultimi anni. I risultati sono evidenti e su questo non possiamo discutere, anzi. In questo senso Ecosia ci tiene a mostrarsi trasparente, dando la possibilità agli utenti più scaltri e curiosi di visualizzare i report finanziari e i progressi della riforestazione. Bisogna però ricordare che prima di buttarsi a spada tratta sulle novità è sempre bene informarsi, agendo da utenti consapevoli del web e non come una massa di pecoroni indomabili. Ciò che ha reso così popolare Ecosia negli ultimi tempi è stato infatti il flusso continuo di passa parola sulle piattaforme social. Un passaparola sterile e confusionario da parte di coloro che pensano che per salvare il Pianeta basti un click e, perché no, comprarsi una borraccia di latta griffata.

 

Isabella Calderoni

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Isabella Calderoni
Bolognesità doc, garbo e pazienza caratterizzano Isabella since 1994. Ex-studiosa di cinema e di nuovi media, sogna di realizzare documentari con filmati d'archivio in maniera indipendente.